Davide Reboli era letteralmente gigantesco, non solo come persona ma anche come personaggio. Senza mezzi termini, nel bene e nel male, tanto da riuscire a ritagliarsi per sé e per la sua piazza una certa notorietà nel mondo del tifo italiano. Persino importante, se considerata in proporzione ai numeri e alla tradizione calcistica della squadra biancorossa. E la notizia della sua scomparsa lo scorso 14 aprile non poteva che scuotere la tifoseria, la città e poi, come cerchi concentrici in uno stagno la cui quiete viene rotta da un sasso, allargarsi ad amici, nemici e tutto il resto.

Dunque ad un anno dalla sua scomparsa, avvenuta all’età di 53 anni per un malore mentre era a casa, la Curva Nord Piacenza 1919 ha voluto organizzare un corteo in suo ricordo. Ritrovo alle 19.30 al Liceo Respighi per poi proseguire in corteo fino al centro della città. Discreta la presenza della forze dell’ordine che si limitano a gestire il traffico automobilistico. 

Presenti circa 250 persone comprese altre tifoserie amiche, tragitto abbastanza lungo che impegna il corteo per circa un’ora. In testa spicca lo striscione DAVIDE REBOLI PRESENTE mente tante bandiere aggiungono colore a questo momento, con un lanciacori che coordina tanti cori alla memoria dello storico leader, per il Piacenza ed anche alcuni contro le rivali storiche.

Dalla piazza in centro raggiunta a fine percorso, il corteo muove poi ulteriormente verso lo stadio Leonardo Garilli per un ultimo momento nei pressi del murales dedicato non solo a Davide Reboli ma anche a suo fratello Marco, scomparso qualche anno prima di lui, due vere colonne del tifo biancorosso a cui viene tributato un ampio discorso in ricordo di tutto quel che hanno fatto e dato alla tifoseria, poi le file si sciolgono in un più rilassato momento di socialità. Non è il periodo migliore del Piacenza che giusto nell’ultimo turno ha rimediato anche la retrocessione in Serie D dopo una stagione in tono minore, ma in eredità da Reboli resta anche lo spirito combattivo e la voglia di non arrendersi. Mantenedo viva quella testimonianza, verranno momenti migliori, anche calcisticamente.

Luigi Bisio