Torno al Garilli dopo parecchio tempo e la prima cosa che noto sono i nuovi seggiolini recentemente installati, frutto dei regolamenti della Lega Pro che ne impongono l’utilizzo in qualsiasi impianto della terza serie. Per lo stesso motivo si era pure paventata l’ipotesi della disputa in campo neutro di questa partita, ma fortunatamente non è stato così, anche se i lavori non sono ancora del tutto ultimati.

Per questo derby emiliano sono presenti circa 3.500 persone; a Piacenza il dato attuale sugli abbonamenti è di poco inferiore alle 2.000 tessere (1.937 per l’esattezza), a cui si aggiungono circa 1.500 biglietti venduti per questo anticipo serale al sabato.

Alla tifoseria piacentina l’arduo compito di dimenticare il più velocemente possibile la scorsa stagione, con la vittoria del campionato sfumata all’ultimo minuto dell’ultima giornata e la successiva sconfitta nella finale playoff col Trapani che ha chiuso loro l’ultima porta al sogno chiamato Serie B.

Sono sempre posizionati in gradinata gli ultras biancorossi, che ad inizio partita offrono una bella torciata, rinforzata da una sciarpata e dallo sventolio dei due bandieroni, tenuti poi in alto per tutta la partita.
Circa 400 gli ultras che sostengono il “Piace”, tanti cori secchi fra i quali è sicuramente da citare quello per il “Principe” Marco Reboli, storico ultras piacentino scomparso, al quale è dedicato anche un drappo in sua memoria e il sentito applauso di tutti i presenti subito dopo il coro.

Le tematiche dei cori vanno dai classici incoraggiamenti per la squadra agli sfottò per le rivalità più sentite, come Reggiana e Cremonese, mentre se parliamo di amicizie, va segnalata la pezza “1932” da cui si evince la presenza al loro fianco dei ragazzi di Crema. Nel primo tempo viene esposto uno striscione per Jacopo Silva, storico capitano dei biancorossi e piacentino doc, che in settimana ha lasciato la squadra della sua città per accasarsi altrove.

Nella ripresa parte bene il tifo degli ultras di casa, grazie anche al vantaggio maturato in campo. Si rivede qualche altra torcia al momento dell’esultanza per il primo gol, mentre dopo la rete dell’1-1 calano fisiologicamente i decibel, anche se il settore resta sempre attivo nel sostegno. Nel recupero è festa grande per loro, prima per il rigore sbagliato dal Modena, poi per la rete decisiva del 2-1 biancorosso a pochi istanti dalla fine, con i giocatori che si portano sotto la gradinata per festeggiare, replicando ovviamente le scene di giubilo al fischio finale.

Per quanto riguarda i tifosi modenesi, il dato ufficiale parla di 520 presenze in curva ospiti; molti di loro entrano a pochi minuti dall’inizio della partita, a causa delle classiche code di rientro dei vacanzieri.

“Avia Pervia”, “Vecchie Brigate” e “QBR” sempre al proprio posto, offrono una bella prestazione canora, soprattutto nella ripresa. Anche oggi il nuovo coro la fa da padrone, cantato per almeno 10 minuti durante il primo tempo.

La scaletta canora degli ultras modenesi è pressappoco la solita, ma sono i decibel sono decisamente più alti della media. Lo sventolio dei consueti bandieroni dei gruppi principali della Montagnani restituisce qualcosa a livello di colpo d’occhio, unitamente ad una sciarpata imbastita nel secondo tempo in cui si notano anche vari due aste.

Nella ripresa la rete subita dal Modena non li demoralizza troppo, e pian piano aumentano il sostegno, raggiungendo il picco di sostegno dopo il pareggio, con l’intero settore che si unisce alla parte centrale quando la speranza di portare a casa la vittoria diventa tangibile, salvo venir vanificata nei minuti finali.

Nonostante l’esito, i tifosi modenesi chiamano ugualmente la squadra sotto il settore, omaggiandola col classico “siamo sempre con voi” per incoraggiarla in vista del prossimo incontro che lunedì sera al “Braglia” la vedrà opposta al Padova, mentre ai padroni di casa toccherà la trasferta in quel di Trieste.

Tutto tranquillo tra le due tifoserie, durante tutti i 90 minuti.

Concludo la tifocronaca ringraziando coloro che mi hanno tenuto compagnia nel mio ampio prepartita.

Francesco Passarelli