Qualche anno fa la partita sarebbe stata preceduta dal classico rafforzamento del gemellaggio, ma ormai i tempi delle visite reciproche e del vivere in simbiosi sono ricordi ingialliti. Peccato perché le affinità sono state evidenti e conclamate. Troppo facile pensare solo ed esclusivamente alla sfera politica ma un gemellaggio si basa anche e soprattutto su visioni dello stadio e della vita simili se non addirittura identiche. E le due tifoserie, pur con la loro storia, hanno avuto percorsi storici molto prossimi ed hanno condiviso battaglie anche al di fuori del perimetro stadio che hanno avuto i medesimi obiettivi. Dici Cosenza e pensi ai Nuclei Sconvolti, già il nome è sintomatico di un certo modo di intendere la vita; aggiungi una simbologia fin troppo esplicita, ti allarghi e noti alcune iniziative e non puoi non dire che qualche pagina di storia del tifo non sia stata scritta da questo gruppo di provincia che ha saputo ritagliarsi un bello spazio in un periodo dove l’ultras italiano era ai massimi livelli.

Se dei Nuclei Sconvolti oggi resta un bel bandierone che ne vagheggia il ricordo nel settore ospite, la tifoseria locale non ha cambiato troppo negli anni la propria linea: agli storici Rangers e Sconvolts si sono aggiunti altri gruppi ma tutti antepongono il bene collettivo a quello individuale, riuscendo con ottimi risultati a portare avanti una curva che, al di là dei risultati sportivi, pare abbia raggiunto ormai da anni quella maturità che permette di ottenere ottimi risultati.

Cosentini che si presentano in Toscana con buoni numeri: nonostante una classifica che non permette di sognare in grande, si percepisce una grande passione ed una considerevole volontà di lasciare traccia in questo pomeriggio. Sull’altro versante l’Arena Garibaldi appare ben piena, il colpo d’occhio è quello delle grandi occasioni insomma, anche se si tratta di una normalissima partita di campionato: gli ultimi buoni risultati hanno riacceso un entusiasmo mai sopito e la curva fa la solita parte da leone essendo gremita in ogni ordine di posto.

Ad inizio partita, in Curva Nord non manca un richiamo al presidente Romeo Anconetani, figura leggendaria per tutto il calcio italiano, uno di quei presidenti che non potevano non trasmettere simpatia. Nel settore ospite il via alle danze è salutato da una bella sbandierata, poi ci si affida alla voce che diventa l’assoluta protagonista del pomeriggio. Ed in effetti il settore ospite ha veramente pochissime pause, il tifo è continuo ed abbastanza caldo, qualche bandiera dona un piacevole tocco di colore. Carini alcuni cori in dialetto, in definitiva i cosentini riescono a farsi sentire e soprattutto a farsi vedere, nonostante il risultato sul campo non sia mai stato in discussione, il sostegno non è mai venuto meno.

Curva Nord che si fa invece forte dei numeri che ha a disposizione, il tifo non ci pensa neanche un secondo ad appianarsi ed in alcuni frangenti è l’intera curva che spinge la squadra alla vittoria. Qualche torcia ed i soliti bandieroni dei gruppi offrono una bella nota di colore, poi ci sono i cori che si alzano costanti e fragorosi. La curva è un motore che gira a mille ed ha veramente pochissime pause. Bello e significativo lo striscione esposto contro gli imminenti Mondiali, l’argomento penso proprio che trovi d’accordo tutte le componenti che gravitano intorno all’ambiente calcistico, ma come si evince in questi casi, il vil denaro primeggia su tanti principi ed altrettanti aspetti sociali. In barba ai buoni propositi sventolati a trecentosessanta gradi e prontamente disattesi.

Valerio Poli