polizia-camionEmpoli, 4 agosto 2015 – Adesso si temono le conseguenze. Gli scontri tra i tifosi dell’Empoli e quelli della Pistoiese andati in scena a Larciano prima dell’amichevole di domenica non sono passati inosservati: le forze dell’ordine presenti sul posto hanno ripreso con le telecamere tutto quanto è accaduto prima, durante e dopo la partita e adesso cercheranno di identificare e punire i principali responsabili delle intemperanze. Daspo a tappeto da una parte e dall’altra, divieto di accedere allo stadio e forse anche qualcosa di più: qualcuno, in questi giorni, non dormirà sonni tranquilli, perché le conseguenze, da questo punto di vista, sembrano certe. Ma torniamo alla serata di domenica e vediamo di ricostruire quanto accaduto.

Per accedere al campo di Larciano esistono due strade: la prima arriva nei pressi degli spogliatoi, la seconda scende dolcemente dal costone che sovrasta l’impianto e termina alle spalle della tribuna, alla quale si può accedere sia dall’una che dall’altra parte. All’arrivo allo stadio, sono circa le 20, la tensione è evidente perché la rivalità tra le due tifoserie è cosa nota. Nasce da vecchie ruggini, furti reciproci di striscioni e questioni di campanile: ci sono circa un centinaio di empolesi che stanno entrando piano piano dal primo accesso, quello nei pressi dello spogliatoio. Lì ci sono le forze dell’ordine che li controllano. Si sistemano in tribuna, parlano tra loro, appendono gli striscioni. I pistoiesi arrivano? Qualcuno è già sugli spalti, ma sono famiglie, anziani, gente tranquilla.

Nessuna scaramuccia, nessun coro: gli ultras azzurri non se la prendono con chi è lì soltanto per vedere la partita. Poi arrivano gli scalmanati: scendono dalla strada che sovrasta il campo sportivo e non c’è nessun agente che li scorta. Il capopopolo ha una mazza da baseball in mano e suona la carica. Difficile stabilire chi abbia lanciato il primo sasso, fatto sta che tutti, empolesi e pistoiesi, non aspettavano altro. Tra i due gruppi inizia un fitto lancio di sassi e bottiglie, qualcuna di plastica, altre di vetro. L’immagine simbolo è quella di uno steward che prova a mettersi in mezzo ai due gruppi lungo la recinzione che per fortuna li separa: chiede loro di smettere, poi capisce che non è aria e si allontana. Empolesi e pistoiesi si fronteggiano, ringhiandosi in faccia di fronte al cancello: volano sassi e colpi di bastone. Il ferro stride e trema, ma la porta tiene. Per fortuna arriva la polizia che invita tutti a farsi da parte. In tribuna il clima è surreale: azzurri e arancioni si trovano nello stesso settore, ma sono separati da un cordone di forze dell’ordine, qualche steward e una barriera improvvisata. Offese, cori, minacce, ma il contatto per fortuna viene evitato. Poteva succedere di tutto, ma alla fine, a ben pensarci, non è successo nulla.

di Tommaso Carmignani