Ci vuole davvero tanto talento per decidere di far giocare una partita in infrasettimanale a Potenza, 819 metri sul livello del mare, alla fine di novembre, alle 21 di sera. E non c’è nemmeno da stupirsi se il dato ufficiale riguardante gli spettatori parli di 1.504 presenti fra i quali è compresa anche la quota abbonati, molti dei quali verosimilmente hanno preferito mandare un ideale fanculo a chi prende certe scelte scellerate, a questo calcio senza nessun riguardo per le esigenze dei tifosi. A maggior ragione sarebbe da andare materialmente a stringere la mano, uno ad uno, ai presenti di questa gara che hanno osato sfidare le temperature vicinissime allo zero per vedere poi un misero 0 a 0.

Di questi sono prossimi al centinaio i cerignolani. Niente male per gli stessi discorsi di cui sopra e con l’aggravante, per loro, di essersi dovuti prestare a tutto ciò con in più le scomodità logistiche di una trasferta per fortuna non lontanissima. Niente di meglio che compattarsi a quadrato per sfidare le rigidità dell’inverno: i cerignolani lo fanno bene, formano uno zoccolo duro bello a vedersi e anche il tifo che ne consegue è positivo e continuo, supportato dal tamburo e contornato da una buona dose di pirotecnica, picco massimo di colore assieme ai bandieroni che donano quella nota cromatica in più davvero gradita.

Se una serata come questa – che certo non solletica le fantasie dei più – ha un lato positivo, quello sicuramente è dato dalla maggiore selezione qualitativa dei presenti. E non è un caso se anche il tifo dei potentini appare costante e convincente, specie in occasione dei cori ripetuti che fomentano e scaldano gli astanti. Dal punto di vista visivo poco o nulla da rilevare: i bandieroni si sono visti meno del solito ed il colore è stato esclusivamente dato dalle insegne dei gruppi principali del tifo rossoblu. Si segnala invece a margine qualche coro ostile fra le parti. Per il resto non si poteva chiedere nulla in più, se non magari uno spettacolo più decoroso di questo pareggio a reti bianche che non accontenta di certo chi, tra una cosa e l’altra, sarà arrivato a casa alle soglie della mezzanotte e ai limiti dell’assideramento, solo per assecondare questo insano amore per il tifo, per la squadra della propria città. Poi magari c’è chi, al primo slancio fuori dalle righe, ha pure il coraggio di dire che queste stesse persone non c’entrano niente con il calcio. La prossima volta che state per farlo, signori, pensate a serate come questa.

Foto Pier Paolo Sacco
Testo a cura della redazione