Dopo le partite a Trapani e Siracusa, il nostro cammino siciliano prosegue alla volta di Gela. Da Siracusa impieghiamo quasi tre ore per arrivarci: ci godiamo una strada meno veloce, ma con la possibilità di visitare la splendida Città Barocca di Ragusa. Dopo di ciò arriviamo a Gela comunque in buon orario, cosa che ci permette anche di fare un giretto in questa città fuori dalle rotte turistiche e bere un caffè in un bar vicino allo Stadio.

Scopriamo che è il Bar del Vecchio Stile, il gruppo che si è recentemente trasferito in Tribuna Centrale. Distribuiscono Fanzine e si preparano per la partita a suon di birre e cori. Nella Fanzine leggo che il gruppo festeggia i 10 anni di presenza, mentre è reduce da una trasferta vittoriosa a Cava de’ Tirreni. Son tornati i tempi buoni a Gela insomma, dove oggi è ospite la Sancataldese. Le due compagini siciliane sono andate in Serie D a braccetto, entrambe promosse in estate. Quindi le squadre si erano affrontate anche l’anno scorso: Il “Vuesse” racconta nella Fanzine che l’anno scorso hanno scambiato qualche parola e bevuto qualche birra con gli Ultrà Sancataldesi “nel massimo rispetto Ultras”.

L’aria che tira attorno lo stadio non è tesa, ma piuttosto di festa. Il Gela ha vinto le ultime quattro partite e da neopromossa si presenta in zona Play-Off. Dopo anni bui (nel 2011 in Gela era fallito) è tornato il Calcio in questa città che ora respira a pieni polmoni. Un po’ meno bene la Sancataldese che staziona al centro della classifica, anche se pure questo non è poi tanto male per una squadra neopromossa. E visto che Sersale, Due Torri e Castrovillari faticano parecchio a fare punti, le possibilità di una salvezza per la Sancataldese sono più che concrete.

Devo ammettere che a volte, visceralmente, finiscono per farmi piacere determinate squadre e tifoserie. Questa volta, lo ammetto, è quel che mi succede nei confronti della Sancataldese: vuoi per il nome pittoresco del suo gruppo principale, “Commando Neuropatico”, vuoi per i colori sociali verde-amaranto molto particolari o per il loro stadio suggestivo, fatto sta che a me piace molto e seguo da tempo le sorti di questa squadra. Ed è così con molto piacere che vedo la Sancataldese in quel di Gela (poi la seguirò anche in casa, qualche giorno dopo…), che a sua volta è una piazza altrettanto interessante.

Da San Cataldo, cittadina di 25.000 abitanti in provincia di Caltanissetta, giunge un centinaio di tifosi, tra cui una quarantina dietro lo striscione del CN22. Tifano bene sopratutto nel primo tempo con belle manate e un costante sventolio di bandiere. Nella ripresa calano parecchio per poi festeggiare alla grande il punto ottenuto grazie a un pareggio a reti bianche.

Di fronte ai tifosi ospiti, al nostro fianco (poi ci sposteremo, per sentire anche gli altri tifosi presenti allo stadio) si trova il gruppo Vecchio Stile, i cui i cori rimbombano sotto il tetto di legno della Tribuna. Cori secchi, piuttosto all’inglese, non troppe melodie, ma tanta potenza caratterizza il sostegno vocale del “Vuesse”. Non sono per niente soli in Tribuna: ci sono 2.500 spettatori in totale, una cornice notevole per una partita di Serie D, che può definirlo sicuramente come pubblico delle grandi occasioni. Questo non basta però per aiutare la loro squadra: in una partita avara di emozioni, non riescono a concretizzare la pressione del primo tempo, così la Sancataldese si difende con ordine e ottiene il punto grazie al risultato di 0-0.

Se non ho ancora scritto della Curva “Angelo Boscaglia” non vuol dire che non hanno fatto vedere niente. Anzi: aprono la partita con una bella coreografia per festeggiare i 25 anni degli Indians, uno dei gruppi storici di Gela, poi danno vita ad un tifo con tanti battimani e tanta voce. Uno stile tipicamente italiano il loro, messo in scena molto bene. Accendono anche qualche torcia e non smettono mai di incitare la squadra, applaudendola comunque sul finire della partita.

Noi dopo il fischio finale vorremmo lasciare la Tribuna ma è impossibile: gli agenti hanno infatti chiuso i battenti degli ingressi, aspettando prima l’afflusso dei tifosi ospiti. Una misura incomprensibile visto il buon sangue che corre tra le due tifoserie, ma tant’è. Dopo la partita, davvero contenti per quanto visto, facciamo tappa a Caltagirone, aspettando poi il proseguimento del viaggio verso Agrigento.

Remo Zollinger.