Febbraio 1999, stadio Picco di La Spezia, si gioca una partita dai toni “forti”, uno Spezia-Pisa che vede di fronte due tifoserie divise da una forte rivalità e se non si può parlare di derby, è legittimo parlare di match da “cerchietto rosso”. Spezzini che in genere hanno un pessimo rapporto con tutta la Toscana, pisani che fuori dai confini regionali vedono gli aquilotti tra i nemici principali, gli ingredienti per una gara calda c’erano tutti.

Maurizio Alberti era un ultras pisano che purtroppo fu colpito da un arresto cardiaco durante quella partita; i soccorsi inefficaci fecero sì che la situazione degenerasse, portando il giovane alla morte.

Come avviene ogni anno, nel mese di febbraio, la tifoseria nerazzurra ricorda con una coreografia, con uno striscione, l’anniversario della morte di Maurizio, mentre in ogni partita il suo nome echeggia a perenne ricordo.

A far visita all’Arena Garibaldi, in questo pomeriggio, arrivano gli aretini. Anche in questo caso la rivalità è storica e sentita da entrambe le sponde, del resto non mancano nel passato gesti clamorosi che vengono visti con occhio diverso a seconda del racconto dei protagonisti.

Gli aretini fanno il loro ingresso nel settore ospite con un discreto anticipo, la maggior parte di loro arriva a Pisa con il treno di linea, mentre una minoranza sceglie il più comodo mezzo proprio. I numeri portati dagli amaranto sono importanti, la partita è molto sentita, ma comunque gli ultras dimostrano di essere in salute, riuscendo a mobilitare un buon numero di ultras e tifosi.

Della vena artistica e dell’originalità degli aretini ormai sappiamo tutto o quasi, ma anche in questo pomeriggio riescono a colpire nel segno organizzando una bella coreografia perfettamente riuscita: striscione di carta sistemato in alto con su scritto “Ho scelto te” e sciarpe marcate “US Arezzo 1923” per un risultato che è sicuramente d’impatto.

Le due tifoserie, fin dai primi minuti, si scambiano subito alcuni cori offensivi, tanto per far riemergere quella rivalità lasciata per qualche anno in soffitta a causa delle diverse categorie delle due squadre. Rivalità per niente sopita visto che l’offesa è immediata e piuttosto reiterata.

Quando è cominciata la partita da una manciata di minuti, ecco spuntare la coreografia della curva di casa: bandierine azzurre, bianche e nere e telone centrale che sovrasta lo striscione “Mau ovunque”. Anche in questo caso lo spettacolo è notevole, bella l’idea, ottimo il risultato ottenuto.

Gli aretini sono un bel gruppo compatto dietro le pezze attaccate alla vetrata, gli ultras si posizionano in basso ma tra i presenti sono pochi quelli che non partecipano ai cori ed osservano solamente la partita. Una volta scambiati i saluti con i padroni di casa, gli aretini provano a sostenere la squadra, il loro tifo è fatto di battimani e cori, mentre a livello di colore va segnalato un bel bandierone che viene fatto sventolare ai lati del gruppo e qualche bandiera a due aste che ogni tanto si alza. Gli amaranto sono continui nel tifare ma a dispetto dell’aspetto visivo, in certe occasioni non sono così uniti ed il coro risulta essere un po’ troppo dispersivo. La parte bassa si dà un gran bel daffare per coinvolgere la maggior parte di persone, ma ciò avviene solo in rare occasioni e quando succede si capisce che il potenziale da sfruttare è di buona qualità. Da segnalare che il tifo aretino non viene comunque mai meno, i cori vengono tenuti alti per diversi minuti e ripetuti spesso e volentieri.

Gli amaranto, a livello di tifo, vanno molto meglio nella ripresa riuscendo a farsi sentire chiaramente anche dalla curva di casa, che ha dalla sua una presenza numerica non indifferente. Nonostante questo, gli ultras ospiti sembrano cambiare marcia e in questo secondo tempo riescono a coinvolgere un gran bel numero di persone. Il risultato non si fa attendere, tifo costante e caldo, con il fiore all’occhiello di una sciarpata ben fatta.

Nonostante la rivalità che intercorre tra le due curve, bello il gesto degli aretini che nella prima parte del secondo tempo mostrano lo striscione: “Maurizio ultras per sempre”, applaudito da tutto lo stadio. Indipendentemente dal giudizio che ognuno di noi può avere sulla tifoseria aretina, certi gesti sono nelle corde di una curva che sa andare al di là della mera rivalità, confermando quella maturità che ormai è un cavallo di battaglia di una tifoseria che per certi aspetti è un passo avanti rispetto alla massa.

Pubblico di casa che come succede ormai stabilmente in questa stagione, mostra i muscoli portando sempre un bel numero di persone in curva: ormai il binomio ultras-tifosi è ben saldo e basta che dalla balaustra venga lanciato il coro che quasi tutto il settore risponde alla grande. Il tifo poggia su un bel numero di persone, così quando c’è da farsi sentire, il risultato è di quelli che non lascia incertezze. Già i primi cori offensivi sono un bel sentire, poi il sostegno alla squadra risulta essere costante e partecipativo.

Dopo la coreografia, riuscita benissimo, è la volta dell’incitamento e se a livello vocale c’è poco da chiedere di più, anche per quanto riguarda il colore, bandiere e bandieroni sono spesso alti. Vengono accese diverse torce in varie zone della curva ed anche in questo pomeriggio i messaggi che vengono inviati dalla Curva Nord sono molteplici. Si parte con “Meglio lottare per un giusto ideale che piegarsi ad una legge anticostituzionale. No art.9”; si prosegue con uno striscione che prende le difese del Bocia e della tifoseria bergamasca: “Reprimere la libertà non fermerà il nostro essere ultras. Avanti Bocia ultras liberi”. Poi è la volta di salutare due vecchi amici genoani “Hasta siempre Spagna” e “2/2/2002 Ciao Edo”. Gli ultras nerazzurri si soffermano anche sui casi d’attualità ed è, purtroppo, recente la notizia delle violenze perpetrate da una maestra a dei bambini: “Quello che è successo è inammissibile. Giù le mani dai bambini…vergogna”.

Una partita che sul terreno verde vede vincitori i padroni di casa per due reti a zero, sugli spalti sinceramente era dura chiedere qualcosa in più alle due tifoserie. Cento di questi derby!

Valerio Poli.