I preliminari di Coppa Italia mettono di fronte Reggiana e Pescara che, causa l’indisponibilità dell’impianto di Reggio Emilia per lavori di manutenzione straordinaria, si sfidano al Velodromo Attilio Pavesi di Fiorenzuola. Il piccolo impianto in provincia di Piacenza consta solamente di una tribuna e di una gradinata dalla parte opposta per una capienza dichiarata di 4.000 posti. Per questo incontro sono invece presenti poco più di 1.400 spettatori di cui 150 sono pescaresi. Tribuna quasi al piena di tifosi granata mentre gli ospiti vengono fatti accomodare nei distinti. Le Teste Quadre si piazzano al centro del proprio settore affiancati ai lati da tutti i vari altri gruppi. Si canta tanto con diversi battimani che nel piccolo impianto offrono una visione di notevole impatto così come la copertura amplifica l’eco dei cori. In termini di cori e a proposito di questa gara casalinga tutt’altro che canonica, ce ne sono alcuni anche nei confronti del Sassuolo, o più che altro della sua proprietà, la Mapei, che ha acquisito anche lo stadio di Reggio Emilia con ovvie ricadute sulla vivibilità dello stesso da parte dei tifosi reggiani che, in un certo senso, sono finiti per ritrovarsi come ospiti in casa propria. Il sostegno dei granata si protrae fino al termine alimentato anche dalle onde emozionali di una gara ricca di colpi di scena, in cui la Reggiana si impone con un netto 6 a 2 dopo essersi inizialmente trovata in svantaggio per 0 a 2, affermazione giustamente festeggiata dai ragazzi di Nesta portatisi sotto la tribuna per ringraziare e condividere la gioia con i propri tifosi.

Il settore pescarese si riempie in due tornate, dapprima con circa 40 tifosi probabilmente fuorisede mentre il tifo più acceso arriva quando la partita è cominciata da pochi minuti. Questo secondo blocco entra compatto, cantando e sventolando le bandiere. Formano da subito un bel quadrato raccolto dietro diversi striscioni fra i quali anche uno polemico contro il presidente Sebastiani, con cui da anni ormai i biancazzurri sono in rotta. Il tifo vocale, grazie anche all’ottimo lavoro di un paio di lanciacori supportati da un tamburo, si protrae per quasi tutto l’incontro e si conclude con evidenti e sonore recriminazioni per la pessima figura rimediata in campo.

Attimi di tensione infine nel dopo partita, quando le due tifoserie si incrociano nel parcheggio adiacente la bocciofila e nonostante la comune amicizia con Vicenza, in barba ai dettami della cosiddetta Legge del Beduino, fanno scaturire un vicendevole lancio di torce ed oggetti vari. In evidente imbarazzo la polizia la quale per separare i contendenti ha bisogno di diverse decine di minuti e di ricorrere al non proprio ortodosso lancio di lacrimogeni, che finiscono per creare problemi anche a chi non era coinvolto in questi eventi.

Luigi Bisio