Continua il buon momento del Rimini nel proprio girone del campionato di Eccellenza, in cui conserva un discreto margine di vantaggio sulla seconda, il Sasso Marconi. Questa sera, per il turno infrasettimanale, tra le mura amiche ai romagnoli tocca affrontare l’Argentana.
Inizialmente le presenze, rispetto ad una qualsiasi domenica, sembrano più risicate a guardare i vari settori dello stadio. Poi, con il passare dei minuti, vista anche una serata non particolarmente fredda per essere ancora Febbraio, il colpo d’occhio non è certo da disprezzare. A maggior ragione che la partita è trasmessa anche in diretta in tv e in streaming da due emittenti locali.
In Curva Est, dietro gli striscioni RWS e Vecchia FAB, il quadrato attivo a centro curva si dà come sempre da fare. Oltretutto, sfruttando la gara in serale, fanno un buon uso di torce, alcune delle quali, in onore degli amici diffidati, vengono accese in simultanea all’interno e anche all’esterno dello stadio, dietro la curva ospite, per mano di qualche diffidato.
Da inizio stagione nessuna squadra avversaria ha avuto il benché minino seguito di tifosi, per cui non è sempre facile trovare gli stimoli che solo il confronto con una tifoseria avversaria riesce a dare.
Con il vantaggio della formazione biancorossa, si rinnova il solito repertorio del tifo che si mantiene comunque su buoni livelli, così come le manate e la sciarpata del secondo tempo che impreziosiscono la loro prestazione.
Il momentaneo pareggio della squadra ospite è solo un fuoco di paglia, nella ripresa è ancora il Rimini a
portarsi in vantaggio con le esultanze dei goal e i festeggiamenti che si consumano proprio sotto la Curva Est, per la gioia dei supporter di casa che danno ancora fondo a tutte le riserve pirotecniche, per la somma gioia di chi come me se li ritrova a fotografare.
Con questi altri tre punti incamerati, non resta che pensare alla prossima trasferta nella vicina Cervia, augurandosi che lo stesso prefetto che vietò la trasferta di Savignano sul Rubicone, abbia cose più importanti a cui pensare, anziché avventurarsi in supposizioni che portano poi a mortificare con le porte chiuse la passione e l’attaccamento ai colori sociali e alla propria città di chi ha ancora l’ardire di amare e seguire questo calcio.
Gilberto Poggi.