Torno a trovare gli ultras di Fasano dopo alcuni mesi dalla mia ultima visita ma, nel raccontarli, stavolta mi riprometto di non dilungarmi troppo in lodi nei confronti della tifoseria biancoazzurra, né tantomeno in elogi verso i numerosi progetti a cui sta lavorando l’Associazione “Il Fasano siamo noi”, che proprio in questi giorni festeggia il suo primo anno di vita.

Da quando, cioè, cominciò a muovere i primi passi, inizialmente con il solo scopo di traghettare la squadra verso la fine del campionato di Promozione 2015/2016, cercando al tempo stesso di salvaguardare quel patrimonio di giovani e giovanissimi costruito fino a quel momento attraverso le varie squadre del vivaio.

La sfida di oggi è una di quelle speciali, dal sapore antico: si tratta infatti del big match contro gli acerrimi nemici brindisini, quelli del capoluogo mai riconosciuto come tale dai fasanesi, che per ragioni storiche, culturali e linguistiche sono da sempre legati all’antica Terra di Bari, pur essendo stati forzatamente aggregati ad una provincia che non gli appartiene e nella quale non si riconoscono.

Di fatto, quella odierna è la quarta sfida stagionale tra le due compagini, che già si sono affrontate in campionato (una volta, nel girone di andata) ed in Coppa Puglia di Promozione (per ben due volte).

In tutte e tre le occasioni la sfida sugli spalti ha visto la presenza di entrambe le tifoserie che, in pratica, si sono confrontate a suon di cori e sfottò, senza che ci fossero particolari fatti di violenza da segnalare.

L’unico episodio degno di nota, se così lo si vuol definire, c’è stato in occasione della gara di Coppa disputata a Fasano pochi giorni prima, quando nel punto in cui il settore ospiti confina con l’ingresso della Curva Sud, quella occupata dai tifosi di casa, c’è stato un “incontro ravvicinato” a ridosso della rete che separa i due settori, tra alcuni giovani brindisini appena entrati nel settore ospiti ed alcuni fasanesi.

Ne è scaturito uno scambio di offese, insulti e al massimo qualche sputo. Nulla più di questo, visto che nello stesso momento erano presenti in campo, a distanza ravvicinata, almeno due funzionari della questura brindisina armati di telecamera, che hanno ripreso tutta la scena.

Risultato? Che ingenuamente i ragazzi, seppur per pochi minuti, si sono lasciati travolgere dalla tipica irruenza giovanile, e sono stati tutti individuati dagli inquirenti.

In sostanza il nulla, però è bastato ai solerti funzionari preposti alla sicurezza nazionale per mettere in moto la macchina dei divieti che, partendo dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive di Roma, è giunto fino al Prefetto ed al Questore di Brindisi che hanno quindi deciso di “premiare” i funzionari colpevoli della svista di cui sopra, stabilendo il divieto ad assistere all’odierna sfida a tutti i non residenti nel Comune di Fasano.

Peccato però che a fare le spese di questo provvedimento inibitorio oltre ai brindisini, incredibilmente, sono anche gli stessi tifosi del Fasano, in particolare quelli residenti nei comuni limitrofi, oltre a tutti coloro che vivono e lavorano fuori città e tornano a Fasano nel fine settimana.

L’eccessivo allarmismo parrebbe del tutto inutile se si considera il fatto che, alla luce della categoria in cui entrambe le squadre militano e della posizione in classifica del Brindisi, oggi ci sarebbero stati non più di 200/300 sostenitori al seguito, numeri assolutamente gestibili per un servizio d’ordine che, in passato, si è trovato a gestire la presenza di oltre mille sostenitori ospiti in trasferta al Vito Curlo.

L’assenza di supporter brindisini, non c’è dubbio, finisce inevitabilmente per snaturare l’importanza di questo derby, facendogli perdere quel fascino che da sempre scaturiva proprio dalla sfida sugli spalti tra le due tifoserie.

Malgrado ciò, il pubblico presente questo pomeriggio si aggira intorno ai 1.500 spettatori, la maggior parte dei quali sistemati in tribuna.

Gli ultras fasanesi della Curva Sud, dal canto loro, non restano insensibili al divieto di trasferta imposto ai tifosi del Brindisi e, per solidarietà, decidono di astenersi dal tifo per i primi dieci minuti di gioco, lasciando la curva completamente vuota e silenziosa, fatto salvo un unico striscione con un messaggio tanto esplicito quanto lapidario: “LA LORO ASSENZA, LA VOSTRA INCOMPETENZA”.

Allo scoccare del decimo minuto del primo tempo, i sostenitori fasanesi presenti in curva si riversano sugli spalti e si compattano al centro della curva.

Vengono esposti tutti i principali striscioni e vessilli che fanno capo agli Allentati ed alla Fasano Ultras e, mentre le prime bandiere cominciano a sventolare nell’aria grigia di un cielo carico di pioggia, tutti i gruppi si raccolgono sotto un bandierone che riporta la sigla “72015”, che corrisponde al codice postale di Fasano, mentre sulla rete di recinzione appare lo striscione con la scritta “ORGOGLIO DI APPARTENENZA”.

Da lì in avanti si comincia a tifare in maniera continua, serrata ed incessante, in modo molto “fisico”, cioè con battimani, braccia al cielo, sciarpe tese e saltelli a ritmo dei cori e del rullare dei tamburi, in un’alternanza di stili che spazia da quello inglese dei cori secchi a ripetere, a quello argentino dei cori portati avanti per molti minuti e cantati saltando a ritmo di musica.

Il tutto, senza pause ed interruzioni se non, qualche volta, per ascoltare le indicazioni che provengono dai lanciacori.

 

C’è da sottolineare la presenza di uno striscione polemico con cui la Curva Sud si rivolge al sindaco di Fasano, eletto da pochi mesi, accusandolo di trascurare da tempo le questioni legate alla riorganizzazione ed allo sviluppo del progetto U.S. Città di Fasano, il cui peso grava ormai del tutto sulle spalle dell’Associazione “IL FASANO SIAMO NOI”.

Il Brindisi è squadra tosta, molto ben organizzata in difesa e pronta a sfruttare al meglio le ripartenze e le indecisioni dei padroni di casa, tanto da riuscire a passare in vantaggio.

Il Fasano è, delle due squadre in campo, quella che sente maggiormente la pressione del match, attanagliata dall’obbligo di vincere a tutti i costi il derby ed incrementare la striscia di undici vittorie consecutive in campionato.

Le occasioni per i padroni di casa non mancano ed il loro forcing incessante va di pari passo con il sostegno della Curva Sud.

Alla fine, fortunatamente, squadra e tifoseria di casa vengono premiate con il meritato goal del pareggio, risultato giusto che però interrompe la striscia positiva dei fasanesi ma, nel contempo, rende merito alla partita gagliarda disputata dagli ospiti.

Come da tradizione, dopo il triplice fischio la squadra di casa si reca sotto la Curva Sud per ringraziare gli ultras del sostegno e prendersi gli applausi anche quest’oggi meritati.

Non prima, però, di aver ringraziato anche tutti quei sostenitori fasanesi che hanno affollato la tribuna coperta (dove a fine partita viene accesa addirittura qualche torcia, segno evidente della presenza di qualche vecchio Allentato).

I calciatori del Fasano si trattengono a lungo sotto la curva di casa e, addirittura, uno di loro impugna una torcia che porterà con sé attraverso il campo, fino all’ingresso degli spogliatoi.

Da qui in avanti comincia il Terzo Tempo della Curva Sud, fatto di cori e torce in ricordo degli amici che non ci sono più, cori a sostegno dei diffidati e di ringraziamento per gli ospiti arrivati da fuori città.

In più, oggi, un tributo speciale dedicato ad un ragazzo della curva di Manfredonia scomparso prematuramente, che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di molti anche qui a Fasano, Pasquale Cotugno, ricordato con uno striscione e l’accensione di alcune torce.

Terminato questo momento, si passa al Quarto Tempo, che si svolge interamente nei pressi del bar della Curva Sud (un curioso caso di architettura sud-tirolese esportato alle pendici della Selva).

Un momento per stare insieme all’insegna della goliardia, dello “svacco” e dei cori “ignoranti”, che termina solo quando l’ultima goccia di birra viene spillata e l’ultimo goccio di Borghetti versato.

Quello è il segnale che avverte tutti i presenti che è giunta l’ora di lasciare lo stadio per trasferirsi nella sede degli Allentati, dove ha luogo il Quinto Tempo, rituale che vede ancora tutti i gruppi ultras della Sud assieme, per bere e consumare gli avanzi del pranzo pre-partita, commentando il match del giorno, il tifo espresso in curva e cominciando già a programmare la prossima trasferta, così come gli impegni societari della settimana che sta per cominciare.

La stanchezza inizia a farsi notare sui volti dei presenti che, con l’avvicinarsi dell’ora di cena, cominciano ad andare via.

 

Ringrazio tutti per l’ospitalità e li saluto, pronto a congedarmi anch’io in vista del Sesto Tempo (!), da effettuarsi rigorosamente nella sede della Fasano Ultras, mangiando qualcosa e bevendo l’ennesima birra della giornata (“non vorrai mica metterti a guidare a stomaco vuoto?”) mentre si guarda tutti assieme la partita odierna del Fasano, trasmessa in tv.

Perché in effetti, tra tutto quel cantare, saltare, sbracciarsi e battere le mani, e chi ha avuto il tempo per guardare la partita?

Testo di Giangiuseppe Gassi.
Foto di UccioFasanboyLaguardia.