Torna alla ribalta il problema delle sanzioni comminate ai lanciacori della Curva Sud di Roma. Nella giornata di ieri è stato infatti notificato un Daspo della durata di due anni a un ragazzo già multato due volte per aver infranto il regolamento d’uso dello stadio Olimpico. Un vero e proprio tiro al bersaglio – quello ai danni degli ultras giallorossi – che sembra non avere termine e di tanto in tanto si arricchisce di paradossi e particolari scabrosi.
Ci sono a tutti gli effetti due realtà che marciano di pari passo nella Capitale: una che saltuariamente esplode colpi contro il tifo organizzato, tentando in tutti i modi di destabilizzarne l’esistenza e minare le sue fondamenta. E l’altra che ne incentiva il modus operandi, complimentandosi per tifo, coreografie e ambiente creato allo stadio. È paradossale, peraltro, notare come spesso i “firmatari” di simili atteggiamenti siano persino gli stessi, vedasi ad esempio il modus operandi della stampa.
Fa un certo effetto pensare alle scenografie degli ultras messe su biglietti e abbonamenti o persino ai loro spettacoli pirotecnici utilizzati per imbellettare sintesi e immagini di repertorio quando poi gli stessi in altri contesti vengono ritenuti veri e propri reati, comportamenti da punire sia pecuniariamente che con l’inibizione dagli stadi. È ovvio che questo sia un vero e proprio sistema perverso, per cui occorra una profonda modifica sia del regolamento d’uso degli stadi che dell’approccio logico di Questure e Commissariati del caso.
Nel frattempo i “palchetti” per i lanciacori, annunciati in pompa magna qualche mese fa, restano una vera e propria chimera. Degli spazi che sarebbero dovuti essere allestiti per coordinare il tifo nelle due curve dell’Olimpico non v’è traccia e – oltre allo speranzoso clamore suscitato all’inizio – non sembra neanche che la cosa possa andare in porto con tempistiche brevi. Anzi, in realtà il tutto sembra essere lentamente scemato.
Va ricordato che dal loro rientro in Curva Sud la condotta dei tifosi giallorossi allo stadio Olimpico è stata pressoché esemplare. Nella Capitale non si registrano tensioni o episodi incresciosi ormai da tempo. Ragion per cui questo genere di provvedimenti sembrano ancor più un vero e proprio accanimento volto a smantellare uno spazio aggregativo che fondamentalmente si addossa l’unica colpa di sostenere con voce, bandiere, striscioni e cori la propria squadra del cuore.
Attualmente i lanciacori sottoposti a Daspo per la doppia violazione del regolamento d’uso sono due. Per entrambi è pronto il ricorso al TAR, con la speranza che si possa finalmente mettere una pietra tombale sulla vicenda.
Simone Melon i