Al netto di divieti, restrizioni e calo della passione attorno alla sfera di cuoio, quella tra Roma e Atalanta continua a essere una sfida in grado di catalizzare una discreta attenzione e scaldare gli animi dei presenti. Per l’occasione viene “concesso” ai supporter orobici di acquistare i tagliandi anche senza tessera del tifoso. Cosa avvenuta per la prima volta nel 2019 ma su cui l’Osservatorio fece un passo indietro lo scorso anno. L’illogicità e la pretestuosità di talune scelte appaiono sempre molto chiare quando ci si imbatte nel modus operando di questi signori, ma è alquanto inutile sottolinearlo: ormai è lapalissiano agli occhi di tutti.

Sono circa cinquecento i biglietti venduti dai seguaci della Dea, ovviamente fomentati da una squadra che ormai da diversi anni si attesta ai vertici del calcio nazionale e che in questo inizio campionato sembra poter dire la sua anche per la testa della classifica. Non da meno ovviamente il pubblico romanista, che fa registrare l’ennesimo sold out dalla stagione passata.

Ammetto di non essere un amante delle coreografie realizzate dalla società, ma per onestà devo anche dire che quella organizzata quest’oggi ed esposta da tutto lo stadio (fatta eccezione per la Curva Sud) ha un suo perché, riuscendo a non risultare pacchiana ma, anzi, molto gradevole nella sua semplicità; fatta di cartoncini gialli e rossi mostrati in orizzontale. Non ci troviamo di certo davanti agli spettacoli immondi dello Juventus Stadium, dove simili scenografie vengono messe in piedi più che altro per lenire la cacciata degli ultras dalle curve. Risultando tuttavia patetiche (oltre che mal riuscite).

Tornando alla sfida degli spalti, non si può non tener conto degli ingenti cambiamenti avvenuti in seno alla tifoseria atalantina. Lo scioglimento dei Supporters (e la perdita di ogni punto di riferimento) ha ovviamente lasciato un segno tangibile. Senza voler scendere troppo in dinamiche che non conosco e su cui non posso permettermi di commentare, dico che a livello visivo e di compattezza gli ultras lombardi hanno ovviamente perso molto. Si percepisce appieno il momento di transizione e risulta anche difficile capire quale sia l’iter intrapreso dalla tifoseria.

Guardandoli con attenzione ho notato una sorta di frattura: la parte inferiore – quella appoggiata alle balaustre – ha seguito la partita in maniera più silente, tradendo un’immagine più quadrata e bellicosa. Mentre qualche fila più sopra tamburo e megafono dettavano i tempi dei cori. Certo, nessuno se la prenda, ma le prestazioni a cui ci avevano abituato gli orobici nella loro storia sono attualmente assai lontane. Cosa alquanto fisiologica visto il momento interlocutorio della Nord.

Sicuramente ciò che non hanno smussato (fortunatamente) è l’atteggiamento poco amichevole con le tifoserie avversarie. Oltre ai vari cori scambiati con buona parte dello stadio, ne è dimostrazione la “corsetta” di buona parte del contingente ospite verso la Nord, con seguente lancio di bibite. Nulla di realmente importante, ma un atteggiamento che denota comunque vitalità. Del resto quella con i romanisti resta una delle sfide più attese e se in passato è stata contrassegnata da episodi cruenti, anche gli ultimi anni sono stati spesso forieri di tensioni.

Su sponda romanista la Sud si presenta con diversi buchi nei primi minuti della gara. Il motivo è presto detto: come spesso capita la non impeccabile macchina organizzativa dell’Olimpico si è trovata a fare i conti con il malfunzionamento dei tornelli, cosa che ha prodotto oltre quaranta minuti di fila al di fuori del settore, con persone ammassate le une sopra le altre e ordinarie scene di isteria collettiva da parte di chi – giustamente – voleva semplicemente entrare allo stadio anziché trovarsi in un pollaio senza sufficiente ossigeno. Quando ci propinano la notizia dei borsoni contenenti armi rinvenuti prima di derby o partite di cartello, si potrebbe chiedere perché in fase di bonifica non venga controllato così accuratamente anche il funzionamento dei dispositivi d’accesso? In fondo morire soffocati o schiacciati non sarà una morte da spiattellare in prima pagina, ma è pur sempre evitabile con un po’ di attenzione. E per quanto visto in oltre vent’anni di stadio mi sento di affermare che solo il fato ha limitato i danni in questa direzione. Non certo il lavoro del personale preposto.

Ci si chiede come sia possibile che puntualmente, ogni anno e ogni stagione, si ripresenti questa situazione? Quando si riempiono pagine di giornali sulla sicurezza negli stadi si continua a non evidenziare mai come – paradossalmente – spesso e volentieri a non garantirla siano proprio tutti quei dispositivi partoriti da menti istituzionali durante i vari “giri di vite” contro la violenza. Chi frequenta domenicalmente lo stadio, in realtà, sa che la verità è ben diversa e che spesso il connubio steward/tornelli produce effetti esplosivi, con i primi perennemente impreparati a qualsiasi situazione. A testimonianza di come (almeno in Italia) siano la figura più inutile e ingombrante creata dal calcio contemporaneo!

Per quanto riguarda l’aspetto canoro, gli ultras capitolini bissano la buona prestazione di tre giorni prima contro l’HJK Helsinki, dimostrandosi in ottima forma. In particolar modo apprezzo il fatto che la Sud abbia ripreso in maniera alquanto costante a mettersi in mostra con granitici battimani, sempre stati un marchio di fabbrica per i giallorossi. La decisione di non sventolare i bandieroni per tutti i 90′ ha restituito un’immagine più omogenea del settore, andando a ritroso di qualche anno. Pur apprezzando tantissimo la presenza di molti bandieroni, infatti, va ricordato che la loro presenza si è quintuplicata nella Penisola in seguito all’ondata repressiva del 2007 che vietava tutti gli striscioni senza autorizzazioni, lasciando invece più respiro a questi vessilli.

Oggi che la morsa si è un po’ allentata, trovo intelligente trovare una sintesi tra i vari modi di stare in curva. Anche perché il lavoro unitario fatto dai romanisti parte da lontano e non è affatto facile mantenere gli equilibri. Eppure al momento la riuscita è buona – malgrado i margini di miglioramento siano tanti – e ha ritirato fuori ancor più identità e senso di appartenenza.

In campo è l’Atalanta a spuntarla con un gol di Scalvini nel primo tempo. Nonostante l’arrembaggio della Roma gli uomini di Gasperini riescono a contenere portando a casa tre punti d’oro e festeggiando a fine gara con i propri tifosi. Applausi anche per una Roma a cui il pubblico riconosce di aver dato tutto in campo. All’orizzonte si staglia la sosta per le Nazionali. Al rientro la squadra di Mourinho sarà impegnata a San Siro contro l’Inter mentre l’Atalanta ospiterà la Fiorentina.

Simone Meloni