Archiviata la festa promozione, sia sul rettangolo di gioco nell’ultima partita disputata tra le mura amiche dove il Rimini ha salutato la Serie D giocando contro il Lentigione, se n’è poi svolta un’altra in centro storico, nella centralissima Piazza Cavour, dove la squadra, dopo essere stata premiata dall’amministrazione comunale per il bel traguardo raggiunto con il ritorno al calcio professionistico, si è poi concessa ai tanti tifosi e simpatizzanti intervenuti, rumorosi e colorati con bandiere, cori e fumogeni.

Durante un’estate finalmente tranquilla dal punto di vista societario, molto attivo sul mercato il sodalizio biancorosso che ha allestito una formazione che questa volta, almeno sulla carta, dovrebbe essere all’altezza delle aspettative della città, che si auspica di interrompere l’ascensore tra C e D e magari raccogliere anche qualche gioia. Nel frattempo si sono finalmente svolti i lavori di sostituzione del manto erboso, in linea con i nuovi parametri imposti per l’omologazione ai campionati professionistici. Il prossimo step di lavori dovrebbe prevedere la copertura del settore distinti.

Prima che il campionato iniziasse infine, bella iniziativa che ha visto coinvolte varie componenti del tifo, la dirigenza e le istituzioni che, chiamate ad approvare il progetto, hanno concesso – a 10 anni dalla scomparsa della storica tifosa biancorossa Tina Pari, di ritirare il suo seggiolino in tribuna centrale e sostituirlo con una scultura raffigurante una farfalla biancorossa, al fine di omaggiarla la sua inesauribile fede biancorossa che dagli anni ’70 l’ha vista sempre presente al seguito della squadra, in trasferta e in casa dove, in partite di cartello, accompagnava spesso i giocatori sul terreno di gioco regalando loro fiori biancorossi. L’evento è stato poi opportuno per rivolgere un pensiero anche ai tanti altri tifosi e tifose che hanno lasciato prematuramente la loro squadra del cuore e i loro amici sugli spalti.

In concomitanza con questa breve cerimonia, negli uffici della Lega di Serie C venivano diramati i calendari ed ovviamente la aspettative di tutti sono montate vertiginosamente quando è stato annunciato che alla seconda giornata il Cesena sarebbe stato ospitato al “Romeo Neri”.

Incassato il via libera dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive alla vendita dei biglietti, la partecipazione di pubblico ha fatto tornare in mente numeri e sensazioni di cui non si vedeva traccia dagli anni della B, infatti tra biglietti venduti e abbonamenti il dato finale si attesterà attorno ai
6500 spettatori.

Per caricare poi ulteriormente la squadra, durante l’ultimo allenamento del sabato mattina, la Curva di casa ha voluto presenziare per incitare i giocatori a dare il massimo sul terreno di gioco in vista di una di quelle partite da vincere ad ogni costo. Sul fronte ospite, andati letteralmente a ruba tutti i tagliandi dei due settori riservati per un totale di 1.250 biglietti, ai quali si sono aggiunti altri 200 tifosi bianconeri in possesso della Fidelity Cesena Card che hanno potuto acquistare un biglietto per il la Tribuna laterale lato monte, settore solitamente adibito ai locali.

Una novità di non poco conto è la presenza in Curva Est di un nuovo striscione omonimo che va ufficialmente ad unificare il tifo biancorosso proprio a partire dall’importante sfida odierna, dopo anni di vuoto a causa delle numerose diffide dopo le trasferte di Montevarchi e Teramo che portarono alla fine dell’allora gruppo guida. Oltre ai daspo, gli anni delle restrizioni Covid e la retrocessione in D hanno fatto il resto, raffreddando le velleità di chiunque, lasciando tutto allo spontaneismo. Ora il ritorno al professionismo, la possibilità di potersi confrontare nuovamente con tante grosse piazze del tifo e la fine dei limiti di capienza hanno quindi portato al varo della sigla Curva Est Rimini, la cui bontà del progetto potrà stabilirla solo il tempo.

All’ingresso delle squadre in campo da una Est finalmente bella piena, si alzano cartoncini biancorossi con al centro un telone raffigurante il logo della squadra, mentre dal settore bianconero, gli ospiti sventolano bandierine con il logo del Cavalluccio oltre ai bandieroni dei principali gruppi della Curva Mare, WSB in testa.

Già dal pre-partita le due Curve non si risparmiano. Tanti battimani e un buon tifo nonostante la distanza dal terreno di gioco non agevoli il loro compito. A tal riguardo i riminesi espongono uno striscione che invita a riavvicinarla al terreno di gioco come negli anni ’80 e che quest’idea non rimanga mera proposta da campagna elettorale.

Il vantaggio ospite in campo, galvanizza maggiormente i bianconeri, che intonano classiche canzoni romagnole come “Romagna e Sangiovese” ma anche tormentoni ultras come “Un giorno all’improvviso”. Ovviamente non mancano neppure gli sfottò, da una parte e dall’altra, mentre un secondo striscione dalla Est ironizza sull’attuale proprietà americana in seno al Cesena sul titolo sportivo del Martorano con cui il Cesena è ripartito dalla D dopo il fallimento della gestione Lugaresi. Successivamente altri due striscioni sempre dalla Est alludono a contatti tra tifoserie e denunce, che nella partita di ritorno potrebbero facilmente ricevere una replica, dato il pesante contenuto.

Sul rettangolo verde, un Rimini opaco non riesce a trovare il goal del pareggio, così il cinico Cesena si porta a casa l’intera posta in palio, parziale risarcimento dopo la battuta d’arresto tra le mura amiche alla prima giornata, vittoria che rasserena anche il clima fra tifosi e squadra, al novantesimo portatasi sotto il settore per festeggiare.

Anche i giocatori in maglia a scacchi biancorossa si portano sotto la Curva, ovviamente meno felici per non essere riusciti a ripagare il proprio pubblico, che però ringraziano per il sostegno ricevuto durante tutta la partita.

Da menzionare in chiusura, sempre nella Curva Est, due stendardi in ricordo di altrettanti ragazzi prematuramente scomparsi, quello di Gavino già presente dallo scorso campionato a cui si è purtroppo aggiunto, a seguito di incidente stradale, quello per Mattia “Busca”, piccoli gesti che permettono al ricordo di restare grande e travalicare il tempo.

Gilberto Poggi