Come può finire una stagione caratterizzata da divieti, chiusure, inibizioni e biglietti contingentati? Con un settore ospiti chiuso, ovviamente! La motivazione? Le recenti faccende che hanno riguardato le due tifoserie genovesi. Non la rivalità tra romanisti e genoani. Non un episodio specifico accaduto all’interno dello stadio. Nulla di tutto ciò. Ormai l’Osservatorio si erge – come ha ben detto Lorenzo Contucci in un suo post – a “giudice sportivo delle tifoserie”, prendendo in esame fatti e contesti che nulla hanno a che vedere con una normale assegnazione di pericolosità alle partite prese in esame. “Vendita inibita ai residenti in Liguria”, uno dei nuovi stratagemmi di ONMS, con cui in maniera alquanto patetica si vorrebbe far credere che in realtà non si è vietata la trasferta, ma solo inibita all’area geografica dove – per lor signori – risiedono i tifosi “cattivi”. In realtà sanno bene, soprattutto in questi casi, che chiudere la vendita nella regione di provenienza di una squadra, che certamente non vanta migliaia di seguaci in tutto lo Stivale, significa chiudere il settore. Che infatti, il giorno dopo questa decisione, la Roma decide di mettere in vendita ai propri tifosi. La cosa triste è che ormai tutto accade e si protrae nel silenzio di tutti, tifoserie comprese. Da un anno e mezzo a questa parte è ripresa forte la mannaia del divieto e, come già detto in passato, inesorabilmente – se non si prova in qualche modo a riportare in auge la questione – questa strada porterà a ricalcare appieno il modello Grecia: trasferte vietate nel 90 percento delle sfide.

Del resto è quasi matematico: succede qualcosa nella partita X? Ti vieto la trasferta da qui al resto della tua vita. Va da sé che prima o poi finiranno le partite e i settori ospiti saranno completamente inibiti. Ma il livello si è incredibilmente innalzato: l’Osservatorio ha totalmente dismesso – o per meglio dire neanche si pone più il problema di far finta – i panni di un organo atto solamente a dare indicazioni a Prefetti e Questori, divenendo di fatti un tirannico censore, che con le sue mannaie fa tabula rasa senza troppi scrupoli. Occupandosi ormai di questioni ben oltre quelle calcistiche. E punendo, come si fa con i bambini e in modo del tutto anti-costituzionale, senza tener minimamente conto della responsabilità individuale. La domanda che un persona dotata di materia grigia dovrebbe fare è: ma se a Genova ci sono tensioni tra doriani e genoani, perché vietare le trasferte a entrambe? Quale sarebbe il rischio che si correrebbe? La realtà è che a qualcuno non sembra vero di potersi ormai appellare a ogni minuzia, in nome dell’ordine pubblico, per bypassare il proprio lavoro e starsene comodamente dietro a un tavolo con un bel piatto di pasta al forno, anziché organizzare un minimo ordine pubblico. Roma-Genoa senza i supporter del Grifone, semplicemente è una partita senza significato. Ma la cosa ancor peggiore sapete qual è? L’esaltazione del piccolo stuolo di rossoblù non residenti in Liguria e presenti nell’angolo alto della Monte Mario. “Gli indomiti” si è affrettato a dire qualche commentatore, omettendo che di indomito c’è solo la vergogna con cui si gestiscono i tifosi in trasferta in Italia. Al divieto neanche un cenno. Perché probabilmente neanche si sa, neanche si perde tempo ad affrontare talune questioni. Proprio da questa indifferenza nascerà il modello Grecia 2.0. Ma ovviamente, da buoni italiani, ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi (ammesso che già non lo sia!).

Venendo alla sfida odierna: proprio in virtù di quanto sopra, l’Olimpico registra il suo record di presenze da quando è stato effettuato il restyling in vista di Italia ’90, con 67.334 spettatori. Un po’ in controtendenza rispetto alla classica ultima giornata in casa, i romanisti rispondono anche con un ottimo tifo. La Sud tiene botta per tutti i novanta minuti, mettendosi in mostra con manate granitiche e cori tenuti a lungo; notevoli i tanti fumogeni accesi all’unisono in zona Brigata De Falchi, con gli storici stendardi di Settecamini a stagliarsi tra la densa coltre. In Nord si chiude in bellezza: primo tempo sul muretto, con tanti fumogeni e bandieroni, e secondo tempo in basso, nel tentativo – riuscito – di dare la spinta decisiva alla squadra. Che alla fine otterrà i tre punti grazie al gol di Lukaku. Un’ultima giornata che suggella la grande annata dei ragazzi che seguono la gara sulla vetrata lato ospiti. Un’annata in cui sono riusciti spesso a trascinare l’intero settore, mettendosi in mostra con striscioni significativi, discreto utilizzo della pirotecnica e materiale sempre curato. Dal dopo Covid è innegabile che una spinta in più al tifo della Roma l’abbiano data loro, ma anche tutti coloro i quali vivono lo stadio da ultras e si ritrovano disseminati in gruppi e gruppuscoli nella Tevere (la fumogenata col Bayer Leverkusen è stata senza dubbio l’apice). Da segnalare il ricordo di due figure iconiche per la tifoseria romanista: la prima è quella di Roberto Rulli, scomparso il proprio il 17 maggio di trentaquattro anni fa e ricordato da uno striscione esposto dal Gruppo Quadraro e dal coro scandito da tutta la curva. La seconda è quella di Luca Carroccia, prematuramente deceduto nel 2006.

Come detto, la Roma si impone per 1-0 e conclude la sua stagione casalinga con un giro di campo (di fronte a pochi in realtà, dato che nessuno si è premurato di avvertire il pubblico). Salutato con grande affetto l’ex Kevin Strootman, che va a prendersi cori e applausi proprio sotto la Sud.

Simone Meloni