Più di ottomila spettatori per per una partita di quarta serie? A San Benedetto del Tronto è possibile. Sono per la precisione 8.228 i convenuti per il big match contro la capolista Campobasso, ultima chiamata per cercare di raddrizzare quella che doveva e poteva essere la stagione del rilancio, ma si è rivelata una rincorsa finora infruttuosa ai lupi molisani molto più continui in termini di risultati.

Non è però un mero exploit del momento, considerando che quasi tutte le partite interne al Riviera delle Palme si sono viste presenze altrettanto importanti, con il settore popolare sistematicamente esaurito in ogni ordine di posto, cosa che restituisce la portata della fame di calcio ma anche del potenziale della tifoseria della cittadina adriatica.

Non so quante miriadi di foto possiedo di questo impianto, in due occasioni l’ho persino visitato in qualità di tifoso, ma entrare sul terreno di gioco con questo pubblico, beh, è stato parecchio emozionante!

Ed è proprio dal dischetto di centrocampo che parte la mia giornata di fototifo, con la curva di casa piena zeppa che, come esordio, sceglie di partire con il celebre “blu è il colore del mare, rosso è il colore del vino….”, a mio giudizio uno dei cori più belli del panorama ultras nazionale; segue l’inno ufficiale della Samb, cantato da tutto lo stadio, con l’aggiunta di una bella sciarpata che dalla curva nord si estende fino ai distinti. Al momento dell’ingresso delle squadre in campo, la curva di casa espone uno striscione in memoria di Constantino Borneo, ex giocatore della compagine rossoblu nella stagione 2004/2005, deceduto a 51 anni dopo una grave malattia.

Posizionatomi inizialmente proprio nei pressi dei locali, noto dipinta sul volto dei vari colleghi a seguito del Campobasso, un’espressione di sbalordita meraviglia al cospetto del tifo dei padroni di casa, alla quale non posso che unirmi: compattezza assoluta nei cori, battimani e sventolio di bandiere e bandieroni nella cui moltitudine apprezzo moltissimo quello con la maglia della Samba ai tempi della Serie B ma anche il due aste in memoria di Carla e Maria Teresa, le due tifose morte nel tremendo incendio del Ballarin del 7 giugno 1981.

Verso la fine del primo tempo, la curva di casa espone anche uno striscione di sostegno per un diffidato mentre, sempre a proposito di sostegno, per l’occasione si notano i drappi di Schickeria del Bayern Monaco e Magliana della Roma, questi ultimi autori di uno striscione per celebrare il compleanno della Samb, festeggiato lo scorso 4 aprile. Bellissimo anche lo striscione esposto a metà ripresa in onore della storica curva sud del Ballarin, purtroppo demolita di recente con grande dispiacere per chi su quei gradoni c’è cresciuto o di quel che rappresentavano in termini di memoria a partire dalla già citata vicenda del rogo.

Dopo qualche sfottò indirizzato alla tifoseria ascolana, nella parte finale di partita si rivede una bella sciarpata a tutto settore; al fischio finale invece, dopo oltre novanta minuti di sostegno, la curva esprime tutto il proprio disappunto alla squadra, per questa sconfitta che spegne le ultime velleità di vittoria del campionato.

Sono parecchie le occasioni in cui ho seguito anche in trasferta la tifoseria campobassana, ma quella di oggi me la ricorderò per parecchio tempo: in mancanza di riscontri numerici ufficiali, le stime variano da quelle più prudenti a quelle più ardite. Sta di fatto che polverizzata in breve la prima scorta di 1.100 biglietti ne sono stati messi a disposizione altri 150 mentre vari tifosi molisani che avevano ripiegato per altri settori, sono stati comunque intercettati e dirottati in quello riservato agli ospiti. Si può anche speculare in positivo o in negativo sui numeri ma il colpo d’occhio è davvero notevole.

Sicuramente non è stato facile coordinare il tifo, con questi numeri e con la presenza degli occasionali, ma già dal prepartita i molisani cercano di entrare in confidenza con il proprio pubblico. Bella sciarpata ad inizio partita, tra le migliori viste da quando seguo le vicende dei lupi e si vede anche qualche fumogeno a migliorare il colore. Grazie alla conformazione dell’impianto con i suoi settori completamente coperti, si ha un’acustica davvero invidiabile, tanto che anche a distanza dagli ospiti, riesco comunque a sentire distintamente alcuni loro cori secchi, ma un autentico boato è quello che esplode al 40°, complice la rete del Campobasso che porta la gioia all’apice.

Nei secondi quarantacinque mi posiziono sotto di loro, i Bad Brainz si fanno notare per l’esposizione di uno striscione di auguri per un neonato tifoso rossoblù a cui mi accodo, positivo è anche il coordinamento nello sventolio dei bandieroni, mentre il repertorio canoro è sì lo stesso di sempre, ma i decibel sono decisamente più alti. Al “Campobasso spezzato” è bello vedere la quasi totalità del settore, prima urlare a squarciagola, poi alzare le mani all’unisono. Simpatici anche i vari due aste, in balaustra invece si vede anche il drappo degli amici dei Pugnatores dell’FSV Francoforte, omaggiati anche con un coro.

Molto bella la sciarpata verso la metà del secondo tempo e col passare dei minuti, sale anche il livello del tifo, complice il positivo risultato del campo. Al fischio finale parte la grande festa tra squadra e pubblico ospite, che celebra questa importante vittoria in ottica promozione, considerando che a tre giornate dalla fine, sono quattro i punti di vantaggio del Campobasso sull’Aquila.

Qualche sfottò isolato tra singoli tifosi, dettato più che altro dalla posta in palio, ma durante la partita, tra le due curve ha prevalso lo stesso rispetto visto nella partita di andata.

Superfluo dire che Sambenedettese e Campobasso non c’entrano nulla con questa categoria, ma constatarlo di persona e fuor di retorica, nel giorno sacro del pallone e nel “tempio del tifo” che è questo stadio, fra i più belli in Italia per atmosfera, riconcilia letteralmente con questo spesso bistrattato sport.

Francesco Passarelli