Quando i Basilesi fanno visita allo stadio di San Gallo risultano spesso numerosi e così anche questa domenica, in cui si presentano in 7-800 unità al seguito dell’attuale capolista del massimo campionato Svizzero. E si faranno notare subito: i primi cori del settore, molto compatto, partono molto prima della partita, con la curva biancoverde di casa a rispondere. Tra le due tifoserie non corre buon sangue, seppur è da molto che non si verifichino episodi da segnalare.

Da due anni lo Young Boys di Berna è padrone del campionato svizzero, interrompendo la striscia del Basilea che in precedenza aveva vinto otto campionati di fila. Il fatto che proprio in questo periodo il Basilea si ritrovi con una squadra all’altezza e ricominci a sfidare i Bernesi, sembra aver dato una spinta in più ai rossoblù. Ma anche tra le mura del San Gallo, in questo momento, c’è entusiasmo visto che i Sangallesi hanno vinto le ultime quattro partite di fila e conquistato il terzo posto in classifica.

Il pubblico quindi – sia i locali che gli ospiti – onora la partita arrivando ad un totale di 16.912 spettatori. Numero assolutamente alto per il campionato Svizzero e anche per San Gallo, visto che la capienza dello stadio è attorno alle 19.500 unità ed il meteo non è dei migliori, considerando che pioviggina e fa freddo.

La tifoseria Sangallese consiste di una varietà di gruppi che presenziano dietro lo striscione “Espenblock”, rappresentativo dell’intera tifoseria. Uno di quei gruppi, i “Saint Brothers”, recentemente ha festeggiato il suo decennale: più precisamente nella partita contro il Servette di Ginevra in cui hanno usato materiale pirotecnico in abbondanza. Da qui è scaturita la decisione della questura di San Gallo che ha emesso un divieto relativo a bandiere, striscioni e ogni altro materiale per tifare nella partita San Gallo – Thun. Ovviamente l'”Espenblock” non ha digerito questa decisione ed ha effettuato uno sciopero per 90 minuti nella suddetta partita.

Contro il Basilea invece i tifosi biancoverdi tornano a tifare, ma a focalizzarsi sul divieto sono soprattutto i tifosi ospiti: all’inizio della partita alzano un bandierone copricurva trasparente seguito da una maxi-fumogenata condita anche da razzi e dallo striscione “I divieti di bandiere non hanno senso”. Devo dire che l’azione mi è piaciuta particolarmente, come poi anche il continuo susseguirsi di cori interessanti, fantasiosi e melodici con molto testo. Uno in particolare racconta dei quartieri di Basilea, al quale seguono – dal punto di vista vocale – tuffi nel passato così come salti in avanti, verso il prossimo titolo. A conti fatti, un tifo convincente sotto ogni punto di vista.

Tra i locali all’inizio dominano sciarpe, due aste, bandieroni biancoverdi e tanta voce, tanta voglia di tornare al proprio posto. La Curva canta incessantemente, mentre il resto dello Stadio – settore ospiti escluso – segue la partita con attenzione, ma senza intonare cori. Questo ha un certo peso perché nella partita del divieto, i tifosi non-ultras presenti allo stadio hanno lanciato qualche coro e persino fischiato la Curva per la decisione di non cantare. Questo succede – brevemente – anche nella partita col Basilea: l’”Espenblock” osserva dieci minuti di pausa del tifo, tra i minuti 15 e 25, e riprende solo dopo a cantare – tra il malcontento e qualche mugugno del resto dello stadio.

Verso la fine della partita – bollente, interessante, ma senza reti – cercano di spingere i biancoverdi alla vittoria, e qui lo stadio sembra comunque più unito di prima. Nonostante questo, la partita finisce a reti inviolate.

Remo Zollinger