Mentre in Serie C regna ancora tanta confusione con squadre che a tutt’oggi devono disputare una partita di campionato, il comitato regionale umbro, il primo novembre, decide di ufficializzare la disputa di un’importante finale mettendo in palio già il primo trofeo della stagione.
In questa data si disputa già la finale di Coppa Italia d’Eccellenza che, oltre ad assegnare il trofeo, designerà anche la squadra che disputerà le fasi nazionali a febbraio, in cui affronterà le altre compagini delle regioni del resto d’Italia vincenti le rispettive coppe.
Questo ulteriore trofeo garantirà, a chi sarà in grado di conquistarlo, la promozione diretta in Serie D al termine dell’attuale stagione. Quindi l’importante partita odierna si disputa alle 15, in campo neutro, e la scelta è ricaduta a nord dell’Umbria e dei due centri interessati: il “Corrado Bernicchi” di Città di Castello, avente una grande tribuna, coperta nella parte centrale e scoperta ai lati, pur essendo tutta unita.
Le squadre che vanno ad affrontarsi sono il San Sisto, una frazione del comune di Perugia (diciamo ormai un prolungamento dello stesso capoluogo umbro, abitato da circa 14.000 abitanti), ed il Foligno che, dopo il fallimento di due anni fa, è ripartito dal basso con molta umiltà ed ora sta scalando piano piano le varie categorie calcistiche.
Fortunatamente, trovandomi nella regione umbra e, stando nei dintorni, posso seguire questa interessante finale (interessante soprattutto per la presenza dei folignati al seguito). Già so che il San Sisto non ha nessun gruppo ultras organizzato, ma per l’occasione potrebbe esserci sempre qualcosa pur occasionale, mentre da Foligno mi aspetto un seguito comunque accettabile, senza trascurare che si arriva da un fallimento recente.
L’ultima volta che il Foligno vinse la Coppa Italia d’Eccellenza umbra fu il 10 febbraio del 2003; sono passati più di 15 anni dall’ultima volta e la sfida vittoriosa contro la Fortis Terni si svolse al “Renato Curi” di Perugia. Accorsero per l’occasione oltre mille tifosi folignati. Tanta acqua sotto i ponti è passata in oltre 15 anni e soprattutto tante cose sono cambiate da allora, tra repressione, leggi e regole sempre più rigide che di fatto hanno portato allo svuotamento degli stadi.
Sicuramente anche la società è cambiata parecchio, per cui quest’oggi non mi aspetto di certo una grande presenza, ma comunque dignitosa. Una volta messo piede in campo mi rendo subito conto di quanto appena scritto in precedenza e sugli spalti dell’impianto di Città di Castello sono presenti circa 400 spettatori, di cui oltre trecento di fede folignate.
Sinceramente per una finale, seppur di Eccellenza, mi aspettavo qualcosa di più in fatto numerico, ma ormai è un dato di fatto: la gente non è più presa dal calcio, e non parlo solo in termini ultras. ma anche e soprattutto di normali tifosi, appartenenti all’una o l’altra squadra o semplicemente appassionati di calcio.
Sono convinto che tra qualche anno, nemmeno troppo lontano, il sistema imploderà e molto lentamente il calcio, almeno quello minore a certi livelli, sia costretto a dare forfait o giocare, anche partite importanti come queste, davanti a pochi intimi. Ovviamente non mi riferisco solo alla partita in questione, ma molto più in generale; inoltre, girando spesso i campi della penisola è questo che mi balza all’occhio, dati tra l’altro confermati dalle normali statistiche. Ma basta vedere una foto o un filmato solamente, per rendersene conto.
Comunque bando alle considerazioni personali, andiamo avanti e analizziamo la partita in questione più da vicino. Come mi aspettavo la tifoseria del San Sisto è presente in una sessantina di unità in una porzione di tribuna coperta, senza nessuno striscione e nessuna bandiera al seguito. Inoltre i perugini seguiranno la partita seduti per tutto il tempo, senza professar nessun coro ma lasciando campo libero agli ultras folignati.
Sono proprio gli ultras del Foligno ad occupare la scena essendo presenti in oltre un centinaio di unità, sotto la parte di tribuna coperta (la giornata è nuvolosa e ha piovuto fino a pochi minuti dall’inizio della sfida), dietro la “pezza” attuale e con l’aggiunta della sezione di Bevagna e quello per i Diffidati.
Da segnalare, per l’occasione, anche la presenza degli unici gemellati (come più volte cantato nel corso della partita) di Brindisi con lo striscione “Teenager Korps 1988”.
A livello coreografico gli ultras biancoazzurri non fanno niente di eccezionale, dato che all’infuori di un paio di bandierine non hanno nulla; però, già dal prepartita, danno la carica ai loro beniamini intonando cori accompagnandoli sempre con discreti battimani.
Durante la prima frazione i sostenitori della “Bucciarelli” sono autori di un tifo tutto sommato degno di una finale, non fermandosi praticamente mai e tifando molto bene. Il loro cavallo di battaglia, che va per la maggiore, sono i battimani, eseguiti da tutti i presenti. A metà gara sono autori anche di una bella sciarpata, seppur non troppo fitta.
A cinque minuti dalla fine la squadra passa in vantaggio grazie a Ventanni ed alla complicità del portiere De Marco che interviene goffamente su un tiro senza pretese facendo rotolare la palla in rete, per la gioia degli ultras presenti, i quali esulteranno per alcuni minuti.
Nel secondo tempo gli ultras del Foligno ripartono alla grande tifando ancora con più maggiore convinzione ed alzando un pochino l’intensità corale, comunque sempre sopra le righe.
Al sedicesimo della ripresa, in appena dodici minuti, la squadra segna altre tre reti chiudendo di fatto la pratica San Sisto, ed esultando con molta foga a tutti e tre i gol.
Nell’ultimo quarto d’ora, mentre in campo è pura accademia, sugli spalti i sostenitori biancoazzurri si sbizzarriscono effettuando dapprima una sciarpata per poi continuare con cori goliardici, per i gemellati di Brindisi e contro i rivali storici dell’una e dell’altra sponda, ossia Perugia e Lecce.
Al triplice fischio finale tripudio sia in campo che sugli spalti, con i giocatori che dopo essere stati premiati ed aver alzato la coppa, festeggiano cantando ed ammirando i propri sostenitori, rimanendo tutti abbracciati sotto di loro.
I falchi hanno mosso il primo passo per tornare a volare, chissà se ci riusciranno come avvenuto già quindici anni fa, quando spiccarono il volo fino ad arrivare ai play off della Serie C1 e giocarsi un posto per la serie B…
Marco Gasparri