Doveva essere l’occasione per mettere un punto e andare a capo. E tale è stata, cominciando a guardare al presente e al futuro, lasciando alle spalle quel chiacchiericcio che fa solo male a tutto l’ambiente e molto spesso pone le proprie basi sul nulla. Un nulla in cui l’ “io” prevale sul “noi” in una corsa al consenso fine a se stessa che vuol dire solo una cosa: distruzione. In questo momento sarebbe opportuno tacere, ascoltare, proporre, partecipare, vigilare e costruire, sempre tenendo conto che non possiamo fare nient’altro che questo. Il nostro posto è sugli spalti; nel CDA della società siedono altre persone e solo loro possono conoscere i bilanci e lo stato di salute reale delle casse societarie.
Ringraziamo chi ci ha aiutato ad affrontare le onerose spese, per non parlare delle difficoltà e delle tempistiche che implica l’organizzazione di un simile evento. Grazie soprattutto alle centinaia di baresi accorsi e alle tifoserie – amiche e gemellate – che hanno mostrato la propria vicinanza con la propria presenza. Grazie a Sandro Tovalieri – Il Cobra che ha parlato da vera bandiera proprio mentre tutta la rosa dello scorso anno esprime solidarietà di facciata sui social per poi affannarsi a ri-accasarsi altrove. Un grazie anche al Sindaco per essere intervenuto (a proposito, venerdì al #DellaVittoria c’eravamo anche noi, pur lontani da quei riflettori che non tanto amiamo).
A lui spetta l’arduo compito di scegliere a chi affidare la nuova società: non lasciamolo solo ma allo stesso tempo facciamogli sentire un po’ di pressione “buona”, facendogli capire che non deve dare il “giocattolo” nelle mani sbagliate.
Mettiamo da parte la critica fine a se stessa e facciamo dell’attaccamento e della partecipazione i tratti distintivi della nostra tifoseria, in linea col processo di maturazione dimostrato dal fallimento del 2014, al fallimento del 2018.
Bari non deve, Bari non puó restare indietro. Su la testa!