Una settimana nauseante. Iniziata e finita male. Incentrata tutta sui divieti, restrizioni, e libertà privata di assistere ad una partita di calcio, generando confusione e troppa serietà per mascherare i veri e i soliti problemi di una nazione allo sbando. Entrare in uno stadio, oramai, è un impresa da veri tifosi. Se hai una passione profondissima puoi intraprendere questa strada insidiosa. Molti hanno mollato, molti evitano, molti non ci stanno più a questo sistema. Biglietto nominativo, codice fiscale, documento, residenza, controlli, tornelli, telecamere puntate in faccia, occhi maligni, sempre e comunque, dalla parte buona, o almeno cosi considerata.
Questa settimana è andata cosi, e chissà quante altre ne vedremo in giro per l’Italia anche questa stagione. Quello che si è creato nel settore ovest al gol del Foggia, è stato il prevedibile scempio causato da un settore chiuso in uno stadio da 60.000 posti. Caccia all’uomo e al biglietto, vana e inutile, in quanto la maggior parte possedevano tutti regolare biglietto da non residenti nella provincia di Foggia, colpevoli di aver esultato a un gol. Scene a dir poco imbarazzanti che hanno ancora una volta dimostrato l’inefficacia e inutilità della tessera del tifoso e dei suoi divieti.
La Nord di Bari risponde con diversi minuti di silenzio e uno striscione esposto fuori al settore ospiti e, in seguito portato all’interno per essere appaludito da tutto lo stadio. Tanti i cori contro le fdo, è un possente “Vergognatevi” che ha rimbombato sonoramente nello stadio. Nel complesso, gli ultras baresi offrono una prova, possente. Bulldog e Seguaci della Nord, in gran simbiosi, trascinano il settore in una performance esemplare, nonostate la sconfitta. Era chiaro il comunicato e la presa di posizione, poi rispettata nei 90 minuti. Davvero un bel vedere, con cori a ripetere compatti e fortissimi. Non mancano le solite bandiere sventolate e le torce accese qua e là.
Tornando indietro negli anni ’90, 18 anni fa l’ultimo derby, in un San Nicola con un settore ospiti gremito, e uno Zaccheria con una curva ospiti altrettanto piena. Passano gli anni, i ricordi restano, il presente è solo un apparire di inadeguatezze e incopetenze, senza punto di ritorno. Diciotto anni fa settori aperti, nel 2015 settori chiusi. Il passato non è solo ciò che è successo, ma anche ciò che avrebbe potuto succedere ma non è avvenuto. Qualcosa non torna.

Massimo D’Innoncenzi.