Inizialmente, per sabato 12 novembre, scelsi di fare una bella doppietta andando a vedere nel pomeriggio Sambenedettese – Teramo e la sera Maceratese-Parma. Poi, spostato il giorno di Sambenedettese – Teramo da sabato a domenica, non mi rimase che la partita di Macerata.
Durante la settimana, per puro caso, venni a sapere dell’anticipo Matelica – Recanatese, gara inizialmente prevista domenica 13. Matelica dista appena 40 km da Macerata, per cui mi son detto “Perché no?”
Così, sabato mattina, parto presto in direzione Matelica. Passo in posti dove circa due settimane fa è avvenuto il terribile terremoto che ha sconvolto le Marche, soprattutto nella zona di Camerino dove è stata allestita una tendopoli, con la speranza che serva il minor tempo possibile e la gente possa far ritorno alle sue dimore.
Arrivo a Matelica molto presto e non mi rimane che fare un giro in centro e vedere i danni che il terremoto anche qui ha fatto, con la chiesa della piazza centrale a cui sono caduti pezzi di intonaco ed il cui perimetro viene transennato per sicurezza. Poi vedo altre impalcature, sempre nella piazza, che servono per tenere su altri edifici e monumenti a cui presumo si stia lavorando per far riprendere il normale aspetto.
Siccome mi rimane ancora del tempo prima dell’inizio della partita, previsto per le 14:30, decido di andare a dare un’occhiata nel vecchio stadio, dove giocava il Matelica intitolato a “Salvo D’ Acquisto”. Ad essere sincero è stata una bella sorpresa e alcune foto scattate parlano più di qualsiasi altro commento che si possa fare. Campo in terra battuta, botteghini e cancelli all’antica, fari e spogliatoi vetusti rendono il tutto un qualcosa di eccezionale ed affascinante da tramandare alle future generazioni, con la speranza che non venga sostituito da nuovi parcheggi o centri commerciali.
Il tempo passa inesorabile e si avvicina l’orario d’inizio della partita. Così mi avvio in località Boschetto, dove c’ è il nuovo stadio del Matelica intitolato a Papa Giovanni Paolo II.
Entro sul rettangolo di gioco e poco prima che le squadre scendano in campo c’è una bella iniziativa del presidente del Matelica Canil che coinvolge il vice presidente della Recanatese (non essendoci il presidente), ad indossare delle magliette dell’Unicam, l’università di Camerino, con sopra scritto #ilfuturononcrolla (in chiaro segno di solidarietà al paese colpito dal terremoto, il quale non ha risparmiato nemmeno la famosa università). Inoltre, le stesse vengono indossate anche dai giocatori di entrambe le squadre e dalla terna arbitrale al momento dell’entrata in campo. L’ennesima dimostrazione di solidarietà del Matelica Calcio firmata dal presidente Canil, non nuovo a questi gesti di aiuto nei confronti del prossimo.
Comincia la partita e dopo appena cinque minuti entrano sugli spalti del piccolo settore ospiti i sostenitori leopardiani, circa 25, che, sistemate le pezze, cominciano a sostenere la squadra benché occupi il penultimo posto in classifica nel proprio raggruppamento.
Per guanto riguarda il pubblico locale, quest’oggi saranno presenti circa 400 spettatori che occuperanno quasi tutta la tribuna centrale, anche se mancheranno gli ultras: su tre partite che sono venuto a vedere da queste parti, una volta c’erano ed un altro paio di volte no. Comunque ci sono tifosi che indossano delle sciarpe al collo, ma tutti seguono la partita seduti e senza fare alcun coro, per cui sono da segnalare solo le esultanze ai quattro gol della loro squadra.
Di conseguenza, gli occhi sono puntati tutti sui sostenitori ospiti che di certo non si fanno pregare, anzi, cantano e cantano davvero forte seppur dopo appena un quarto d’ora la loro squadra sia già in svantaggio di un gol. Bandierone che sventola per discreta parte della partita e in qualche occasione viene accompagnato da 3-4 bandierine e tantissimi sono i battimani e le mani alzate ad accompagnare i cori, facendo un tifo quasi sempre continuo con poche pause.
Nel secondo tempo, dopo appena due minuti, la squadra ospite prende il secondo gol e dopo un attimo di smarrimento, dove compaiono delle pause, i giallorossi riprendono ad incitare la squadra facendo una bella sciarpata ed accendendo una torcia a rendere più visibile la cosa. Stirano le sciarpe e le fanno roteare in aria per ben tre volte facendo durare il tutto più di cinque minuti. Poi la squadra al diciassettesimo minuto prende il terzo gol e capiscono che devono ignorare la partita e tifare solo per sé, e così faranno per i restanti minuti di gara accendendo un’altra torcia poco più avanti.
Quando manca poco alla mezzora, la compagine ospite finalmente segna il gol della bandiera, ma i Recanatesi non batteranno ciglio continuando a tifare con tanti battimani e mani alzate. La stessa cosa succede quando il Matelica segna il quarto gol dieci minuti più tardi, fissando il risultato sul 4-1 finale.
Al fischio di chiusura i giallorossi non risparmieranno nessuno dei propri giocatori, intonando cori del tipo “fuori le palle” e “andate a lavorare”, con una delegazione di tre giocatori che andrà sotto al settore per parlare ma non farà altro che alterare ancora di più i propri sostenitori. D’altronde, con la squadra al penultimo posto dopo aver appena perso 4-1, c’è poco da dire. Gli stessi riservano applausi e cori invece all’indimenticato ex Moretti che, a sua volta, li andrà ad applaudire sotto al settore.
Ritiro il mio documento, lascio la casacca e, dopo aver ringraziato e salutato i dirigenti, con tutta calma mi dirigo alla macchina per percorrere i 40 km che mi separano da Macerata, dove stasera alle 20:30 assisterò all’interessante incontro Maceratese-Parma.
Marco Gasparri.