Quando si parla di derby, la tifoseria siracusana pensa immediatamente ai match contro Messina o Catania, alle partite contro Palermo e Trapani e non di certo alla stracittadina contro il Real Siracusa. Quando si riparte dal basso, però, tocca anche affrontare realtà che mai avresti immaginato di incrociare, se non per un’amichevole estiva.
Il club siciliano, dopo un pessimo inizio, ha ripreso la sua corsa alla vetta della classifica distante ancora 10 punti, ma l’entusiasmo è alle stelle anche grazie alla vittoria in trasferta contro la capolista Igea.
Lo stadio presenta un bel colpo d’occhio e la Curva Anna è colorata e calorosa come sempre. Il match, oltre ad essere importante ai fini della classifica, offre parecchi spunti di riflessione. Gli ultras del Siracusa, infatti, toccano vari temi che vanno dal calcio all’attualità: durante i 90 minuti gli aretusei omaggiano Lucia di Siracusa, conosciuta come Santa Lucia nata proprio nella loro città e martire cristiana di inizio IV secolo. Il derby è inoltre l’occasione per ricordare a tutta la comunità siracusana i propri simboli sportivi, la maglia azzurra, il leone e il vecchio ma tanto amato stadio De Simone.
Non manca, infine, un pensiero alle ultime vicende che hanno visto coinvolte le tifoserie di Catanzaro, ai quali sono legati tra l’altro da uno storico rapporto di amicizia, e di Foggia. Nel corso del match tra i calabresi e pugliesi un funzionario della polizia ha accusato un malore mentre era in servizio di scorta con i tifosi del Foggia. Il poliziotto, dopo i primi soccorsi, è stato portato prima presso l’ospedale di Catanzaro e infine in quello di Cosenza. Le cure non sono però servite e di lì a pochi giorni il poliziotto è morto. I tifosi del Foggia, entrati solo al minuto 25, in segno di rispetto, hanno deciso di non esporre i loro vessilli e di non tifare, gesto immediatamente condiviso anche dalla Curva Massimo Capraro. Nei giorni seguenti al match molte tifoserie hanno espresso una loro idea in merito all’episodio fra chi, memore di quanto accaduto con Gabriele Sandri, ha pensato che si dovesse andare avanti e chi invece, come i siracusani, ha lodato il gesto poiché ritiene che davanti alla vita non c’è rivalità o divisione che tenga.
Foto di Simona Amato
Testo a cura della Redazione