Bellissima partita quella del “De Simone” fra Siracusa e LFA Reggio Calabria, ossia quella che noi testardi amanti di un altro tipo di calcio, dove carte bollate e fallimenti non erano così all’ordine del giorno, continueremo a chiamare Reggina senza attendere che un Tribunale acconsenta. Pubblico delle grandi occasioni, a partire dal settore ospiti pieno come poche altre volte si era visto quest’anno. Sono più di trecento i tifosi a supporto de “La Fenice Amaranto” che sperano di veder presto risorgere in altre forme e nomi nuovi, o per meglio dire antichi. Convinto il loro tifo, imperniato sul solito campionario di bandiere, cori, battimani e qualche bel fumogeno a levare verso il cielo la tanto amata coltre di fumo e restituire un degno colpo d’occhio cromatico a questa tifoseria, meritevole di ben altri palcoscenici.

Altro pienone anche in Curva Anna, dove la gara del Siracusa viene salutata con un’ottima torciata e l’ormai tradizionale accompagnamento di bandiere, bandieroni e della tipica selva di mani alzate al cielo, a dare ritmo e movimento al loro tifo. Partita tirata sul terreno di gioco ma per la quale possono esultare al termine dei novanta minuti di gioco, conclusi con una vittoria per 2 a 1. Stagione davvero encomiabile per gli aretusei che solo un Trapani inarrestabile ha in parte oscurato. Festa grande anche dopo il triplice fischio finale che straripa anche all’esterno dello stadio, anche per le strade e in piazza. Sempre pericoloso giocare con quella lama a doppio taglio che si chiama speranza, specie a fronte di un regolamento contorto come quello dei playoff che premia solo in caso di ripescaggio e non prima di aver dato un’ulteriore chance a chi è appena retrocesso dalla C. Però a guardare quella maledetta graduatoria per i ripescaggi, Siracusa è lì in alto e sognare, fino a quando sarà possibile farlo, è non solo lecito, ma anche il minimo dei risarcimenti che la sorte deve ad una tifoseria che tanto ha sofferto in questi anni.

Testo di Giuseppe Ragnolo
Foto di Giuseppe Ragnolo e Paolo Furrer

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