In questa semiestiva giornata di sole, mi piace partire dalla fine, da quando cioè,  sfinito da 90 e più minuti di cori, senza un filo di voce e dopo aver ripiegato con quella ventina di fratelli di curva i circa 70 metri del pesantissimo e “stiloso” striscione in velluto PANTHERS FANO ULTRAS GRANATA,  faccio ritorno verso casa con il  mio motorino (pieno di adesivi ultras di tifoserie sconosciute o quasi ai più) e ascolto le varie urla che dalle finestre aperte per le alte temperature climatiche  (nonostante siamo ad inizio Ottobre) si levano ai goal del big match Juve-Roma. E’ in quel frangente che, senza criticare nessuno, il mondo è bello perché è vario (o forse avariato come dice qualcuno), mi vien da pensare quale soddisfazione possa dare a certa gente una gara in TV in confronto ad un calcio “dal vivo” che sicuramente è di bassissimo livello tecnico, ma ti fa vivere sul campo i colori della tua città e stare fianco a fianco ai ragazzi che condividono con te una passione sette giorni su sette, fatta di serate infrasettimanali al bar, spesso in quattro gatti, per “impazzirsi” a riempire un pullman, studiare uno striscione, presenziare ad un torneo, disegnare una sciarpa o un adesivo, riparare una bandiera o fare semplicemente una chiacchierata sulle varie foto viste o articoli letti.

Chissà, penso, che emozioni possa provare questa gente da divano, davanti a una gara vera. Ma poi mi rassegno e penso “Solo chi vive certe emozioni e ha una certa mentalità può capire certe cose e forse, come io non capisco loro, loro non capiranno me e i miei amici e quindi Davide, non ti fare troppi pensieri e lasciali nella convinzione della pubblicità che dice che il vero tifoso è quello che sta sul divano!”.  Forse solo pochi “fissati” come me, che in 25 anni di vita da stadio ho visto una promozione a fronte di ben 5 retrocessioni, una marea di sconfitte sul campo e pochissime vittorie, possono capire certe emozioni che nascono anche nelle sconfitte e non riguardano solo il campo ma anche ciò che lo circonda. Le emozioni vere, non quelle delle urla davanti a uno schermo, ma quelle che si provano davanti a un uomo in carne ed ossa, con pochi amici accanto. Amici con la A maiuscola!

Torno senza troppi problemi alla gara odierna giocata al Mancini tra l’Alma Juventus Fano e la Recanatese,  davanti ad un migliaio scarso di spettatori, che ha visto all’opera due ottime “piccole tifoserie”, che proprio nel loro piccolo, per categoria e numeri, come sempre accade, hanno scaldato quelle fredde tribune con continui cori e con il  colore delle bandiere esposte e delle sciarpe ben alte almeno in un paio di occasioni durante la gara.

Quasi “militarmene disposti” i ragazzi che arrivano da Recanati pochi minuti dopo il fischio d’inizio, si posizionano dietro lo striscione degli IRRIDUCIBILI dannandosi l’anima per farsi sentire sempre, sia dopo lo svantaggio, che dopo il secondo goal nel secondo tempo. Seppur non nuumerosi, sono uno spettacolo da guardare con bei battimani e bandiere sempre al vento.

I locali come detto sono raccolti dietro il lunghissimo e ultraventennale PANTHERS FANO ULTRAS GRANATA a cui si affiancano le varie pezze delle sezioni Giolla, Fenile, Marotta, Ostinata Gioventù e, in ricordo dei ragazzi scomparsi, Bronco ed Ezio. Nonostante la ventina di diffide in corso che rendono ancor più esiguo numericamente il manipolo centrale, non mollano un secondo e cantano incessantemente con picchi nei cori “a ripetere”, riuscendo ad ovviare l’assenza di un “lanciacori” (le ultime diffide del derby hanno praticamente lasciato a casa l’intera balconata).

A fine gara entrambe le curve, che oggi come in passato hanno evidenziato il reciproco rispetto, anche in virtù del comune gemellaggio con i ragazzi dei Bevi & Scola Vadese, chiamano sotto il settore le squadre. Anche gli ospiti infatti, nonostante la sconfitta, hanno dimostrato impegno e attaccamento alla maglia. E comunque il campionato è ancora solo all’inizio,  quindi, come si dice a Fano in occasione del Carnevale più antico d’Italia: “AVANTI COI CARRI”

Davide Manna