Il gusto della partitella non è tanto l’andare a vedere Ascoli-L’Aquila, Battipagliese-Cavese o addirittura Stella Rossa-Partizan Belgrado. No. La partitella è un qualcosa di diverso. Ha di fondo una mentalità zingaresca ed occasionale. L’alzarsi la domenica mattina, non sapere come impiegare un paio d’ore e consultare il calendario dei campi più vicini a casa.
L’Eccellenza laziale offre oggettivamente poco, quindi non ho difficoltà ad optare per la gara tra Fregene e Civitavecchia. Sulla presenza degli ospiti non ho dubbi, del pubblico di casa ne so davvero poco ma va bene lo stesso, un manipolo di ragazzi vogliosi di tifare lo beccherò sicuramente. Allora tanto vale mettersi in macchina e partire alla volta della frazione di Fiumicino, nota più che altro per l’esclusività dei suoi locali sul mare e le frequentazioni mondane che essi implicano.
I circa 40 chilometri che mi separano dalla meta scorrono abbastanza in fretta, tra il Raccordo Anulare, l’autostrada per Fiumicino ed un pezzetto di Portuense che mi congiunge a curiose strade di campagna, molto più simili agli scenari della Casa nella Prateria che alle strade di una regione spesso desolata e desolante come il Lazio.
Arrivato a Fregene il rebus da sciogliere è chiaramente lo stadio. Ne ignoro l’esistenza, figuriamoci il posizionamento. Chiedo ad un signore che cammina con il suo cane, il quale mi risponde: “E come, nun ce lo sai do’ sta lo stadio?”, alchè la mia risposta è ovviamente: “Eh no signò, al massimo ce posso venì al mare a Fregene, ma il campo non ce lo so do’ sta”. Il mio interlocutore capisce che in effetti non stiamo parlando del Maracanà e gentilmente me lo indica. La mia macchina ringrazia, viste le numerose radici di pino che segnano l’accidentata stradina, ma in pochi istanti sono finalmente al parcheggio dell’impianto di Via Fertilia.
Raggiungo la biglietteria ed entro sul campo, mancano pochi istanti al fischio d’inizio. Devo consegnare il documento all’arbitro e prendere in cambio la pettorina. Il tutto comunque viene svolto con calma e gentilezza, e ciò rientra nel vero spirito del partitellaro. Lo stadio è composto da una tribuna che conterrà qualche centinaia di persone ed una piccola tribunetta coperta che, dirimpetto, è destinata ai dirigenti.
Noto subito che c’è uno striscione Old Fans sopra al quale fanno capolino una decina di ragazzi con maglie e sciarpe del Fregene. Che non si tratti di un vero e proprio gruppo ultras è alquanto chiaro, sono però armati di un megafono ed un tamburo e stanno sistemando diversi fumogeni sulla ringhiera.
I civitavecchiesi li vedo arrivare che le squadre stanno facendo il loro ingresso in campo, mentre i ragazzi di casa hanno acceso numerosi fumogeni bianchi e rossi che danno davvero una bella impressione. Tuttavia il loro compito diciamo che terminerà qua, salvo qualche coro intonato durante la gara.
Dicevamo degli ultras nerazzurri. In totale sono una ventina e si posizionano immediatamente dietro la pezza CV Army affiancata dallo striscione “Denny con noi”. Il gruppo si compatta ed inizia a sostenere la Vecchia. Nel pieno spirito della partitella, mi diverto vedendo loro che si divertono. Questi sono i casi in cui o si va sugli spalti scoglionati e forse è meglio lasciar perdere, oppure ci si fa forza nei numeri che non sono certo strabilianti, compattandosi e dando quel plus necessario per andare avanti. Si chiama aggregazione. Ecco, i ragazzi della Gradinata Popolare mi hanno dato l’idea di essere una grande famiglia che è stata in grado di raccogliere l’eredità dei Bad Boys cominciando un’avventura non facile, ma stimolante. Battimani, cori a rispondere ma soprattutto tante risate e molto “cazzeggio”. Per quanto mi riguardo questi sono gli aspetti fondamentali per la curva.
Con la squadra che nel primo tempo ha tenuto botta al Fregene e nel secondo tempo ha conquistato la vittoria agevolmente, gli ultras tirrenici hanno ben impressionato, cantando e dandosi da fare per tutti i 90’, tra torce, birre e momenti goliardici in cui qualcuno si è improvvisato Vigile del Fuoco spengendo il residuo di un fumogeno alla sua maniera. Sarà interessante vederli durante il campionato, in quella che dovrebbe essere la stagione della rinascita sportiva per una squadra che fino a due anni fa veleggiava in Serie D.
Al fischio finale recupero la patente rimettendomi in macchina direzione Roma. Il fatto che perda lo svincolo del Raccordo e arrivi praticamente a Trastevere è un’altra storia, che preferirei non raccontare. Certe volte mi sorprendo in positivo di me stesso, ma certe altre non capisco proprio come possa essere così rincoglionito. Forse è l’effetto partitella.
Simone Meloni.