Classifica alla mano, non ci dovrebbe essere partita ma l’aspetto positivo del pubblico fiorentino è che qualsiasi sia l’avversario della Viola, il Franchi porta sempre numeri di assoluto spessore. Ed in effetti anche questa sera il popolo viola non delude.

Come sempre è la Curva Fiesole a fare la parte del leone, con un muro di persone che si ritrova nella parte centrale e già dalle prime battute si capisce come la forza numerica viola sarà una freccia in più nell’arco della Fiorentina.

Inevitabile qualche vuoto in più in Curva Ferrovia, zona dove staziona il Viesseux. Del resto, ai giorni nostri, è difficile se non impossibile trovare una piazza che si possa permettere due curve al medesimo livello. E dire che fino a qualche anno fa anche in Curva Ferrovia i posti vuoti andavano trovati con il lanternino; poi la deriva del nostro calcio ha stabilmente ridotto il pubblico pagante con buona pace di chi, preso come deficiente, anticipava una moria di spettatori.

La Curva Fiesole accoglie le squadre in campo con una sciarpata, nella zona centrale, regno degli unonoveduesei. Tante bandiere a due aste ravvivano, e non poco, lo spicchio viola. Ottima pure la sbandierata in zona Marasma. Niente di eccezionale ma comunque spettacolo più che godibile visto che la curva nel suo insieme partecipa attivamente alla coreografia.

Nel settore ospiti, intanto, sono solo poche decine i presenti, si nota a chiare lettere l’assenza del nocciolo della tifoseria palermitana. Basta aspettare qualche minuto, non più di cinque, che fanno il loro ingresso nel settore gli ultras rosanero che hanno aderito alla tessera: il tempo di gesticolare a distanza con i rivali viola, attaccare due bei bandieroni alla balaustra, coadiuvati da qualche pezza, che i rosanero fanno subito un bel quadrato riuscendo ad assorbire anche i tifosi arrivati a Firenze con i mezzi propri.

Le due tifoserie, una volta a ranghi completi, si scambiano qualche coro ostile. Cori che verranno ripetuti con una certa veemenza per tutta la durata dell’incontro, andando a ribadire una rivalità che nel passato ha toccato pure livelli interessanti fino ad arrivare al culmine di uno striscione viola finito in mani siciliane. Altri tempi ma evidentemente le ruggini sono rimaste.

I viola partono bene: acceleratore premuto e primi cori che scaldano l’ambiente, la Fiesole ha numeri di tutto rispetto e li mette tutti sul piatto della bilancia, così quando c’è da farsi sentire, inevitabile avere una risposta più che discreta. Fiesole che non si limita all’incitamento canoro: bandieroni e bandiere a due aste restano alti per buona parte dell’incontro, offrendo sempre un bel tocco di colore. Diversi anche i messaggi che vengono lanciati: ovviamente il primo prende in considerazione la vicenda extra-sportiva che ha visto protagonista Lapo Elkann, con uno striscione esposto e un coro personalizzato a ruota che fa sorridere anche il più intransigente dei tifosi. Del resto, quando c’è da mettere nel mirino la Juventus o qualsiasi personaggio che ha un certo legame col pianeta bianconero, Firenze si trova in completo accordo, che sia l’ultras che sta in balconata o che sia il tifoso di mezza età che staziona in tribuna. Provare per credere, diceva quello!

Un altro paio di striscioni hanno tematiche diverse: uno per un diffidato, l’altro, secondo me azzeccatissimo, recita: “Ma quale canzone da votare…il boato della gente l’unica musica da ascoltare”. Qui si potrebbe aprire un dibattito, il succo del discorso è quanto brutta, pessima, inopportuna sia l’idea di lanciare la musica nel momento del gol della squadra impedendo di sentire il boato del pubblico, quella scarica di adrenalina che da ragazzino pagheresti di tasca tua per provare sulla tua pelle. Anestetizzare il momento del gol è azzerare l’emozione, è impedire quel contatto metaforico giocatore – tifoso che è la gioia di entrambe le parti.

La Fiesole, dopo una prima frazione sugli scudi, nel secondo tempo abbassa un po’ i giri del motore. Il tifo resta continuo ma manca quella coralità che, visti i numeri in campo e visto il potenziale espresso, sarebbe richiesta. Invece la zona centrale continua a sbattersi in maniera encomiabile ma evidentemente non si riesce a coinvolgere il resto del pubblico o, meglio, raramente si coinvolge tutta la curva come avvenuto nei primi quarantacinque minuti.

Capitolo ospiti: detto che chi parte dalla Sicilia per arrivare a Firenze di domenica sera è solamente da applausi, i palermitani presenti non intendono fare solamente da spettatori ma impreziosiscono la loro presenza con una prestazione sicuramente positiva. Dopo le prime schermaglie con i rivali viola, passano ad incitare la squadra. Il loro tifo è molto “asciutto”, con cori accompagnati da interminabili battimani, mentre bandiere e bandiere a due aste vengono riproposte con buona lena ai lati del gruppo.

Già nella prima frazione qualche indomito si mette a petto nudo; la serata non è tra le più fredde ma resta il fatto che siamo pur sempre di dicembre e la temperatura è ben lontana dai trenta gradi! Col tifo che vive di pochissime pause, mai troppo prolungate, i palermitani si dimostrano un bel gruppo compatto che si fa sentire oltre che vedere. Quando la squadra pareggia, i presenti sperano di uscire dal Franchi con un punto, i cori si alzano ancora più forti ma per loro ci sarà la doccia fredda con il gol di Babacar segnato a tempo scaduto.

Ovvia l’esultanza del pubblico viola che già assaporava la delusione di un passo falso tra le mura amiche. La vittoria fa continuare la corsa dei padroni di casa, mentre per il Palermo sono parecchie le recriminazioni.

Valerio Poli.