La trentasettesima giornata del torneo cadetto si disputa tutta in contemporanea alle 15 di domenica, nel canonico giorno del pallone, come succedeva prima dell’avvento delle tv a pagamento. Centottanta minuti alla fine del campionato che possono far felici o gettare nello sconforto più totale tifosi e società. Finora questo campionato ha emesso solo due verdetti, la retrocessione del Lecco e la promozione nella massima serie degli emiliani del Parma, io invece decido di seguire Ternana-Catanzaro, due formazioni su posizioni diametralmente opposte, con le Fere terzultime che alternano vittorie esterne impensabili a debacle casalinghe incredibili rischiando di compromettere seriamente la salvezza, mentre il neopromosso Catanzaro, vera sorpresa di questo torneo, quinto in pianta stabile, è già sicuro di disputare i meritatissimi play off.

Terni mi accoglie con un sole caldo e piacevole e la mia camminata dalla stazione fino allo stadio è accompagnata da una città in continua trasformazione e dai ricordi di due precedenti fra queste due squadre a cui ho avuto modo di assistere, a partire dall’ultima giornata del 2004/2005: Catanzaro fanalino di coda e retrocesso già da tempo, Ternana come non la si vedeva da tempo e che terminò poi il torneo all’ottavo posto (all’epoca le squadre erano 22); partita che seguì di nuovo nel seguente campionato, in virtù del ripescaggio calabrese per i fallimenti di Perugia, Salernitana e Venezia: anche questa sfida fu disputata nelle ultime giornate, sempre con un Catanzaro ultimo e già retrocesso come avvenne alla Ternana a fine stagione ma che almeno, a differenza dei calabresi, evitò l’onta del fallimento.

La partita odierna pur rivestendo un ruolo cruciale, per l’ennesima volta viene alterata dagli organi competenti(?), i quali fissano in 600 il numero massimo di biglietti riservati ai sostenitori calabresi. Limiti senza un senso che variano di volta in volta e di tifoseria in tifoseria, e che poi vengono smentiti dal botteghino: dei 6.136 spettatori totali, 639 sono quelli ospiti che prendono posto nella parte bassa del settore. Più che ad elasticità mentale tardiva sembra schizofrenia autoritaria.

Il popolo rossoverde pur presente in numero maggiore rispetto al recente passato, sembra però tutt’altro che entusiasta del cammino delle Fere. Ai buchi un po’ in tutti i settori dello stadio compensano fortunatamente gli ultras, presentandosi sempre in forma e pronti a tutto. Alle 15, quando le squadre entrano in campo, le curve Est e Nord di casa si colorano con le consuete bandiere, stessa scena che è possibile vedere nel settore giallorosso.

Nei primi venti minuti del primo tempo entrambe le fazioni tifano con ottima intensità corale, facendosi sentire con veemenza, poi il tifo si stabilizza ma i decibel non scenderanno poi di molto. Bandiere sempre al vento e battimani effettuati a più riprese saranno il leit motiv della giornata con la Est che risulta leggermente meno continua ma non per questo meno competitiva ed anzi, alla mezzora espone uno striscione per Luny, un proprio fratello scomparso. Nel frattempo anche gli ospiti si danno molto da fare, riuscendo più volte anche a coinvolgere il settore soprastante, per antonomasia quello meno caldo. Subito dopo, presi dal fomento, accenderanno un fumogeno rosso ed uno giallo e pochi secondi più tardi, un altro rosso sancisce la fine della prima frazione.

Il secondo tempo, a mio modesto parere, risulta quello più scoppiettante, soprattutto tra i sostenitori locali, mentre globalmente sarà più pirotecnico un po’ in tutti i settori. Ma se nei primi minuti il tifo risulta molto promettente, così come il gioco in campo, con il passare del tempo il Catanzaro arretra il baricentro, quasi a rallentare ed accontentarsi del risultato. Le due curve ternane capiscono che è questo il momento di spingere e la Curva Nord cerca di dare la carica facendo esplodere due potenti petardi ed accendendo due bei fumogeni rossoverdi. L’intensità così torna a salire sulla sponda ternana, mentre i catanzaresi, fin qui autori di un tifo superlativo, fatto di continue sbandierate e tantissimi battimani ad accompagnare i cori, sembra leggermente calare d’intensità e sono bravi i lanciacori a far riposare la voce, sostituendola con battimani e cori di “ripresa”.

La Nord si prende il tempo per abbassare le bandiere ed intonare un coro forte e potente per ricordare l’indimenticato Fabio, la Est sale di livello ed è più continua, in campo invece, a dodici minuti dalla fine, una splendida giocata del neo entrato Dionisi libera Distefano che, con un gran destro sotto l’incrocio, fa esplodere di gioia il popolo rossoverde. Esultanza compatta sotto la Est, settore più vicino alla porta appena violata, subito dopo le curve riprenderanno a tifare con grande trasporto ed un numero considerevole di battimani. Ancora una torcia per la Curva Est mentre i catanzaresi, incuranti dello svantaggio, dopo aver abbozzato una sciarpata non troppo fitta, compensata dai bandieroni, ricorreranno a loro volta ad un po’ di pirotecnica.

Verso la fine della gara arriveranno anche tre velivoli a colorare il cielo con dei fumogeni rossoverdi e salutare la conquista ormai imminente dei tre preziosi punti che, dopo cinque minuti di recupero, diventano realtà. A fine partita i giocatori vanno a prendersi i meritati applausi nei rispettivi settori dove, una volta rientrate le squadre negli spogliatoi, verranno intonati cori contro i rivali storici: Perugia da un lato e Cosenza dall’altro.

A novanta minuti dalla fine il campionato si appresta ad emettere altri verdetti come la retrocessione della Feralpisalò ed il quinto posto matematico del Catanzaro, mentre in coda le cose sono più complicate con quattro squadre nel giro di tre punti: Ascoli, Bari, Ternana e Spezia dovranno vendere cara la pelle se vorranno salvarsi, una retrocederà direttamente, per altre due ci sarà il play out e solamente una fra tutte si salverà direttamente. Basta aspettare fino a venerdì, dopodiché avremo tutti i verdetti svelati: sono novanta minuti che possono valere una stagione!

Marco Gasparri