Ultima giornata casalinga di campionato per un Pisa che ospita il Sudtirol, entrambe formazioni che avrebbero nel mirino la zona play off, obiettivo comunque non semplice da raggiungere per nessuna delle due: oltre a dover necessariamente vincere questo incontro, dovrebbero avere inoltre dalla loro parte anche i risultati delle dirette avversarie. In definitiva è una partita che sul terreno di gioco vale poco ed anche nei dintorni dell’Arena Garibaldi vige una tranquillità ed una spensieratezza figlia di un avversario, e di una tifoseria avversaria, che presenta poco appeal, non fosse altro per la novità che rappresenta nella serie cadetta. Ed infatti le compagnie di tifosi ed ultras che stazionano nei dintorni dello stadio sono molto rilassate, niente a che vedere con il precedente incontro casalingo contro il Catanzaro, per un pomeriggio anche le forze dell’ordine vedono il loro compito agevolato e facilitato dall’ambiente molto soft.

Ospiti che sono notoriamente divisi in due tronconi ed infatti, anche in questo pomeriggio, la divisione è piuttosto netta, seppur a ben vedere non inficia troppo sul sostegno alla squadra: indicativamente i cori sono ripresi da tutti i presenti e le due entità viaggiano per lo più a braccetto. Ovviamente stona un po’ vedere i due gruppi distanti, inutile affermare che la guerra interna spesso è fratricida, soprattutto quando i numeri in gioco non sono elevati, c’è solamente da perdere qualcosa e guadagnare quasi nulla. Resta il fatto che in questo pomeriggio gli ospiti si fanno sentire e vedere, cori e bandiere si alternano senza troppi problemi ed in definitiva la loro prova non può essere che giudicata positiva.

La curva di casa è il solito rullo compressore ma l’aspetto che vorrei rimarcare è l’unità di intenti che si respira allo stadio: sono bastati due striscioni esposti dalla curva per far scattare in piedi tutta l’Arena per un applauso scrosciante e sentito. Se nel primo caso veniva richiesto un ammodernamento dello stadio, nel secondo era la stessa curva a rimarcare l’unità della città di fronte al duro attacco di fine febbraio delle forze dell’ordine ad alcuni manifestanti. I due temi, così diversi ma sempre attuali, hanno toccato nell’orgoglio sia l’ultras più incallito, sia lo spettatore di tribuna o gradinata che non ha mancato di appoggiare il pensiero dell’ala più movimentata dello stadio. Se fosse il primo gesto di intesa tra le varie entità del tifo nerazzurro, la notizia potrebbe pure passare in secondo piano, ma il lavoro portato avanti da tifosi ed ultras parte da più lontano, da quel “Pisa non si piega” che è diventato uno slogan che cerca di abbracciare l’intera città allo stadio e ben oltre.

Per la cronaca l’incontro termina con un salomonico pareggio e risultati alla mano, decreta l’esclusione matematica di entrambe le squadre dagli spareggi play off: se il Sudtirol era partito per conquistare la salvezza e l’obiettivo è stato ampiamente centrato, il Pisa mastica amaro per quei punti gettati alle ortiche.

Valerio Poli