Era la fine degli anni ’80 e la televisione ci proponeva continuamente una pubblicità informativa riguardante la lotta all’AIDS. Erano gli anni dove la disinformazione sull’argomento era tanta, molte erano le fake news che ci propinavano e che all’epoca si chiamavano ancora bufale o bugie, ma anche ignoranza e leggerezza in determinate circostanze la facevano da padrone. Il Ministero della Salute che all’epoca si chiamava ancora Ministero della Sanità, ebbe la brillante idea di lanciare una campagna informativa sull’argomento che cercava di fare chiarezza, prendendo come soggetti un uomo ed una donna comuni, con una vita sessuale parallela non proprio ortodossa, che con quei pochi gesti sbagliati si circondavano di un alone viola che pian piano passavano ad amici e conoscenti. In quei pochi secondi il messaggio che si voleva far passare era che la malattia colpiva le persone comuni e non solo tossici, omosessuali o personaggi con una vita sessuale riprovevole, con un linguaggio informativo allarmante e trasparente il video ci metteva di fronte alla realtà del fenomeno. Una campagna informatrice iconica per i termini usati, per il messaggio inviato, per la frase finale che sembrava un ritornello e per i numerosissimi passaggi televisivi che occupava in un’era dove il piccolo schermo era il mezzo di informazione largamente più usato, internet era questo sconosciuto ed in determinati orari della giornata, un passaggio televisivo voleva dire abbracciare quasi la totalità delle persone. E così fu, per lunghi periodi, di quell’alone viola se ne parlava a scuola, al lavoro e alle panchine con gli amici di sempre.

Un altro alone viola, fortunatamente di ben altro tenore, aleggia sull’Arena Garibaldi in questa serata, un alone che arriva da vicino, da quella Firenze che dista qualche decina di chilometri ma a dividere le due città, a parte una striscia di strada dove si alternano paesi e borghi caratteristici ben frequentati dai turisti stranieri che da anni hanno preso la Toscana d’assalto, è la rivalità sportiva atavica, storica, che mai in questi anni ha accennato ad un passo indietro. Se a far visita ai toscani arriva il Catanzaro con la sua tifoseria da decenni fedelmente legata alla Curva Fiesole, il gioco è fatto, anche un bambino alle prime armi potrebbe intuire che la serata potrebbe non scivolare via in maniera pacifica e pacata. Ovviamente, e non potrebbe essere altrimenti, anche la questura monitora la situazione ed infatti vige il divieto di vendita dei biglietti del settore ospiti ai residenti a Firenze e provincia, un buon modo per scoraggiare eventuale presenza di tifosi viola.

Eppure quell’alone resta nell’aria perché le forze dell’ordine sono presenti in numero più massiccio e perché intorno alla Curva Nord l’atmosfera non è quella abituale, c’è quella tensione non comune. Il piano di sicurezza delle forze dell’ordine ormai è indicativamente il medesimo di sempre, accompagnare gli ospiti nel parcheggio fuori città zona Ikea e successivamente trasportarli con i bus di linea all’ingresso del settore ospite. I primi tre bus di tifosi percorrono via Contessa Matilde, la strada che costeggia Piazza dei Miracoli, a velocità controllata, ben scortati dai mezzi della polizia e dalle moto, il quadretto è esplicito dell’attenzione rivolta al trasporto dei tifosi. Bene ricordare che lo stadio si trova praticamente all’interno della città, ad un tiro di schioppo dalla zona turistica con tutto ciò che ne consegue. Gli ultras della Curva Ovest fanno ingresso nel settore ospite qualche decina di minuti prima dell’inizio dell’incontro, come da tradizione i primi cori ed il gesticolare mette in chiaro quanto poco feeling ci sia con la tifoseria di casa, che pian piano sta entrando in Curva Nord.

Ospiti che gremiscono il settore, se proprio non si può parlare di invasione è comunque una presenza massiccia e fin da subito rumorosa. Il tempo di appendere striscioni e pezze alla vetrata che inizia l’incontro ed inizia il sostegno da parte della Curva Ovest versione trasferta. Gli ultras si posizionano in basso, coinvolgono quei tifosi che intendono partecipare al tifo e sfornano una prestazione molto buona con cori pressoché continui ed un continuo sventolio di bandiere e bandieroni. Qualche torcia accesa sempre in maniera più che clandestina, dona quel tocco di colore che nelle partite in notturna assume un fascino particolare. Gli strumenti del tifo ci sono tutti, compreso quel tamburo a dettare i tempi che non sfigura assolutamente quando i numeri dei presenti lo permettono. I giallorossi non deludono favoriti in parte dalla squadra che segna dopo pochi minuti e nella ripresa allunga con un contropiede letale.

Sull’altro versante la Curva Nord sostiene la squadra fin dalle prime battute, nonostante il risultato sul campo non sorrida ai padroni di casa, il sostegno non viene mai meno. Voce, bandieroni e torce sono il leit motiv della serata. Nella seconda frazione il tifo diventa martellante, la squadra si riversa nella metà campo avversaria ed il sostegno diviene incessante e coinvolgente, quando il Pisa accorcia le distanze si apre anche la speranza di ribaltare la partita. È il momento più intenso dell’incontro, le due tifoserie ci danno dentro alla grande, i pisani accendono torce in continuazione, la Curva Nord è avvolta da una fumaia perenne, il tifo si alza senza grossi problemi, i cori sono boati ed il pareggio della squadra è il giusto premio per chi ha animato la serata.

Una bella partita sul terreno di gioco, una bella sfida anche sugli spalti con quell’alone viola che si è materializzato nei panni di qualche sciarpa, un paio di bandierine ed addirittura una t-shirt con l’indiano del CAV mostrata in maniera provocatoria ed orgogliosa. Gli ultras viola non ci sono ma non si può dire che questa sera non siano stati chiamati in causa da amici e nemici. Tutto come ampiamente previsto.

Valerio Poli