Archiviate le finali regionali, la Coppa Italia Dilettanti (categoria Eccellenza) è ormai entrata nella fase nazionale, che garantisce un ulteriore posto in Serie D. In un mite e soleggiato mercoledì di febbraio si sfidano, dunque, il Terracina e l’Ossese, che scendono in campo per il ritorno degli ottavi. Le due squadre partono dallo 0-0 della sfida dell’andata giocata in terra sarda, per cui la gara del “Colavolpe” risulta decisiva per il passaggio del turno.

È un giorno infrasettimanale, ma la risposta del pubblico terracinese è davvero positiva: i gradoni dell’impianto di via Ceccaccio offrono un bellissimo colpo d’occhio, che fa da degna cornice a questa prima assoluta in casa, per i tirrenici, nella Coppa nazionale. Quello tra il Terracina e l’Ossese è, inoltre, un incontro inedito: le due squadre non hanno mai incrociato i propri destini, sebbene i laziali abbiano sfidato alcuni club sardi nelle ultime due apparizioni in Serie D.

La squadra ospite rappresenta il comune di Ossi, un centro di circa 5.400 abitanti della provincia di Sassari, la cui prima menzione risale all’epoca medievale, quando la Sardegna era divisa nei quattro giudicati di Arborea, Cagliari, Gallura e Torres (Logudoro). Ossi apparteneva a quest’ultima circoscrizione, che ha dato il nome a una variante della lingua sarda, il logudorese, appunto, che insieme al nuorese presenta tratti più conservativi rispetto alle altre parlate dell’isola (sassarese, gallurese, arborese e campidanese, cui è da aggiungere il catalano parlato ad Alghero e dintorni).

Negli ultimi anni Ossi è balzata agli onori delle cronache grazie all’incredibile ascesa della sua squadra di calcio, che nel giro di pochi anni ha compiuto un’entusiasmante scalata dalla Seconda categoria all’Eccellenza sarda. Il culmine di questa cavalcata è stata la vittoria della Coppa Dilettanti Sardegna, alzata al cielo nella finale di Oristano del 16 febbraio 2022, che ha visto l’Ossese superare il Castiadas. Nella successiva fase nazionale, poi, il sodalizio bianconero è riuscito a eliminare due squadre blasonate come il Civitavecchia e l’Isernia, venendo però estromesso dal Barletta in semifinale. L’Ossese si presenta, pertanto, ai piedi del tempio di Giove fresco del secondo trofeo della sua storia, soffiato, questa volta, al Sant’Elena.

La Curva Mare, consapevole della rilevanza anche storica della partita, si compatta di conseguenza intorno alla squadra, con l’obiettivo di spingerla a una vittoria fortemente desiderata. All’ingresso in campo delle squadre i ragazzi di Terracina srotolano uno striscione in cui sono condensati i loro sogni: “Vola solo chi osa farlo, insieme fino alla vittoria”.

Alle ore 14:30 Il signor Bassetti di Lucca dà quindi inizio alle ostilità e anche gli ultras biancocelesti cominciano a tifare, scegliendo soprattutto cori lunghi e ritmati dal tamburo, con i bandieroni sempre in movimento. Un “Noi vogliamo questa vittoria”, a ripetere e seguito da una bella manata, è il coro con il quale gli ultras anxuriani indicano ai giocatori in campo l’obiettivo da raggiungere.

Al 40’ è però l’Ossese a portarsi in vantaggio con Bha, che finalizza un contropiede. I terracinesi non si lasciano abbattere e continuano a cantare. Nella prima frazione si segnala anche uno striscione per Oggiano, ala destra in forza all’Ossese ma con un passato nel Terracina nella stagione 2013-2014. Fino al quarantacinquesimo il tabellino non subisce variazioni, per cui la prima parte di gara si conclude con l’Ossese virtualmente ai quarti e con il vantaggio del gol in trasferta, che in questo torneo vale doppio.

Nella ripresa i ragazzi della Curva Mare alzano subito i decibel, con l’intento di fornire ai calciatori in campo quella spinta fondamentale per provare a ribaltare il passivo. I biancocelesti attingono soprattutto ai cori della tradizione, che in molti casi vengono intonati per tantissimi minuti. Alzano, inoltre, uno striscione e intonano un coro per gli amici diffidati.

Gli sforzi degli ultras tirrenici non sono vani: al 67’ il Terracina, schierato con quattro attaccanti, trova la rete del pareggio grazie a un delizioso pallonetto di Bellante, che fa letteralmente esplodere il “Colavolpe”. I terracinesi, entusiasmati dal gol, sentono ormai che la qualificazione non è impossibile e chiedono alla squadra di conquistare quella vittoria che tanto sognano.

Al 75’ si registra l’episodio che decide il doppio confronto: al Terracina viene assegnato un calcio di rigore, realizzato da Fioretti con un tiro che non dà scampo al portiere avversario e che provoca l’accesa esultanza del pubblico di casa. Per i terracinesi rimane da affrontare solo un ultimo quarto d’ora di sofferenza, ma dopo sei minuti di recupero il direttore di gara porta il fischietto alla bocca e mette fine alla partita: il Terracina accede, per la prima volta nella sua storia, ai quarti di finale della Coppa Italia Dilettanti, dove potrebbe affrontare il Teramo, chiamato a difendere tra le mura amiche del “Bonolis”, il 28 febbraio, il doppio vantaggio maturato nella sfida dell’andata contro l’Alto Casertano. Terminata la partita, Carlini e compagni vanno a raccogliere l’applauso della Mare, oggi protagonista dell’ennesima, bella prestazione.

Nel settore ospiti si registra la presenza di alcuni tifosi dell’Ossese dietro le due pezze del Gruppo Staffette (Finché morte non ci separi e Ovunque presenti). In uno dei due stendardi è disegnata una lumaca, la protagonista della tradizione culinaria ossese, cui è dedicata una famosa sagra in estate. Anche se assistono alla partita senza tifare, i bianconeri sono sicuramente da elogiare per aver affrontato una trasferta lunghissima, al di là del mare, in un giorno infrasettimanale, così come un grande applauso va tributato agli ultras della Curva Mare presenti in Sardegna all’andata. Un sentito ringraziamento, infine, ai ragazzi di Ossi per l’adesivo, un regalo graditissimo da conservare gelosamente.

A.C.