Cardito. Una mattinata gelida, accompagnata da un tiepido sole che a tratti illumina lo stadio, sembra essere la cornice perfetta per il big match di giornata tra Afragolese e Casavatore. I granata, per l’occasione in blu, arrivano al Papa di Cardito con un bottino importante, ventuno punti ed una seconda posizione in coabitazione col Costa Arienzo, mentre l’Afragolese, arricchita dai tanti nomi “pesanti” a dispetto della categoria, deve assolutamente sfruttare l’occasione per sorpassare lo stesso Casavatore ed abbandonare la quarta posizione, inutile per l’obiettivo promozione.
La partita è di quelle sentite ma, nonostante l’aria gelida, coinvolge anche gli stessi tifosi, delusi ed amareggiati soprattutto dopo la dèbâcle di Curti contro la penultima in classifica.
Qualcosa lo si avverte fin da subito: infatti, nonostante a pochi minuti dall’inizio della partita il Vittorio Papa di Cardito mostri già un buon colpo d’occhio, le formazioni annunciate dallo speaker non vengono scandite dagli ormai soliti “olè”, ed anche il colore sembra essere stonato, con nessuna bandiera sventolata.
Gli “Ultras Afragolese” sono presenti, lo striscione e le solite pezze, “Noi oltre tutto” e “80021”, lo dimostrano, ma dal settore loro occupato un silenzio “rumoroso” stupisce tutti i presenti, non abituati ad un pre-partita così avaro di colori e toni.
All’ingresso delle squadre in campo non saranno i soliti fumogeni a colorare la gradinata, ma ben due striscioni i quali confermano il clima freddo: “Anche noi oggi con poco impegno…”, “20 lunghi minuti senza sostegno!!!”, mantenuti aperti per almeno cinque minuti.
Il sentimento angustiato dei tifosi nei confronti di una squadra accusata di metterci poca cattiveria, lascia poi spazio ad un altro striscione affisso alla balaustra: “Esposito non mollare”, un messaggio di solidarietà al giocatore delle fila casavatoresi reduce da un bruttissimo infortunio.
I primi venti minuti di gioco, effettivamente, appaiono davvero essere lunghi, e l’Afragolese, spaesata dall’accoglienza dei suoi tifosi, sembra davvero metterci la cattiveria tanto decantata, riuscendo a passare in vantaggio grazie ad un rigore.
Il goal, accolto dal più naturale dei boati, non smuove il gruppo, il quale continua a mantenere la propria linea, fino al ventesimo, atteso con trepidazione dagli stessi ultras.
Da questo minuto in poi lo spettacolo ha inizio e un altro striscione, il terzo di giornata, viene aperto e mantenuto per molti minuti: “Meritateci!” è il messaggio chiaro, scandito dallo stesso coro con il quale i ragazzi delle gradinate iniziano la “loro partita”. Due fumogeni ed una torcia vengono accesi e un petardo, unitamente ai cori, squarcia quell’assordante silenzio di inizio gara. Gli ultras proprio non ce la facevano più e, aiutati dal megafono, una sola bandierina ed una pezza mantenuta a mano (“No art.9”), faranno da padroni per tutti i restanti settanta di gioco.
La squadra, dopo aver ritrovato i propri tifosi, ci mette ancora qualcosa in più, sfiorando prima e concretizzando poi il goal del 2-0.
Un normale calo fisico abbassa il ritmo e l’attenzione di chi è in vantaggio, e questo permette agli ospiti di accorciare. Gli ultras la loro pausa già l’avevano coerentemente spesa, quindi, non abbattendosi, accompagnano l’Afragolese ad una vittoria sudata quanto meritata. Alla fine della gara, quasi c’è imbarazzo da parte degli undici casalinghi ad andare a ricevere l’applauso, ma il più classico dei “vi vogliamo così” sembra riavvicinare i tifosi indispettiti ad inizio gara, ma che hanno finalmente letto nella prestazione dei propri ragazzi quella volontà ed abnegazione celati negli incontri precedenti.
La partita finisce, lo stadio si svuota, qualche coro goliardico di fine match si aggiunge alla solita scaletta composta come sempre da cori a ripetere, altri più “cantati” e molti effetti speciali, come la sciarpata sulle note del “Dale Boca”. Da registrare anche più di un coro per i “fratelli” della dirimpettaia Caivano.
Come sempre, ad ora di pranzo, il responso è il solito: una partita di Prima Categoria riscontrerebbe una noia mortale se non fosse per il calore offerto da chi, con molti sacrifici, per amore della propria città e del calcio, incita, sostiene e regala spettacolo anche ai calciatori, i primi attori di questo bellissimo sport.
Testo e foto di Andrea Visconti.