Sabato 10 agosto prende il via, una settimana dopo l’esordio della Premiership, anche la stagione dei campionati dilettantistici scozzesi.

Ad inizio anno è stata varata la riforma dei campionati scozzesi. La Scottish Premier League non esiste più e, dopo quindici anni di esistenza, torna a fondersi con la Scottish Football League, per formare la nuova “Scottish Professional Football League”. Le Division restano ancora quattro, con dodici squadre nella massima, chiamata ora Scottish Premiership, e dieci nelle altre tre, che, sul calco di quelle inglesi, diventano Scottish Championship, Scottish League One e Scottish League Two. Vengono introdotti i playout anche per la Premiership, con l’ultima classificata che retrocede in Championship e penultima che spareggia con seconda, terza e quarta della Division inferiore.

Per quanto riguarda il calcio non-pro, è nata la Scottish Lowland League che, assieme alla Highlands League, forma il corrispettivo della “Non League” inglese e, a partire dalla stagione 2014/15 (rumors has it…), dovrebbe portare la vincente del campionato alla promozione, dopo uno spareggio, in League Two.

Insomma, l’anno che attende il calcio non-pro scozzese è una sorta di limbo, una specie di preparazione a quello che verrà. Si gioca, quindi, per la gloria, e la stagione non poteva aprirsi meglio per le due squadre di Edimburgo, se non con un derby. Edinburgh City e Spartans, le due squadre della capitale inserite nella nuova League (perché uniche con tutti i requisiti richiesti dalla federazione per partecipare anche alla Scottish Cup) si sfidano al “Meadowbank Stadium”, davanti a poco più di un centinaio di spettatori, in una giornata cupa ma non fredda (almeno per queste latitudini). Costo del biglietto, £5; costo del match programme, £2. La cosa mi lascia un po’ sorpreso, perché il tagliando d’ingresso è, per la media britannica, bassissimo, mentre il programma della partita, immancabile, è fatto di fogli stampati in bianco e nero e non riesco a capire il prezzo così alto. Anyway. Il match di oggi fa da antipasto, diciamo così, al derby vero e proprio che si giocherà domani, domenica, al Tynecastle tra Hearts e Hibs ma, di quella gara, non è nemmeno lontano parente. Certo, tra le due squadre c’è una discreta rivalità ma il contesto è quello di un’amichevole estiva. Il livello delle giocate, in campo, è comunque superiore alle (mie) attese, il match è equilibrato e gli Spartans vincono grazie ad un guizzo del loro attaccante a poco meno di un quarto d’ora dal termine.

Lo scarso numero di spettatori è anche giustificato con il “ban” al quale i supporters del City sono stati sottoposti al termine della scorsa stagione. Quando ho visto il City in azione, in Scottish Cup contro il Queen of the South l’anno scorso, ho notato un piccolo gruppo di ragazzi (giovanissimi) che, radunati nella parte alta della gradinata centrale, sostenevano i bianconeri con cori e battimani, guardando la gara in piedi. Bene, questi stessi ragazzi si sono macchiati (secondo quanto riporta l’Edinburgh Evening News e il programma del match) di azioni riprovevoli che hanno costretto la società, sotto la spinta della polizia, ad espellerli dallo stadio, vietandone loro l’ingresso. Di cosa sono colpevoli? Di aver intonato cori, salendo sui tavoli del McDonald’s che si trova appena fuori dalla tribuna del Meadowbank Stadium. Per inciso, come riportato sul programma, siccome il sopra citato ristorante non sponsorizza il club, non verrà più consentito ai tifosi, a fine primo tempo, di andare a prendere da mangiare fuori dallo stadio. Gli “ultras” si sono resi protagonisti anche di un lancio di carta igienica nelle gare contro Musselburgh Athletic e Leith Athletic (questa volta addirittura in trasferta…) e, dopo i fatti del McDonald’s, il club, che non può permettersi di pagare un servizio di steward privato, ha pensato di vietare loro l’ingresso “non potendosi più fidare di loro” (letterale, sempre dal programma). L’ingresso nel sistema professionistico comporta anche questo tipo di restrizioni, tanto per darvi un piccolo assaggio di “modello scozzese”.

Non credo ripeterò l’esperienza ma, come lo scorso anno, se le due squadre dovessero avere un bell’accoppiamento in Scottish Cup (magari con qualche squadra di campionati superiori), non escludo un ritorno su questi gradoni. Il contesto, in quelle occasioni, dovrebbe essere decisamente migliore.

Matteo Mangiarotti.