Lo sanno anche i muri, a Firenze quella contro la Juve è la partita più attesa di tutte le stagioni. Un odio antico, nato nei tempi in cui la Viola si contendeva titoli con la blasonata creatura di Casa Fiat, scontrandosi puntualmente con la potenza politica ed economica della squadra sabauda. Un odio antico, covato con rabbia negli anni e tramandatosi di generazioni, “da padre in figlio” come dice la bellissima bandiera della Fiesole.

Se il confronto sul campo ha spesso e volentieri poca ragione d’essere, vista la storia ricca di successi, magari anche discussi ma sistematici, della Juventus, sugli spalti Firenze non ha mai ceduto d’un passo, dando fondo a tutta la forza della propria gente, libero sfogo alla proverbiale goliardia toscana, per primeggiare e farsi beffe dell’avversario. Sarà così anche oggi, con una carrellata di striscioni offensivi nei confronti dei bianconeri ed una coreografia oggettivamente molto bella e ben riuscita, un colpo d’occhio che a vederlo in foto non rende mai giustizia del brivido lungo la schiena che si prova ammirando certi spettacoli dal vivo.

Dopo un inizio molto stentato, quasi orribile, in cui riesce ad andare sotto di due lunghezze, anche la squadra in campo ci mette del suo per onorare questo incontro molto sentito dai propri tifosi. Presa per mano da un Pepito Rossi sensazionale, la Fiorentina riesce dapprima a rimontare il doppio svantaggio e poi addirittura a chiudere con un netto 4-2. Risultato figlio forse anche di una Juve imbabolata e superficiale, che credeva di avere già il risultato in tasca, tirando così i remi in barca per risparmiare risorse fisiche e mentali in vista dell’imminente impegno in Coppa Campioni contro il Real Madrid.

La tifoseria juventina ha come sempre accompagnato la squadra con grandi numeri, tipici di una compagine che raccoglie ovunque tanta simpatia. Presenti tutte le sigle maggiori del tifo bianconero, dai “Drughi” agli ex “Bravi Ragazzi” che si beccano una dedica dagli avversari per il suo nuovo corso. Tantissimi due aste, diverse bandiere e tifo caratterizzato da copiosi battimani e qualche torcia accesa di soppiatto, onde evitare le spiacevoli artigliate della repressione che la pirotecnica sta subendo negli ultimi anni. Singolare che a cavalcare questa battaglia ipocrita siano gli stessi massimi organismi calcistici, che poi ritrovi puntualmente infognati nei peggiori scandali dal “Qatargate” in poi. Farsi fare la morale della pulizia dai porci, è un piacere da fini intenditori. Poi, spalleggiati dai loro servi pennivendoli, hanno pure la faccia di bronzo di farsi passare per difensori e amanti del calcio dai barbari violenti degli ultras: la verità mistificata e totalmente sovvertita, bisogna avere talento per farlo.

Testo di Gilberto Poggi.
Foto di Sauro Subbiani.