Era dall’ormai lontano 18 Novembre 2001 che Jesina e Fano non si incontravano in gare ufficiali. All’epoca si parlava di un Fano, guidato dall’idolo della curva Gianluca Gaudenzi,  che vincendo partita su partita si apprestava al ritorno nel calcio professionistico, e di fronte si ritrovava una squadra leoncella che purtroppo stava mestamente finendo in Eccellenza regionale. Oggi le cose sono cambiate e seppur ci si ritrovi ancora in Serie D, la squadra di casa naviga nelle posizioni medio-alte della classifica, a fronte di un’aquila granata che, dopo la retrocessione nel dilettantismo dello scorso anno, anche in questa stagione, fatica non poco ad uscire dalle “sabbie mobili” dei bassifondi.

E’ comunque una gara attesa da entrambe le curve, per un gemellaggio storico nel panorama ultras, nato nella metà degli anni ’80, quasi per caso, tra banchi di scuola e un inaspettato fianco a fianco di allora esponenti delle due curve durante dei disordini all’esterno dello Stadio “Del Duca”, in un Ascoli-Sampdoria di altri tempi.

La giornata inizia buon’ora e i ragazzi del direttivo dei Panthers Fano 1977 partono alla volta della città leoncella in una quarantina di unità, per partecipare così ad un ben organizzato pranzo presso un locale circolo cittadino, dove tra fiumi di vino Verdicchio, cori e vecchie storie, il tempo vola via e si alzano ripetutamente al cielo i ricordi per chi troppo presto ci ha lasciato.

Finito il pranzo, tutti uniti in corteo. Ci si dirige verso lo stadio Carotti per poter effettuare il consueto giro di campo per sventolare alte le bandiere che categorie e calcio moderno possono scolorire ma non far ammainare. Tante per l’occasione anche le facce di un tempo, perché questa non è la solita amicizia, ma qualcosa che va oltre lo scambio di sciarpe, e che continue visite reciproche e giornate insieme tengono sempre vivo.

All’ingresso in campo i ragazzi degli Ultras Jesi espongono lo striscione “Jesi-Fano: questo e’ il derby che amo”; da parte granata, i circa 120 ospiti alzano un lungo “biaste” in raso, rappresentante una grande sciarpa con i simboli dei gruppi e i nomi delle città nei tipici caratteri degli striscioni, a cui si affiancano sciarpe belle alte e stendardi.

La partita in campo non offre granché e i minuti passano tutt’altro che velocemente, con le curve che si scaldano in questa fredda giornata, cantando costantemente e scambiandosi reciproci cori di stima, oltre che in ricordo dei fratelli Red e Bronco, che il loro derby lo stanno vivendo dall’alto, infine un pensiero va anche per i ragazzi diffidati.

Negli ultimi venti minuti la gara finalmente ha un bel sussulto, con l’uno due dei padroni di casa che ovviamente galvanizza i biancorossi, i quali offrono una bella sciarpata e battimani, non prima di aver ricordato il giocatore Sebastianelli che in settimana ha cambiato casacca, non mancando con l’occasione di “punzecchiare” la società, rea della cessione di uno dei simboli leoncelli degli ultimi anni.

Nel finire arriva pure il terzo gol dal dischetto che stende sul campo l’undici ospite ma non ferma l’incitamento dei Panthers Fano che, con diversi cori, se la prendono anche questa domenica con società e mister, con il rischio che un’ennesima retrocessione si possa materializzare.

Finita la gara tutti di nuovo insieme, prima per la foto ricordo sotto il murales per Red e poi al vicino bar fino tarda serata.

Davide Manna.