Domenica, cielo plumbeo. Sulla strada per Monza c’è anche la nebbia. Sembra che il tempo percepisca la partita che si giocherà a meno di un’ora. Possiamo, se nessuno si offende, definirlo un derby nordico.
Da una parte il Monza, che ha da poco raggiunto il secolo, e dall’altra la Virtus Verona, che in questi anni, grazie anche ai suoi tifosi, sta galoppando verso le maggiori serie. Si presumono scintille sugli spalti, oltre che in campo, date le diverse idee politiche dei tifosi ma né prima e né dopo succede nulla.
Per ragioni logistiche rinuncio all’accredito e pagando mi accomodo in Curva Sud. La gradinata non è piena, ma il nucleo centrale rigonfia di persone che incitano la squadra. Gli ultras della Virtus, invece, vengono fatti accomodare nell’ultima parte della tribuna, dato che la curva opposta è chiusa. Anche loro contano una ventina di persone, che però si fanno sentire per cinquanta.
Inizia la partita con i rossoblu in netto vantaggio, tant’è che non passa molto tempo per vedere il primo goal. I tifosi della Sud, al posto di perdersi, iniziano ad incitare la propria squadra, che tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, con due grandissimi tiri, recupera e passa in vantaggio senza negarsi il bagno di folla sotto la curva. Al primo calo però, la Virtus si procura un rigore e riesce a pareggiare, ma con un colpo di reni vengono di nuovo rimontati e finisce con la vittoria del Monza per 3 a 2.
Durante la partita, sugli spalti, c’è stato un gran tifo da ambo le parti. I monzesi hanno perso un po’ di lustro all’inizio, ma dopo il primo goal subito non hanno smesso un minuto di cantare. I veronesi altresì hanno fatto una gran figura, facendosi sempre sentire e non riposando quasi mai le braccia, sventolando fino alla fine i propri colori.
Inutile dire che alla fine chi ha vinto sono stati realmente gli ultras, che da entrambi le parti non si sono mai rassegnati al risultato altalenante.
Il Monza Calcio e l’amministrazione comunale monzese, invece, sono tutt’altro che all’altezza: a fronte dei ben 12€ richiesti per un biglietto di curva, offrono un settore che cade letteralmente a pezzi, con tanto di foresta amazzonica ai lati per l’erba che non viene tagliata da tempo immemore. Il resto dello stadio non è da meno, con un intero settore chiuso e pieno di pattume. Soprattutto per quest’ultime considerazioni mi viene da togliere il cappello agli ultras, che nonostante tutto tengono duro e dimostrano amore per la propria maglia.
Angelo Toscano.