La crisi di pubblico che attanaglia il calcio di oggi è cosa ben nota e Novara non sembra proprio sfuggire a tale regola, visto il numero di spettatori presenti per una partita che, almeno in teoria, potrebbe far risalire la squadra di casa verso le zone nobili della classifica. Come se ciò non bastasse, oggi si gioca contro la sorpresa Lanciano, che guarda le altre squadre dalla posizione più alta della classifica. Altresì oggi si festeggiano i 100 anni della nascita di Silvio Piola, bomber che con 274 reti guida la classifica assoluta dei cannonieri della Serie A. Per l’occasione il Novara indossa una maglia celebrativa che purtroppo, per ragioni di sponsor, ricalca in tutto e per tutto la divisa solitamente usata nelle altre partite. Si sa, quando i soldi comandano, lo spazio per le questioni di cuore è quello angusto tra il dovere e l’ipocrisia.

La Curva Nord, dove si sistemano gli ultras di casa, fatica a riempirsi. Gli ultimi arrivano quasi in concomitanza del fischio iniziale, attestandosi a circa un centinaio di presenti che, sistemati nella parte centrale bassa, iniziano a sostenere la compagine piemontese. Sono presenti in balaustra le pezze di Sezione, Gruppo Storico e Zoo.

Portando lo sguardo alla curva sud, la presenza ospite è di tutto rispetto, contando la distanza siderale che divide Novara da Lanciano. Sono circa 150 i rossoneri che oggi son giunti a sostenere i propri colori. Passando in rassegna le pezze, sono presenti, oltre ad alcuni club, anche gli Stonati, Nucleo Old School e Foedus Frentanum. Tuttavia gli ultras rossoneri non tesserati, riuniti nel gruppo “Senza se e senza ma”, oggi non sono presenti né dentro né fuori lo stadio, decisione dettata anche dalla distanza tra le due città, unita alla certezza di rimanere fuori e alla crisi economica che ahimè si fa sentire sempre più. Già la vita dei non tesserati è dura, perché andare controcorrente significa, in parole povere, non vedere mai la propria squadra se non in qualche sporadica occasione, laddove in un modo o nell’altro si riesce ad entrare. Certo qualcuno potrà, con giusta ragione, obiettare sulla decisione di questi ragazzi, ma essere ultras, fino in fondo, vuol dire anche perseguire un fine, quello dell’abolizione della tessera del tifoso, dove “tifoso” è inteso come semplice consumatore da fidelizzare ad un prodotto. Il calcio è passione e non un qualunque prodotto da vendere.

L’ingresso delle due compagini è accompagnato da un “Vincere” a ripetere che riecheggia per tutto lo stadio, dimostrazione che il numero conta fino a un certo punto, quello che più importa, e lo dimostreranno più avanti, è avere a cuore la squadra, e questi ragazzi lo mettono davvero tutto a sostegno della causa Novara. Anche la curva ospiti non resta a guardare e risponde ai novaresi incitando a gran voce la propria, di squadra.

La partenza a razzo delle due tifoserie lascia spazio ad un inizio di partita spumeggiante: già al 4’ il Novara rischia di passare in vantaggio, questo da coraggio ai novaresi che spingono i ragazzi in campo con la loro voce. Purtroppo è la Virtus a passare in vantaggio con Troest. Festa grande per i frentani che esultano a più non posso, per una rete molto importante nell’economia della gara.

Lo svantaggio non scalfisce i novaresi che, a più riprese, chiedono la reazione della squadra, dimostrando un attaccamento alla maglia tipico degli ultras. Dopo un paio di cori a ripetere anche lo stadio pare riprendere vita, e quantomeno con il battimani aiuta gli ultras azzurri. Ma ancora una volta lo sforzo novarese viene vanificato dalla rete di Minotti che, da due passi, insacca lo 0-2 per gli ospiti, facendo esplodere ambedue le tifoserie. Gli abruzzesi per la felicità saltano e incitano a gran voce i propri ragazzi, i novaresi, invece, stanchi di una squadra molle chiedono, senza troppi giri di parole, di tirare fuori gli attributi per onorare la maglia che indossano.

Gli abruzzesi, forti del doppio vantaggio, lanciano cori verso i propri giocatori in campo, senza dimenticare il sostegno a tutta la squadra con un forte e ben partecipato “Fino alla fine forza Lanciano”.

Sul versante casalingo, i pochi che ci credono veramente danno il tutto per tutto, chiedendo una reazione agli undici in campo, tanto che Gonzalez, sul finire della prima frazione, va vicino alla rete: solo un salvataggio alla disperata sulla linea, nega la gioia del gol al Novara e al suo pubblico.

La prima parte della gara si chiude, i frentani accompagnano l’uscita delle squadre con cori di incitamento verso i propri beniamini, i novaresi, stufi di una prestazione indegna dei propri giocatori, chiedono ancora di onorare quantomeno la maglia, chiedendo una pronta reazione.

La prima parte del secondo tempo pare un’altra partita, la richiesta degli ultras pare recepita dagli azzurri di Aglietti, infatti sono molte le occasioni create dalla compagine piemontese che, a più riprese, rischia di segnare il gol che riaprirebbe la partita. Al 63’ l’episodio che potrebbe quantomeno riaprire i giochi: Aquilanti stende Gonzalez lanciato a rete, rigore ed espulsione a danno del giocatore rossonero; lo stadio si ammutolisce in attesa della battuta della massima punizione, dal dischetto va lo specialista Buzzegoli, ma Sepe è bravo a mandare in angolo il rigore.

Questa ennesima occasione sprecata fa esplodere tutta l’indignazione dei novaresi, lo stadio inizia a fischiare mentre gli ultras, dopo qualche altra richiesta di onorare la maglia, andata fallita, decidono di attendere in silenzio la fine della partita. I frentani possono così esultare per il rigore fallito e un forte “Lanciano Lanciano” si alza dal settore loro dedicato.

Forte della superiorità numerica, il Novara si getta all’arrembaggio nell’ultima parte della gara, ma la bravura del portiere rossonero e l’imprecisione offensiva dei piemontesi fanno sì che la porta abruzzese resti inviolata. Con il Novara sbilanciato in avanti le ripartenze degli avversari sono letali, infatti, proprio allo scadere, il neo entrato Turchi insacca le rete del definitivo 0-3. La maggior parte del pubblico si alza e prende la via dell’uscita stanca e delusa di una prestazione orrenda. Gli ospiti possono esultare per la rete che sancisce la fine delle ostilità, sono ancora primi in classifica e la gioia per loro è incommensurabile. Ben diversa è la reazione del pubblico di casa, fischi piovono sulla squadra, gli ultras chiedono a gran voce il confronto con i propri giocatori chiamandoli sotto la loro curva, ma questi li ignorano prendendo la via degli spogliatoi.

Anche i frentani chiamano la squadra sotto la curva, ma per tributare loro il giusto applauso per l’ennesima vittoria e per chiedere qualche maglietta ai propri beniamini. La squadra si porta sotto il settore e qualche fortunato riceve l’agognata maglia.

Concludendo, il tifo ospite c’è, compatti e colorati, fanno da sottofondo per tutta la partita con alti e bassi, manca purtroppo una certa organizzazione e “radicalizzazione” del tifo di stampo ultras ma, come già spiegato, pesa la scelta di quanti hanno deciso di non tesserarsi.

Capitolo Novara, i pochi ma buoni che ci sono oggi in Nord ce la mettono tutta, nel primo tempo e per parte del secondo non fanno mai mancare l’appoggio alla squadra, e colorano il settore con tre bandieroni molto belli. Dopo il rigore sbagliato smettono di tifare, stanchi della prestazione e chiedono il confronto con la squadra ma, come detto, sono stati ignorati. In una 50ina poi si son presentati fuori dagli spogliatoi per chiedere conto alla dirigenza. Chiedere alla squadra di mostrare un minimo di attaccamento alla maglia che indossano, onorando chi la segue in lungo e in largo per l’Italia la squadra, non è mica una richiesta inconcepibile.

Alessio Farinelli.