Un tempo ci chiedevamo quanti potevano essere gli ultras in trasferta, oggi i tempi son radicalmente cambiati e viene da domandarsi semplicemente se ci saranno gli ultras nel settore ospiti. Sembra di essere tornati agli anni ’70, quando fare tutte le trasferte era praticamente impossibile. Per anni certi stadi, specialmente quelli più caldi, hanno visto rare e piccolissime truppe di ultras. Oggi ciò che porta a non esserci è la tessera del tifoso: chi si è ostinato a non farla ha poche possibilità di entrare ed ultimamente avvicinarsi troppo al luogo di svolgimento della partita può costare caro. Insomma, per i non tesserati son momenti duri e per chi proprio non si vuole allineare c’è pure il rischio di tornare a casa con una diffida sul groppone. Della serie, becco e bastonato.

A Pontedera si presentano i Leccesi. Prima della partita sono diversi coloro che sostano nei parcheggi intorno allo stadio, per lo più sono tifosi che vengono dal centro-nord Italia e che giungono in Toscana a bordo di auto private. Delle pezze degli ultras nessuna traccia, nel settore destinato agli ospiti c’è qualche drappo ma, a prima vista, niente che possa essere associato agli Ultrà Lecce.

Gli ultras granata sono come sempre al loro posto e come al solito non marcano il proprio territorio né con pezze né tanto meno con striscioni. Il numero dei presenti è fortemente influenzato dalla giornata non proprio ottimale, numerosi nuvoloni neri aleggiano a Pontedera ed un forte vento di libeccio infuria senza sosta. Chi non vuol correre rischi si dirige in tribuna, che infatti risulta esaurita, oppure se ne resta a casa. Gli ultras locali ci sono comunque, e quando pochi istanti dopo il fischio d’inizio viene giù un vero e proprio nubifragio, nel loro settore restano da soli a cantare, con il resto dei tifosi che cercano un riparo di fortuna oppure si dirigono a prendere gli ombrelli.

I Leccesi si compattano dietro le proprie pezze, ma, visto il temporale che si abbatte sulla zona, non offrono niente dal punto di vista coreografico e quelle due-tre bandierine vengono prontamente messe da parte.

I Pontederesi aprono le danze con i cori contro la tessera del tifoso, poi sostengono la squadra intonando anche qualche coro per i singoli giocatori. I Leccesi presenti non sono proprio degli sprovveduti, fin dal’inizio fanno un bel quadrato dietro le pezze e partono ricordando i diffidati e sostenendo a dovere la squadra. Sicuramente le condizioni meteo non li avvantaggiano, comunque restano belli compatti e si fanno sentire con cori e battimani, segno che non sono proprio i classici tifosotti da club che seguono ordinatamente la partita ed applaudono solo a qualche bella giocata del singolo giocatore. Manca lo zoccolo duro della Curva Nord, difficile sostituirlo, ma comunque chi c’è si dà un bel daffare e qualche coro riesce bene.

Fortunatamente la pioggia rallenta un po’ d’intensità, qualche rovescio continua ad esserci e disturbare l’incontro, però la cosa è sopportabile, malgrado sia Leccesi che Pontederesi siano ormai zuppi.

Il tifo dei padroni di casa è continuo, seppur in questo pomeriggio lo zoccolo degli ultras non venga spalleggiato, se non in rare occasioni, dal resto del settore. I granata ci danno dentro, cantano per la squadra, contro la tessera e pure contro i “cugini” di Ponsacco.

Nel settore dei Leccesi i cori sono intervallati da qualche breve pausa ma, in definitiva, il tifo è buono ed in alcuni frangenti viene coinvolto tutto il settore.

Sul terreno di gioco la partita offre qualche bello spunto, anche se le azioni pericolose si contano sulle dita di una mano, perciò il risultato di partenza viene mantenuto per tutta la durata dell’incontro. Il pareggio finale accontenta più gli ospiti, mentre il pubblico di casa mastica un po’ amaro, pur applaudendo una squadra che può continuare a stupire.

Valerio Poli.