Quando lascio la macchina parcheggiata su un terrapieno adiacente la Via Prenestina l’orologio segna già le 10:35. Come se non bastasse, inoltrandomi per gli striminziti vicoletti che portano all’ingresso dello stadio Castelli, mi imbatto nel folto schieramento di forze dell’ordine impegnate a convogliare il contingente sorano verso il proprio settore. Un agente ovviamente mi blocca chiedendomi chi sia, cosa voglia, che faccia là. Fortunatamente è sufficiente mostrare la mia fotocamera per passare lo schieramento, circumnavigare il perimetro dell’impianto e guadagnare l’ingresso sul terreno di gioco.

È tuttavia incredibile come in occasione di queste partite organizzate dentro Roma, alla presenza di tifoserie un po’ più numerose, la Questura mobiliti numeri veramente esagerati, paralizzando letteralmente interi quadranti (popolosi come in questi caso). Soprattutto se si pensa che il match in oggetto viene giocato proprio qualche ora prima di Roma-Lazio, una sfida che già di suo generalmente vede l’impiego sostanzioso di personale impegnato tutela dell’ordine pubblico.

Da Sora si sapeva che sarebbe giunto un buon numero di tifosi. I bianconeri, dopo il 4-0 rifilato al Gaeta, sono balzati in testa solitari e sembrano avere tutte le carte in regola per disputare un campionato da mattatori. Il loro ingresso avviene alla chetichella, controllati abbastanza meticolosamente. Le gradinate del Castelli restituiscono sempre un’immagine alquanto retrò, incastonate tra le case di Tor Sapienza e abbastanza agevoli per fare tifo. Mi viene da sorridere quando penso alla classica domenica mattina dell’abitante medio del quartiere, svegliato dai cori degli ultras o “disturbato” dagli stessi mentre è intento a intingere i biscotti nel latte assieme a tutta la famiglia. Meglio così, le scene da Mulino Bianco mal si sposano con chi nella domenica vede solo ed esclusivamente il giorno del pallone!

Quando le due squadre entrano sul manto verde anche le tifoseria scaldano i motori. Alla mia destra sono sistemati un manipolo di ragazzi al seguito dei gialloverdi di casa. A fari spenti e senza troppo clamore, gli ultras del Tor Sapienza costituiscono ormai da anni una realtà consolidata nel panorama capitolino, avendo dato un’ottima continuità al proprio seguito e – anche se con numeri ridotti – presenziando sempre con tifo e sostegno ai match del proprio club. Cosa che faranno anche oggi per tutta la durata dell’incontro.

Su fronte sorano i presenti evidenziano l’ottimo stato di forma della tifoseria bianconera, sfoderando una bella prova fatta di voce, bandiere, sciarpe e anche qualche torcia galeotta, che fortunatamente ancora riesce a far capolino nei nostri stadi. Sui bianconeri mi sono espresso davvero tante volte negli ultimi anni, quindi è inutile sottolinearne ancora una volta la crescita esponenziale a livello organizzativo, estetico e di continuità. Dico solo che con tutti i meccanismi ben oleati la Nord quest’anno può fare davvero le prove generali per il ritorno in Serie D.

Da sottolineare l’ingresso vietato a uno striscione realizzato per un ragazzo di Nola (“Sempre a testa alta, Chiappariello libero”). Uno messaggio evidentemente pericoloso, un’apologia di terrorismo bella e buona, fortunatamente stroncata sul nascere dai solerti tutori dell’ordine. Forse è stata la parola “libero” a creare problemi, un concetto – quello di libertà – che effettivamente poco concilia con il modo in cui vengono spesso e volentieri gestiti i tifosi o descritti agli occhi dell’opinione pubblica. Di sicuro l’ennesima conferma di come in Italia si vada avanti quasi sempre solo con il concetto del divieto e della limitazione, tralasciando in talune occasioni il buon senso o il dare giusto peso alle singole situazioni.

In campo il Sora cala il poker, travolgendo i padroni di casa con un perentorio 1-4 che consolida i bianconeri in testa alla classifica. Festa finale per i giocatori che sulle note della Lambada cantano e ballano con i supporter giunti in ottimo numero nella Capitale.

Fase di deflusso tranquilla e veloce. Ritrovo persino la mia macchina al lato della Via Prenestina!

Simone Meloni