La prima ed unica volta che andai a Benevento fu per un Benevento – Cavese, nel lontano 2004, quando la squadra sannita lottava per la promozione nell’allora cara C1. Precisamente stava nel girone B delle serie C2, e già allora si studiavano i primi metodi per non far disputare partite ad alto rischio; perlomeno si cambiavano i gironi, non si giocava certo a porte chiuse, o si vietavano trasferte, o si limitavano i biglietti per gli ospiti o si chiudevano settori.

Ben dodici anni sono passati, per cui quest’oggi decido di andare a vedere Benevento – Perugia, curioso di vedere gli eventuali cambiamenti avvenuti nel Sannio.

Per l’occasione andrò insieme al grande partitellaro Simone, contento di questo suo esordio assoluto al vecchio Santa Colomba, oggi denominato Ciro Vigorito, in onore del compianto amministratore delegato del Benevento e fratello del presidente Oreste, stroncato all’ età di 71 anni per un male incurabile.

Partiamo in treno ed il viaggio scorre abbastanza velocemente e tranquillamente finché, come di consueto, la Polfer, che sale in una fermata intermedia, ci chiede i documenti. Tutto normale ma è simpatica la scenetta con Simone che tira fuori la patente mancante di indirizzo, essendo quella nuova. Comincia un botta e risposta pari al duetto comico sardo di Colorado “Pino e gli anticorpi” che si concluderà dopo circa cinque minuti con la disinvoltura di Simone nel dubitare giustamente di questi documenti se poi non possono servire a niente. Ma ancora più sorprendente sarà la risposta del poliziotto che dirà “ehhh si va sempre peggio”, e detto da una figura istituzionale fa sempre un certo effetto.

Arriviamo a Benevento verso le 11 e tutto ad un tratto mi ricordo che Simone è un cultore di vecchi stadi, così gli propongo di andare a vedere il “Meomartini” che, tra l’altro, avevo già visto in occasione della partita Forza & Coraggio – Sansepolcro, valida per i play off di serie D, stagione 2010-2011 se non erro.

Praticamente la strada dalla stazione è la stessa che dovremmo fare per arrivare al Santa Colomba e, difatti, i due impianti sono vicinissimi l’uno dall’altro.

Arriviamo e fortunatamente troviamo uno stagionato dirigente che ci racconta un po’ di aneddoti dell’epoca e di come era lo stadio (che comunque contava diecimila posti ed aveva due tribune ed una curva). La chiacchierata è molto piacevole. Oltre a queste cose ci dice qualcosa di lui, della sua carriera da dirigente e dei calciatori cresciuti e lanciati nelle categorie maggiori. Si parla anche di quella famosa partita sospesa per incidenti del 1975, Benevento – Bari, quando le due fazioni se le diedero di santa ragione nell’allora esistente curva, tanto da entrare in campo e far sospendere la partita. Diciamo che noi ce la caviamo e facciamo vedere che su qualcosa siamo preparati. Poi, dopo due scatti all’unica tribuna coperta rimasta ed al campo in sintetico, ci congediamo e ci incamminiamo verso una pizzeria per bere e mangiare qualcosa.

In seguito ci dirigiamo verso lo stadio vedendo numerose scritte dei vari gruppi al seguito del Benevento. Poi, girato l’angolo di una via, si apre davanti a noi un’ampia piazza con in sfondo la tribuna coperta con fuori scritto appunto stadio “Ciro Vigorito”.

Su una cancellata è esposto un lungo striscione che chiama a raccolta il popolo sannita nonostante gli ultimi risultati negativi della squadra: “Il Benevento va onorato al di là del risultato”.

Nonostante la Serie B lo stadio è cambiato poco, a parte qualche cancellata per dividere i settori ed i soliti tornelli, molto belle le scritte davanti la tribuna ed i murales.

Passiamo tornelli e controlli e finalmente entriamo nel settore a noi destinato.

Lo scenario è molto bello, visto che lo stadio è gremito da quasi 8.000 spettatori di cui quasi 150 provenienti da Perugia con tre pullman, più dei pulmini oltre a macchine private.

La Sud giallorossa si presenta divisa: nell’ anello superiore prendono posto Curva Sud Benevento 1929, mentre South Zone ed un altro gruppo sono sempre in Curva Sud ma sopra i due balconcini. Le Teste Matte con i Benevento 1929 si sistemano sempre in Curva Sud ma nella parte bassa e sono oltre un centinaio. Poi ci sono un altro paio di gruppi che stanno nella tribuna scoperta: un club con un bel bandierone giallorosso nella parte alta vicino la curva e un altro pugno di tifosi, gli UCS nella parte sotto dalla parte opposta.

Entrano le squadre in campo e la Curva Sud si colora con una bella e fitta sciarpata nella parte alta tirando giù e su le sciarpe con velocità per poi farle roteare e sventolando i bandieroni.

Nel settore ospiti i perugini, attaccati gli striscioni dei gruppi principali alla balconata, sventolano bandiere e accendono una torcia in zona Ingrifati.

Nel primo tempo i sanniti partono subito forte facendo tanti battimani e mani alzate sia nella parte alta che in quella bassa e devo dire che sono molto continui nel tifare ma non nello sventolio dei bandieroni, che vengono alternati durante lo svolgimento della gara.

Peccato che i due gruppi della curva non sempre cantino gli stessi cori, anzi il più delle volte ognuno va per conto suo. Le Teste Matte con i Benevento 1929 comunque non sono da meno, prediligendo i battimani e solo di tanto in tanto vengono sventolati i bandieroni dei gruppi.

Passando al settore ospiti, i biancorossi, pur non essendo tantissimi, si fanno sentire con numerosi battimani ma soprattutto vedere con lo sventolio dei bandieroni dei gruppi ultras maggiori e degli altri (molto bello quello del Santa Giuliana con lo stadio di allora dove giocava il Perugia gremito di spettatori). Verso la fine della prima frazione effettuano una bella sciarpata e viene accesa la seconda torcia questa volta in zona Brigata.

Nel secondo tempo, seppur la partita rimanga inchiodata sullo 0-0, la Curva Sud continua a tifare ed il tamburo nella parte superiore dà il tempo ai cori ed ai battimani. Logicamente calano a livello d’ intensità, ma, a parte qualche piccola pausa, il tifo è stato abbastanza continuo. Al fischio finale applaudono comunque la squadra.

In questa seconda frazione anche i perugini calano a livello d’ intensità corale, ma il tifo anche qui sarà pressoché continuo con numerosi battimani e sbandierate senza sosta. Verrà acceso un fumogeno rosso ed un’altra torcia nella zona degli Ingrifati ed in più si noteranno un paio di bandiere gialloblù molto probabilmente degli ischitani, storici gemellati degli umbri.

La partita finisce con gli applausi dei biancorossi verso la squadra per un pareggio che comunque accontenta tutti. A noi non resta che tornare alla stazione per prendere il treno che ci riporterà a casa con il sottoscritto che ha un forte.

Marco Gasparri.