Ultima giornata di campionato di Prima Divisione, e se nel girone A i verdetti sono già stati scritti con anticipo, complimenti al Novara per la promozione nella serie cadetta, nel girone B solo il Potenza conosce il proprio destino in anticipo, scritto tra l’altro a tavolino, mentre nella parte alta è sfida a tre tra Portogruaro, Verona e Pescara, ed ogni risultato odierno potrebbe influire.
Il Rimini, messo un piede in zona play-off solo nelle ultimissime giornate, fa visita al fanalino di coda Giulianova badando a non fare passi falsi e guardandosi dalla girandola di risultati concomitanti. La trasferta, inizialmente non autorizzata per lavori di messa a norma del settore ospite dello stadio “Fadini”, viene concessa in un secondo momento, facendo prevalere una volta tanto un po’ di buon senso, e destinando ai riminesi lo stesso posto nei distinti già concesso quest’anno a ravennati, andriesi e cavesi, solo per fare i primi nomi che mi vengono in mente.
Con il via libera alla trasferta, nel giro di qualche giorno i biancorossi polverizzano 400 biglietti: considerando la media stagionale di presenze esterne è un bel risultato, anche se non sempre ad un numero maggiore corrisponde un tifo di un livello superiore, specie per l’approccio del pubblico occasionale che si accosta a certe trasferte come ad una gita fuori porta.
A livello estetico, il settore è bello pieno e colorato di bandiere e due aste, vecchia connotazione di stile delle curve italiane che ormai sembra appartenere al passato remoto e fa sempre piacere rivedere.
Nel settore di casa, rassegnati al destino che li vede già ai play-out, sono rimasti in una cinquantina dietro la pezza “1979” e quella in ricorda di “Flaco e Alfredo”, al cui ricordo verranno dedicati alcuni cori nel corso della partita.
Anche da parte biancorossa il primo coro è per ricordare una persona speciale, alla soglia del tredicesimo anno dalla scomparsa, quel Marco Caruso che faceva divertire e cantare la curva con il suo stile scanzonato.
Il Rimini domina in campo e si porta sul 2-0 e, mentre si aspetta solo il triplice fischio, giungono inattesi i cori contro da parte dei locali, ai quali rispondono prontamente gli ospiti, in un batti e ribatti che dura giusto qualche minuto e in cui viene coinvolto anche il pubblico della tribuna centrale, poi tutto va smorzandosi anche perché, in Abruzzo, la rivalità più sentita da parte riminese è quella con i “cugini” del Teramo, alimentata dai numerosi incontri del passato, e nessuno si accanisce più del dovuto contro i giuliesi, specie contro i giuliesi che si vedono all’opera oggi che non sembrano attirare troppo l’attenzione dei romagnoli.
I verdetti che giungono da Verona hanno dell’incredibile: il Portogruaro vince contro gli scaligeri nei minuti finali ed è promosso in serie B; l’Hellas, partito strafavorito per la vittoria finale, è invece costretto ai playoff dove troverà proprio il Rimini già incontrato una settimana fa, con Pescara e Reggiana a viaggiare con loro sul treno dei playoff e a contendersi la B.
Gilberto Poggi.