Come ogni estate anche quella del 2017 sarà ricordata per le tante situazioni che l’accompagneranno. Una di queste, che non puo’ e non deve passare inosservata, porta alla luce la storia di due giovani uomini che vivono la passione per il calcio da due angolazioni diverse e che per un istante hanno un incrocio comune nelle loro vite: l’esame di maturità.

Uno è Alberto, tifoso del Genoa e giovane ultrà della Gradinata Nord. L’altro è Gianluigi Donnarumma, giovane e talentuoso portiere dell’AC Milan. Il 30 Giugno Alberto viene prelevato dalla propria abitazione alle 7 di mattina con l’accusa di aver acceso e posato a terra una torcia durante la partita Genoa – Chievo Verona, in segno di festa per il rientro allo stadio degli amici diffidati dopo Genoa – Siena, anno 2012. Questo è il reato che viene contestato ad Alberto.

Entrambi in quei giorni hanno un appuntamento con un momento che sancisce il primo passo importante di un ragazzo verso un punto d’arrivo, che poi rappresenta una partenza. I due decidono di viverlo in maniera diversa.
Alberto, che proprio la mattina dell’esame orale viene accompagnato in questura, per il forte rispetto per se stesso, per la propria famiglia e per i valori con cui è cresciuto ed è stato educato, chiede a gran voce di poter andare a sostenere l’esame, con l’intesa di ritornare, una volta sostenuto, per rispondere responsabilmente di quanto gli viene contestato.
Gianluigi invece preferisce rinunciare a questa prova della vita, sazio ed appagato dei denari che sta avidamente inseguendo attraverso mesi di trattative e ricatti verso la società che l’ha portato alla ribalta del grande calcio.
Due storie parallele solo per un esame, per il resto due giovani uomini con ben poco in comune. Credo che ogni individuo pensante sia in grado di trarre le debite conclusioni in merito, anche se per l’opinione pubblica, debitamente imboccata ed indottrinata, Alberto rimarrà probabilmente l’ultrà “brutto, cattivo e delinquente” e Gianluigi l’idolo delle folle.
Per fortuna nelle gradinate, luoghi di passione, amicizia e sofferenza sportiva ci sono tanti Alberto. E non ci resta che un quesito al quale una società normale non potrebbe che dare un’unica risposta. Come è possibile punire un Alberto con un DASPO e portare un Gianluigi ad esempio da seguire? Questi sono i modelli che la società di oggi, attraverso la repressione, vuole promuovere.
La bella e la bestia. A voi la scelta. A voi la scelta su chi sia la bella e chi la bestia. Noi non abbiamo dubbi e non smetteremo mai di essere ultrà, di essere Alberto. Senza se e senza ma.

Ultra’ Genoa CFC 1893