La situazione calcistica di Varese e Legnano è la cartina tornasole della crisi generalizzata ed estesa del calcio, nonché dell’allontanamento dei tifosi da quel calcio provinciale che, fino a poco tempo fa, veniva definito come la parte sana di questo sport.
Per delle strane coincidenze, non ho mai presenziato allo stadio Ossola di Varese. La mia unica e marginale apparizione fu, incrocio del destino, proprio nel massimo momento di rinascita del club biancorosso, ovvero quel Varese-Sampdoria valido per i playoff di Serie B, dove ad avere la meglio furono i blucerchiati.
Quel giorno, rimasi fuori alla disperata ricerca di una maniera per entrare (Sport People per me sarebbe arrivato qualche mese dopo), ed alla fine mi accontentai di assaporare il clima di festa di quella giornata particolare.
Molte delle cose che vidi quel giorno sono ormai storia e ricordi, ma perlopiù non mi piacquero affatto. Ma di positivo quel giorno ci fu la passione popolare per la squadra locale, i cortei biancorossi che partivano dal centro, una fiumana impressionante tutta colorata di biancorosso.
Sembra passata un’eternità da quel caldo Giugno del 2012. Il Varese, sfiorata l’impresa, si è bruciato economicamente per ripartire, un anno e mezzo fa, dall’Eccellenza. Campionato vinto facilmente, e poi di nuovo problemi societari con la stagione corrente.
Dopo un inizio con gli squilli di tromba, un rallentamento della squadra – cascato come un fulmine a ciel sereno sull’ambiente – ha coinciso con una forte frattura dirigenziale e stipendi non pagati. Prima di un ulteriore rimpasto societario, culminato, pochi giorni fa, con la nomina a presidente del 27enne pallanuotista Baraldi (per ironia della sorte l’atto è stato siglato proprio a Legnano).
Uno spicchio di serenità ha disteso l’ambiente, ma la squadra, nell’ambito di un girone di Serie D combattuto e senza una vera formazione leader, continua a stentare e a rimanere sempre di pochissimi punti dietro alle prime della classe, ovvero Cuneo e Inveruno, senza contare il sovraffollamento della zona di vertice contrassegnato dalla presenza di Borgosesia, Chieri, Caronnese e Pro Sesto.
A spiegarmi meglio e nel dettaglio la situazione creatasi a Varese è Marco, nota firma di Sport People dall’Ossola. Grazie a lui riuscirò anche a capire meglio alcuni particolari del match odierno.
Se Atene piange, Sparta non ride ma, anzi, sta peggio. Dopo un agognato quanto meritato ritorno in Serie D, il Legnano ha visto anch’esso un passaggio di mano in seno alla società quasi in contemporanea con quello varesino. Nel frattempo, la squadra ha racimolato la miseria di 15 punti in 28 partite, con sole tre vittorie e sei pareggi, e, salvo miracoli incredibili, si prepara ad un immediato ritorno in Eccellenza, mentre le altre compagini cittadine di basket e pallavolo volano alto nei rispettivi campionati.
La speranza dei tifosi lilla è che il neopresidente, l’assicuratore Munafò, possa dare quella serenità necessaria per ripartire con ambizione nel prossimo campionato o addirittura per sperare in un clamoroso ripescaggio. Nel frattempo i Boys, storico gruppo ultras legnanese, hanno comunque deciso di esserci sempre e comunque, sostenendo incondizionatamente la loro squadra. In un contesto di sfiducia e abbandono totale, loro ci sono sempre, con coerenza e abnegazione.
All’Ossola non c’è il pubblico delle grandi occasioni, e lo noto con la facilità con cui trovo posto davanti all’adiacente palasport. In tutto ci saranno sì e no 700 spettatori, compresi i 50 tifosi legnanesi arrivati con un pullman.
A proposito di tifosi ospiti, da annotare che essi hanno potuto acquistare il tagliando solo su base nominativa, come nei campionati professionistici, mentre era vietata la vendita dei biglietti del settore ospiti per i residenti della provincia di Varese. Non credo che serva commentare la sproporzione della decisione presa dalla questura con l’effettiva affluenza alla partita. Ma ormai siamo abituati e assuefatti anche a questo.
Tra Legnano e Varese non corre certo buon sangue. Gli ultimi fatti che hanno accentuato l’acredine, sono stati degli screzi in uno degli ultimi scontri diretti e un veloce saluto tra le due parti in una delle partite del Legnano quando militava in Promozione, nel contesto della trasferta lilla a Ponte Tresa. In più anche l’amicizia dei varesotti con i saronnesi non aiuta a conciliare le parti.
La bassa affluenza, nonostante il richiamo del blasone (per quanto in cattive acque) dell’avversario e il bisogno vitale dei tre punti per continuare a sperare nel primo posto (e quindi nella promozione in Lega Pro), si spiega col clima generale di sfiducia dettato dai motivi sopra descritti.
La sfiducia trova conferma nel clamoroso risultato che decreta il campo: un 1-2 impronosticabile dai più col Legnano avanti anche di due reti, un rigore sbagliato su sponda biancorossa, l’inutile dimezzamento delle distanze ad una decina di minuti dal termine ma, nel complesso, poco mordente e poca cattiveria agonistica.
I Blood & Honour ce la mettono tutta, nella prima frazione, a dare la carica ai propri ragazzi: tanti cori degni di nota per intensità, battimani seguiti da tutto lo spicchio schierato dietro lo striscione, una buona continuità. Da segnalare due striscioni alzati dai biancorossi: un pensiero per Fabione (da quanto ho capito un tifoso del Varese Basket), con un invito a non mollare nella sua battaglia, e un altro per una raccolta fondi a favore della ricerca contro il cancro sostenuta proprio dai ragazzi della curva.
Nella ripresa, dato il clima di arrendevolezza in campo, i padroni di casa decidono di interrompere il sostegno, togliere gli striscioni e posizionarsi nel parterre della tribuna in attesa del fischio finale e di spiegazioni da parte della squadra.
A fine partita, effettivamente, senza nessun invito esplicito dalla curva, ma di spontanea volontà, i giocatori biancorossi vanno a parlamentare coi propri supporter. “Farsa”, “venduta” e “vergogna” sono le parole che sento più spesso tra i comuni tifosi nel mio tragitto verso la macchina.
Ovviamente clima opposto in casa Boys Lilla. Gli ospiti arrivano già carichi. I primi cori, per lo più contro Varese, partono già dal prepartita, assieme a dei battimani che coinvolgono tutto il contingente.
Il trend legnanese continua anche durante la partita, attizzato dall’incredibile prestazione della squadra. Belli i bandieroni, tanto colore tra bandiere più piccole e sciarpe. Il tifo non conosce soste e l’intensità è più che buona, fattore non scontato in un impianto “anti-tifo” come quello di Varese. Dato il pronostico sovvertito, anche le esultanze hanno quel qualcosa in più, compresa quella al rigore parato dal proprio portiere.
I giocatori legnanesi, a fine partita, vanno giustamente a festeggiare coi propri tifosi: la partita di oggi è sicuramente un degno premio di consolazione per non aver mai mollato durante la stagione.
Come detto, umore nero in casa Varese: il distacco dalla capolista Cuneo, a 7 partite a termine della stagione è di 4 punti. Più su di tre lunghezze, ci sono Inveruno e Caronnese, mentre i biancorossi subiscono anche l’aggancio del Borgosesia, ringraziando per il pareggio della Pro Sesto e la sconfitta del Chieri. Nulla è perduto ma, allo stato attuale delle cose, l’agognato passaggio in Lega Pro diventa molto, molto più complicato.
Stefano Severi.