Il record stagionale di presenze al San Nicola coincide con la più cocente sconfitta stagionale. Ennesima partita in notturna, nel solito fastidioso venerdì, ma ormai (ahinoi) ci siamo talmente abituati a vivere il calcio in tutti i giorni, tranne la domenica, che ormai quasi più nessuno mugugna dissenso.

Un lusso per la Serie B i 31.000 presenti. Partita decisiva sia per il Bari in cerca di punti playoff, che per il Cagliari all’inseguimento della matematica promozione in Serie A.

Settore ospiti come prevedibile spoglio dei suoi ultras, ma tenuto colorato dagli oltre 50 tifosi, piuttosto colorati, arrivati a Bari. Qualche coro improvvisato ma, come nella norma quando mancano gli ultras, senza particolari emozioni.

La cartolina di giornata va alla splendida coreografia in salsa argentina dei club organizzati della Est: tantissimi “fumoni” rossi e bianchi accesi nella parte inferiore e una splendida cartata, riuscita abbastanza omogenea, nella parte superiore. Ricordi semi sbiaditi mi portano nel lontano 1994, ad un Bari-Lazio che vide forse per la prima e unica volta l’utilizzo di carta coreografica. Non me ne voglia nessuno se sbaglio, il dubitativo è messo non a caso.

La Nord appare carica: senza sbilanciarmi, ma credo di poter dire si tratti, nel complesso, della migliore performance stagionale. Caricati dalla presenza degli amici salernitani, ai quali viene dedicato anche uno striscione, oggi il pubblico barese è superlativo.

Più che mai sono tante le torce accese ad inizio gara e durante e dopo i tre goal. Vocalmente offrono un’intensità massiccia dimostrando di essere tornati prepotentemente, e non solo con i numeri, alla ribalta del tifo nazionale.

Nel complesso una prova non solo buona, ma molto di più. Da sottolineare cori indirizzati alla città di Cagliari in blocco, mandata a quel paese prima dell’inizio della gara. Come sempre interessante la presenza della macchia ultras nella Est e nella parte inferiore della Sud, che a torso nudo restituiscono anche qualcosa in termini di colpo d’occhio, mentre si fanno sentire vocalmente con cori contro la tessera e a difesa del Galletto.

Testo di Massimo D’Innocenzi.
Foto di Antonio Vortex.