È iniziato con un semplicissimo tam-tam mediatico, che in pochi minuti si è diffuso a macchia d’olio. Un messaggio semplice, diretto. Una mobilitazione nata dal basso, dal volere di un popolo, quello Laziale, che è arrivato al limite e che non riesce più a sopportare.

“Il ticchettio era sempre più forte, più nitido, più pesante… Finalmente la sveglia è suonata.
Laziali, non ci sono più minuti da perdere, abbiamo l’obbligo morale di difendere i nostri colori.
Troppe volte per il bene della nostra Aquila abbiamo creduto a parole che non lasciavano mai spazio ai fatti, ora, dopo bene 12 anni siamo stufi delle vane promesse propinate da un ladro di polli e dal suo fedele cagnolino.
Giovedì 14 luglio alle ore 18:00 i Laziali saranno in piazza, a manifestare lo sdegno nei confronti di questa gestione che sta ottenendo l’unico effetto di metterci gli uni contro gli altri in un goffo tentativo di “divide et impera”.
Non ci divideranno mai, non lo hanno fatto nemmeno con le barriere, per quanto potranno provarci otterranno soltanto di unirci ancora di più.
Non si può mancare, è il tempo in cui le parole non bastano più, è il tempo dei tifosi della S.S. Lazio 1900.

È il tempo dei tifosi della Lazio che non possono più accettare una società mediocre ed oggettivamente incapace. La goccia che ha fatto, ulteriormente, traboccare il vaso, è stata senza dubbio la vicenda Bielsa. Ma in dodici anni di gestione Lotito, di episodi paradossali e grotteschi se ne potrebbero raccontare tantissimi, e non riguardano, di certo, solo il calciomercato. E per una tifoseria come quella biancoceleste i bocconi amari da ingoiare sono stati davvero tanti.

E quando addirittura i giornalisti, molti dei quali, fino a qualche settimana prima, difendevano strenuamente questa gestione societaria, nella sala stampa di Formello, si alzano e abbandonano la stanza perché viene preclusa la possibilità di rivolgere domande (anche ad Arezzo, l’11 novembre del 2007, i giornalisti non hanno potuto fare domande nel corso di una conferenza stampa: un contesto sicuramente diverso, ma che dovrebbe far riflettere ulteriormente), diventa lampante, per quei pochi che ancora non volevano vedere, che la situazione sia totalmente insostenibile.

Ed ecco quindi che in un momento di assoluto caos, che ha visto addirittura giocatori come Keita e Felipe Anderson non presentarsi al ritiro nonostante la convocazione (per motivi sicuramente diversi, ma che fanno comunque capire, una volta di più, quanto malumore ci possa essere all’interno della stessa squadra) che arriva, finalmente, ciò che la maggior parte della tifoseria laziale stava chiedendo a più riprese: scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso nei confronti di Lotito e del suo entourage, affinché le istituzioni intervengano e lo convincano ad andare via.

La politica ce lo ha imposto, la politica ce lo tolga”, è una delle frasi ricorrenti di queste ultime ore. Inizialmente, infatti, la manifestazione era prevista per giovedì 14 luglio (alle ore 18) nei pressi del Campidoglio. Nel tardo pomeriggio di lunedì, però, è arrivata la comunicazione che “per motivi organizzativi il presidio non sarà più in Campidoglio ma in via 4 Novembre n°119 (a circa 300 metri dal Campidoglio), sotto la Prefettura”.

Cambia il posto, ma non la sostanza. Cambia il luogo (di poche centinaia di metri), ma non la voglia di scendere in piazza, fianco a fianco, per manifestare il proprio dissenso contro chi “tiene in ostaggio la Lazio”.

Così come evidenziato anche dal comunicato diramato dai ragazzi della Curva Nord.

“La Curva Nord prende atto della volontà dei tifosi laziali di scendere in piazza e aderisce in pieno alla manifestazione di dissenso nei Confronti della società, fissata giovedì 14 luglio ore 18:00 fuori il Campidoglio.
Una sorta di spontaneismo laziale che la parte più calda della tifoseria ha apprezzato. Ben venga questa iniziativa e invitiamo così tutto il popolo biancoceleste ad essere presente. Per dimostrare anche alle istituzioni che la situazione che sta vivendo il tifoso biancoceleste, A partire dalla societa’ e per finire con le vetrate che hanno diviso la nostra curva , non è più sostenibile.
Se la curva non sara’ piu’ la nostra casa dove poter tifare e contestare allora le strade torneranno ad essere il luogo d’incontro dei tifosi laziali…
avanti spontaneismo biancoazzurro
”.

Il popolo biancoceleste si ritroverà dunque unito, in piazza, per difendere la propria storia, i propri colori, il proprio amore per quei simboli e per quella maglia. Così come era già successo in passato. Così come accadrà giovedì pomeriggio.

Daniele Caroleo.