Per questo fine settimana decido di fare l’ennesima “mattata” e scelgo di andare a vedere due partite i cui stadi sono per me una novità assoluta. Nonostante ormai siano oltre vent’anni che calco i campi di tutta Italia, sono molti i campi che devo ancora esplorare.

Parto il sabato mattina con il pullman che mi porterà fino a Bologna e di li farò un cambio con il treno dove giungerò fino a Forlì per guardare l’interessante gara tra Forlì e Parma.

Nell’unica sosta all’autogrill poco prima di Firenze Sud vedrò un pullman di beneventini diretti a Chiavari per Entella – Benevento ed inoltre ci saranno anche delle macchine e dei pulmini di juventini che stanno banchettando, molto probabilmente appartenenti a club del Sud o Centro Italia, diretti a Torino per la partita Juventus – Udinese. Tutto si svolge tranquillamente e ci sarà solo indifferenza tra le diverse fazioni, poi il mio pullman riparte destinazione Bologna dove arriverò per le 13.

Mi dirigo alla stazione e prendo la coincidenza ferroviaria per Forlì dove giungo a destinazione intorno alle 15:30. Non resta altro da fare che farmi un giro in centro e notare la bella e grande Piazza Saffi, cuore pulsante della vita forlivese; da qui si dirama una grande via, o corso, dove c’è un gran via vai di persone. Purtroppo non ho molto tempo di visitare la parte storica in quanto fremo per andare a vedere il “Morgagni”, il tempio (li chiamo tutti così) dove gioca il Forlì da quasi cento anni. Più precisamente l’impianto risale al 1924, come recita l’effige all’entrata di esso ed intitolata proprio a Tullo Morgagni, noto giornalista forlivese (fu redattore capo della Gazzetta dello Sport e ideatore del giro d’Italia), che perse la vita durante un volo aereo insieme al pilota Luigi Ridolfi (si trattava di un volo privato, un’escursione turistica di andata e ritorno a cui presero parte undici passeggeri tra cui Morgagni in veste di giornalista, due piloti e due meccanici).

 Arrivo circa due ore prima ed ho così il tempo, oltre che di guardare bene i particolari, anche di farmi un giro fuori e notare che sotto al settore parmense sono già posizionate due camionette di polizia, mentre altre ce ne saranno nelle zone limitrofe. Ovviamente strade chiuse e transennate come vogliono molte questure per il loro piano di sicurezza (a volte non vi sembra di esagerare?) e tanti saluti agli ormai continui disagi per qualsiasi cittadino che si trovi a passare di lì.

Entro che mancano una quarantina di minuti ed ho modo di osservare lo stadio dall’interno; per certi versi mi ricorda il “Cabassi” di Carpi, anche se qui non ci sono le curve ma solo le tribune, una coperta e l’altra scoperta, con il settore ospiti confinante con quello di casa e nel mezzo la zona cuscinetto a tenere distanti le tifoserie.

Questa sera i biancorossi, come da loro spiegato in un comunicato apparso in settimana, decidono di protestare per gli scarsi risultati della squadra, ultima in classifica a soli due punti, per cui rimangono fuori ed entreranno solo nel secondo tempo, mentre la tribuna coperta comunque è quasi tutta piena.

Il settore ospiti invece si presenta con qualche stendardo e striscione di club, mentre il gruppo dei Boys sarà costretto ad entrare poco dopo l’inizio della partita in quanto il pullman su cui viaggiava ha avuto un guasto in prossimità proprio di Forlì. Appena entrati, su per giù dopo 2-3 minuti dal fischio d’ inizio, gli ospiti attaccano lo striscione e altri stendardi e poi si prodigano in una bella sbandierata sia con molte bandierine gialle che con un paio di due aste ed i bandieroni.

Nel primo tempo i ducali partono subito bene e cantano abbastanza continuamente con discreti battimani nonostante la partita sia strana e con il Forlì avanti di due gol dopo 22 minuti di gioco. I gialloblù si faranno notare anche per lo sventolio di ben quattro bandieroni ed alla prima occasione si ripeteranno nello sventolio delle bandierine gialle.

Il Parma, come i suoi ultras, non molla e riesce a raggiungere il Forlì sul 2-2 dopo 43 minuti tanto da far festeggiare i tifosi sugli spalti del settore ospiti. Quando le squadre sembrano avviarsi negli spogliatoi con il risultato di parità ecco che i padroni di casa passano incredibilmente in vantaggio nei minuti di recupero: si va così al riposo sul 3-2.

Poco prima della ripresa entrano gli ultras biancorossi nel settore con un bandierone della Vecchia Guardia ed espongono uno striscione polemico nei confronti della squadra per gli scarsi risultati ottenuti sul campo: “Una vita che noi lottiamo e tutto questo non lo meritiamo rispetto per noi che c siamo che ancora lottiamo”. Nei primi minuti della seconda frazione sventolano il bandierone facendo gruppo in balconata e si fanno notare con qualche bel battimani. Poi, con il passare dei minuti, il tifo si affievolisce sempre più e diverrà discontinuo con numerose pause ad intervallare i cori. I Forlivesi si scoraggiano anche perché la loro squadra soccombe, prendendo la bellezza di ben tre gol in questa ripresa fissando il risultato sul rocambolesco 3-5.

Al fischio finale e dopo l’ennesima delusione c’è qualche mugugno per questa settima sconfitta in nove gare giocate.

Il settore occupato dai parmensi invece, seppur con la squadra sotto di un gol, non demorde e continua a tifare con una discreta intensità corale, regalandoci dopo appena una decina di minuti una bella e fitta sciarpata con un due aste, bandierine e bandierone ad impreziosire il tutto.

La squadra reagisce bene ed in 10 minuti, poco prima della mezzora, ribalta il risultato in suo favore facendo esultare il settore gialloblù che poco dopo ci delizia ancora una volta di un’altra bella sciarpata. Tanti i battimani effettuati e si ode qualche coro contro cantato due volte dai biancorossi ed uno dai ducali.

Triplice fischio finale e squadra sotto al settore ospiti a ricevere i meritati applausi dopo aver sofferto per tutto il primo tempo e mezza ripresa un Forlì mai dopo, che si è arreso solo alle battute finali.

Esco dallo stadio dopo un po’ di tempo e raggiungo la stazione per prendere il treno che mi porterà direttamente a Monopoli. Dolce è la notte su un vagone notturno che mi porta indietro nel tempo e mi fa venire alla mente bei ricordi di quando le trasferte si facevano con questo mezzo per cercare di aggregare più gente possibile.

Marco Gasparri.