Il calcio non è semplicemente un passatempo, ma è anche uno spettacolo e come tutti gli spettacoli va visto tutto, titoli di coda compresi. Ad Altamura, come in molte piazze, il calcio d’inizio è un fattore secondario, che di certo non può incidere sulle abitudini domenicali. Succede quindi che alle 15:30 lo stadio non è ancora pieno, e molti sono ancora in fila ai botteghini a comprare il biglietto, o magari a contrattare il prezzo d’acquisto.
L’arbitro fischia l’inizio delle ostilità e Sebastian Di Senso fregandosene dei ritardatari butta la palla dentro: Altamura in vantaggio e popolo biancorosso in festa, anche quelli che fanno la fila ai botteghini.
Il tifo è costante e continuo per tutti i 90 minuti. Il settore degli altamurani è carico, ma soprattutto pieno di bandiere e bandieroni. La netta vittoria premia il sostegno degli ultras altamurani. Mancano pochi secondi alla fine della partita, i ritardatari diventano “anticipatari” che abbandonano le tribune prima della fine del match: le code non erano un problema ad inizio partita, lo diventano in prossimità del triplice fischio. Spontanea allora sorge la domanda: perché pagare un biglietto a prezzo intero se poi non si assiste a tutto lo spettacolo?
Da segnalare che il gruppo “A gomito Alto”, rispetto agli altri match casalinghi, si è leggermente spostato dal resto dei gruppi organizzati, partecipando comunque attivamente al tifo.
Capitolo tifosi ospiti. Il presidente dell’Atletico Mola, in sfregio all’intera comunità molese, quest’estate ha deciso di portare il titolo sportivo a Noicattaro, senza riuscire però ad accendere i cuori dei tifosi nojani, che anche oggi hanno disertato il match dei rossoneri. Ennesima domanda, senza risposta: che senso ha investire in una squadra che non ha seguito, ma soprattutto che senso ha raggiungere obiettivi sportivi se poi non puoi gioire con la città che dovresti o vorresti rappresentare?
Michele D’Urso.