Semifinale di andata dei playoff di Serie B, remake della sfida già stravinta dal Venezia circa due mesi fa quando sulla panchina del Palermo sedeva mister Bruno Tedino, arrivato alla partita di Venezia come ultima spiaggia per salvare la sua panchina. Quel che è successo dopo è storia nota, da allora su quella panchina siede Roberto Stellone, mister giovane ma già vincente che, in poco tempo, è riuscito a cambiare pelle ad un Palermo che ha ritrovato se stesso dopo una stagione inaspettatamente altalenante per una squadra che era stata costruita per essere la corazzata imbattibile della serie B.
Venendo agli spalti, da Palermo giungono circa 200 ultras che arrivano allo stadio separatamente in due gruppi, i primi dispostisi nel settore circa un’ora prima della partita mentre il gruppo più caloroso e vivace arriva giusto a ridosso del fischio d’inizio, facendo il proprio ingresso in curva in modo spettacolare: tutti insieme compatti, accendendo diverse torce e fumogeni. Ci sarebbe da menzionare un terzo gruppetto di tifosi rosanero giunti a Venezia in maniera un po’ troppo disinvolta che, purtroppo per loro, pagheranno poi dazio negli incidenti ampiamente documentati dai video che hanno fatto il giro del web.
La curva sud si presenta completamente piena come spesso in questo campionato ci ha abituato. Nella parte centrale sempre il gruppo “Curva Sud Veneziamestre”, mentre ai lati del loro stesso striscione si notano da una parte gli stendardi “Vecchie maniere” e quello per Michael, dall’altra lo stendardo “Assenti presenti”. Da segnalare anche la presenza dei gemellati storici di Pistoia, presenti con una nuova pezza.
Riguardo l’aspetto canoro delle rispettive curve, i palermitani hanno espresso un tifo colorato e costante, hanno acceso qualche torcia e hanno eseguito il loro compito senza infamia e senza lode, apparendo comunque ben lontani da altre tifoserie del sud viste nel corso di questo campionato a Venezia, anche in turni scomodamente infrasettimanali, forse anche in ragione delle summenzionate divisioni interne.
Veneziani che partono invece ottimamente con grinta, entusiasmo e voglia di fare, contraddistinti dalla solita bellissima sciarpata a inizio partita. Il ritmo della gara, non molto alto anche viste le temperature da foresta tropicale, agisce da deterrente alla voglia di tifare dei tifosi di casa che non ripagano i tanti sforzi dello zoccolo duro degli ultras, volti anche a sospingere la squadra in campo verso la vittoria.
Lo stesso direttivo della “Curva Sud” ha reso noto che nella partita con il Perugia, non è stata eseguita alcuna coreografia perché le forze dell’ordine, all’ultimo momento, non hanno consentito l’ingresso della stessa: è questo un vero peccato, dopo giorni e giorni di duro lavoro di quanti si sono impegnati per creare qualcosa di speciale, che è stato poi buttato al vento per via di una interpretazione troppo zelante del regolamento o forse perché (per pensar male che poi spesso ci si indovina…) le torce e i petardi nel corso delle partite precedenti devono aver infastidito troppo qualcuno..
La partita si è conclusa 1-1, tutto è quindi rimandato al ritorno che si terrà tra tre giorni in Sicilia, match dal quale i tifosi arancioneroverdi sono stati prima esclusi e poi riammessi all’ultimo, con ovvie ripercussioni organizzative, a causa degli incidenti verificatisi nel post partita nei pressi di Piazzale Roma, nel corso dei quali un gruppo di tifosi palermitani ha trovato la rabbiosa reazione dei padroni di casa dopo alcune provocazioni precedenti.
Se la partita in campo ha visto le due squadre annullarsi con un giusto pareggio, il confronto tra le opposte fazioni del post gara conferma i veneziani quanto meno presenti sul proprio territorio, a difesa dello stesso, poi sulle dinamiche più particolari è sempre saggio astenersi dal giudizio soggettivo, a maggior ragione che a fronte del vasto repertorio di immagini su cui ognuno può farsi una propria idea, non meno ampie sono state le susseguenti polemiche su cui, come si suol dire, è meglio lasciare campo a chi c’era.
Luca Marchesini