Alla Segafredo Arena arriva la Reyer Venezia, una delle grandi del campionato più per blasone ed esperienza che non per l’andamento stagionale che resta ondivago fra qualche alto ed altri momenti a vuoto.

La Tifoseria ospite non è della gara. Un recente comunicato dei Panthers, gruppo guida reyerino ha fatto capire senza mezzi termini che non tornerà a tifare perché, citazione libera, con la museruola sono impossibilitati a farlo. Comunicato che tocca un nervo scoperto in un paese in cui le regole, pur ineccepibili nella loro sostanza, vengono però applicate a seconda delle interpretazioni. Venezia, a quanto pare, è uno di quei posti dove la locale Questura non va tanto per il sottile con gli ultras che, in ragione di ciò, preferiscono restar fuori che esporsi a denunce o multe per tifare.

I padroni di casa, anche loro annunciandolo con un comunicato, hanno chiamato a raccolta tutto il proprio seguito dopo la lunga ondata di restrizioni sanitarie. Boys e Vecchio Stile si prendono come al solito parte centrale della balconata, raggiungendo numeri importanti. Appesi gli striscioni e posizionate le bandiere, i ragazzi si preparano a sostenere la squadra con grande voglia. Prima della palla a due viene esposto anche uno striscione a firma Boys che, in certo qual modo, solidarizza con tutti gli assenti, avversari compresi, invocando per l’appunto regole uniformi per tutti.

Il tifo sale man mano parallelamente al ritmo della gara, nonostante i padroni di casa siano ancora frastornati dal mercoledì negativo in Eurocup. La Curva non subisce condizionamento alcuno e spinge ed incita il proprio quintetto sul parquet, gettando poi le basi per la vittoria finale, il miglior viatico possibile in attesa del ritorno alla capienza piena e al ricompattarsi del “muro nero”, vera arma in più per il rush finale di campionato delle V nere.

Tino Chinnì