Come era giusto che fosse, il season final della Virtus è una vittoria contro Roseto nella ‘bella’ e una salvezza sudata oltremodo. Bene, anzi benissimo. E se addirittura i tifosi romani credessero alle parole rilasciate al Corriere dello Sport dal padrone della squadra, questa coinciderebbe con una rinascita sportiva che passerà – lui dice – per un ingresso in società che porterebbe soldi e nuove prospettive.
Andando con ordine c’è da commentare una Gara 3 tesa come non se ne vedevano da tempo a Piazza Apollodoro. Il Palazzetto è considerevolmente pieno, grazie soprattutto alla promozione della società che ha deciso di fornire un sostegno alla squadra vendendo i biglietti di ogni settore al simbolico prezzo di un euro. I tifosi abruzzesi, invece, come in Gara 1 hanno pagato dieci euro per un posto nel settore ospiti. Il Palazzetto pieno è la dimostrazione che i prezzi popolari – in questo caso stracciati – sono sempre, ad ogni latitudine e di qualsiasi sport si stia parlando sinonimo di più pubblico sugli spalti. È un concetto semplice che però in pochi riescono a comprendere appieno. Restando alla Virtus, ad esempio, in Gara 1, per un play-out di A2, chi ha deciso di seguire la partita in Tribuna Laterale ha dovuto spendere 15 euro. Chi l’ha vista dalla Premium ben 25. Prezzi irreali e vergognosi per assistere ad uno spettacolo non degno di un palazzo che solo qualche anno fa ha ospitato le finali scudetto.
Sponda Virtus, come di consueto, lo spicchio una volta occupato dalle Brigate resta vuoto e silente. Gli squali, invece, sono seguiti da un centinaio abbondante di tifosi, tra i quali una rappresentanza ultras più numerosa delle dieci unità della prima partita della serie. Il tifo da entrambe le parti è sporadico e non organizzato ma, data l’importanza della gara, le due tifoserie provano a farsi sentire in diverse occasioni, beccandosi tra loro e rendendo addirittura caldo il clima durante il secondo tempo. La gara vede la Virtus al comando dall’inizio alla fine nonostante Roseto cerchi di rimanere aggrappata alla partita. Quando nel secondo tempo, però, gli arbitri espellono il talentuoso Contento – pare per le ripetute bestemmie del numero 10 – la Virtus prende il largo e porta a casa la salvezza. Alla fine della partita un tifoso di Roma è entrato in campo e, a seguito del tentativo della sicurezza di portarlo fuori, ne è nato un parapiglia a pochi passi dal parterre del PalaTiziano. Un altro tifoso, invece, è riuscito ad entrare nel tunnel che porta agli spogliatoi per insultare gli arbitri. La Virtus, a causa di queste due azioni, si è vista poi squalificare il campo per un turno, sanzione che pagherà nella prossima stagione.
Che ci sia poco da salvare in una stagione disastrosa sotto ogni punto di vista lo dicono in primo luogo i giocatori. Chessa, il migliore di Roma con Thomas, ha parlato di enorme delusione per aver trascinato la squadra nel guado degli spareggi salvezza e a lui hanno fatto eco i suoi compagni. Ora, a bocce ferme, gli occhi sono puntati sul presidente Toti. Le sue dichiarazioni lasciano poco spazio alle interpretazioni: “Sono in arrivo soldi e sponsor per puntare alla promozione in A1 nella prossima stagione”.
Una società di consulenza finanziaria, infatti, dovrebbe affiancare l’attuale proprietario ed investire nella rinascita della Virtus. I dubbi dei tifosi sono tanti e fondati. Troppe sono le promesse che Toti non ha mantenuto e nessun tifoso ha voglia di essere preso in giro una volta ancora. Il Presidente è lo stesso che ha auto-retrocesso la squadra dopo aver giurato che non l’avrebbe mai fatto e si potrebbe andare avanti per tante righe ancora. Non resta che aspettare, e capire – anche laddove questo ingresso in società dovesse realmente verificarsi – quale sarebbe il futuro ruolo dell’ingegnere nel nuovo organigramma. La pazienza è finita da tempo e la rabbia si è trasformata in triste rassegnazione. È ora che la Virtus e i suoi tifosi siano trattati con rispetto e serietà.
Niccolò Mastrapasqua