Viterbese-Empolitana 3-1, Coppa Italia Eccellenza 2013/14Notizie di queste ore riportano di 6 diffide in quel di Viterbo, 4 delle quali con obbligo di firma in quanto i destinatari avevano già in passato subito provvedimenti del genere. Le restrizioni giungono a seguito degli episodi avvenuti nella gara interna contro il Montefiascone, quando alcuni tifosi avevano raggiunto la squadra per chiedere maggiore impegno in campo, dato il periodo d’appannamento che aveva portato la compagine viterbese a cedere momentaneamente la testa della classifica. La locale digos, come si appura dalle note di cronaca, non era presente ai fatti, ma ascoltati alcuni giocatori e collaboratori della Viterbese, ha poi proceduto a segnalare i 6 alla Procura della Repubblica di Viterbo per l’irrogazione del Daspo. Le indagini sarebbero tuttora in corso e non si escludono, anche se non le si augurano, ulteriori sanzioni in merito. A maggior ragione che nessun calciatore ha dovuto ricorrere alle cure mediche. Ovviamente tutto quel che è dato sapere, verte su ricostruzioni sommarie di giornalisti che, come la digos, erano assenti al momento degli eventi: le “condanne” (perché anche se andrà a finire con una assoluzione in giudicato, i 6 avranno comunque a priori subito una limitazione della propria libertà personale…)  si basano su una sola versione dei fatti stessi, ovviamente di parte e pure di parte avversa nel contenzioso, definiamolo così. Non per fare gli avvocati del diavolo, ma solo per una più ampia visione o di una più equa valutazione rispetto a chi non sa far altro che strillare ad ogni 3×2 “follia ultrà” o esasperazioni simili che, in sostanza, sono l’invocazione meschina al giustizialismo. Nessuna impunità, ognuno è ben conscio e responsabile delle proprie colpe, altresì non è nemmeno giusta la sproporzione tra reati o presunti tali e pene che vige nel mondo del calcio. O meglio in quello del tifo, perché chi comanda il calcio si rende autore di malefatte ben peggiori spesso rimanendone impunito.

Matteo Falcone, Sport People.