Due forti restrizioni nell’arco di una settimana possono bastare per dire no all’attesissima trasferta di Catania. La prima, gravissima e assurda, avvenuta mercoledì 9 novembre, quando un fonogramma della Questura di Catania vieta la trasferta a chi non ha la tessera del Catanzaro calcio 2011. Una decisone incredibile che viola il regolamento della tessera del tifoso dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, calpesta i diritti di tutti i tesserati dando vita per la prima volta in Italia a due categorie di tesserati non aventi pari diritti.

Il nostro gruppo, dopo questo infausto provvedimento viene fortemente penalizzato. Circa due terzi, possiede la tessera “vivoazzurro” e non ha diritto di acquistare il biglietto. In Italia, dunque, non basta aver la tessera del tifoso per seguire la propria squadra di calcio ma oggi scopriamo che bisognerebbe averne diverse, per poi magari vedersi negato ugualmente il diritto di seguire la propria squadra in trasferta per problemi di ordine pubblico, in violazione del regolamento nazionale che esenta i tesserati da problemi di questa natura.

Solo questo basterebbe per dire no alla trasferta. O tutti o nessuno, com’è giusto che sia! Ma si decide di non mollare. Catania merita la nostra presenza.  Si decide che i pochi possessori della tessera del tifoso del Catanzaro devono andare  a Catania ma solo per manifestare disappunto verso questo assurdo provvedimento. Purtroppo, non sarà possibile fare neppure questo.

Sabato 12 novembre giunge come un macigno la seconda grave restrizione della libertà da parte delle forze dell’ordine. La polizia di Catania, dopo formale richiesta inoltrata via e-mail, in osservanza della procedura ufficiale, vieta l’esposizione di uno striscione occasionale nel settore ospiti con su recante la scritta: “tessera del tifoso, barzelletta italiana”.

La risposta via e-mail è la seguente: “Lo striscione non è stato autorizzato dalle Autorità competenti, pertanto non potrà entrare allo stadio. Cordialità CALCIO CATANIA SPA”.

Siamo in attesa di conoscerne le ragioni. Si vieta anche il diritto di parola. Non resta dunque che boicottare questa trasferta convinti che non ha senso raggiungere il “Massimino” con queste premesse.  Iperscorati, oltremodo penalizzati, impacchettati come bestie nei pullman, e per giunta senza poter  esprimere il proprio pensiero in nome di una sicurezza che schiaccia qualsiasi principio democratico.

A Catania non ci saremo.

Venerdì 11 novembre, tuttavia, preso atto che il primo provvedimento restrittivo  aveva fatto notizia sulla stampa telematica e cartacea provocando tra i tifosi catanzaresi, e non solo, sdegno e incredulità, la Questura di Catania contatta un giornalista della Gazzetta del sud a cui spiega le ragioni della misura. Nel pezzo pubblicato sabato 12 novembre sulla nota testata giornalistica, in sostanza il dirigente della polizia di stato spiega che la misura restrittiva è stata adottata per evitare che tifosi gemellati di altre squadre potessero aggregarsi ai tifosi del Catanzaro con l’intento di creare disordini a Catania. Motivazione debole e assolutamente in violazione del regolamento sulla tessera del tifoso che non fa alcuna differenza tra le varie tessere in Italia. Il dirigente di ps spiega inoltre che avrebbero potuto vietare la trasferta così come l’anno scorso la polizia di Catanzaro fece per tifosi del Catania al Ceravolo ma non lo ha fatto per garantire la possibilità ai tifosi del Catanzaro di poter sostenere comunque la propria squadra di calcio.

Insomma, le solite cose all’italiana: laddove si tratta di ordine pubblico, la regola muta a secondo delle circostanze. Noi riteniamo che tutto ciò è vergognoso ed è stato fatto solo per limitare il numero dei tifosi del Catanzaro al “Massimino” adottando un escamotage tecnico non previsto dal regolamento che spacca la tifoserie in due categorie. E’ una grave ingiustizia e non fa che infondere ancora più sfiducia e disamore verso tutto il mondo del calcio e ciò che lo circonda, già abbondantemente compromesso dalla corruzione, dai poteri forti, da chi lo vorrebbe trasformare in una fredda macchina del consumo dove non c’è spazio per passione e sentimenti, per le menti libere e critiche, per chi intende seguire la propria squadra di calcio “a modo proprio”.

Per queste ragioni, boicotteremo quella che, è inutile girarci intorno, è una delle trasferte più attese dell’anno per il nostro gruppo; lo faremo a malincuore ma con la consapevolezza di non dover dimostrare nulla ai catanesi e con cui non mancheranno occasioni di confronto come tante ce ne sono state in passato e senza questo grottesco “Grande fratello!”

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